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Swissinfo: il portale che informa russi e ucraini

Dieci anni fa, il servizio d’informazione SWI swissinfo.ch fondò il suo decimo canale, in lingua russa — A causa dell’invasione di Putin, il sito è oggi visitato da oltre 160.000 utenti provenienti soprattutto da Russia e Ucraina, in cerca di informazioni sul conflitto — L’intervista a Reto Gysi von Wartburg
Federica Serrao
16.03.2022 14:45

Fondato nel 1999, il portale online d’informazione giornalistica SWI swissinfo.ch offre da più di vent’anni servizi giornalistici multimediali indipendenti sulla Svizzera. Un compito che, con l’avanzare del conflitto russo-ucraino, sta diventando sempre più importante per raggiungere anche coloro che, dalla Russia, non possono entrare a conoscenza con la realtà degli avvenimenti che da tre settimane a questa parte stanno sconvolgendo il mondo. Andiamo con ordine. Dieci anni fa, il servizio internazionale Swissinfo aprì infatti il suo decimo canale proprio in lingua russa. In un momento storico come questo, il portale web ha quindi ben presto acquisito un ruolo fondamentale nell’informare i cittadini all’estero con le notizie della guerra in Ucraina, proponendo un punto di vista neutrale della vicenda. Al giorno d’oggi, la piattaforma risulta essere visitata regolarmente da cittadini russi che desiderano capire cosa stia davvero accadendo tra il loro Paese e l’Ucraina. Ma non solo. Per capire meglio l’importanza del canale russo di Swissinfo abbiamo contattato Reto Gysi von Wartburg, vicecaporedattore del servizio d’informazione.

Come funziona il canale in lingua russa di Swissinfo?
«Il nostro canale russo è gestito da un team composto da quattro persone: tre di loro sono giornalisti di nazionalità russa, mentre la quarta persona è ucraina ed è la responsabile marketing e comunicazione. Sono collocati a Berna e producono – in minima parte – contenuti propri, principalmente nel campo delle connessioni bilaterali tra Svizzera e Russia e degli affari esteri. Si tratta infatti di temi con i quali i nostri giornalisti hanno un approccio diretto. Molto spesso capita anche che il dipartimento russo adatti il contenuto di altri nostri giornalisti che è stato scritto in un’altra lingua. Questi giornalisti sono esperti di temi come la democrazia diretta, «international Geneva», o multinazionali svizzere. La cosa importante da segnalare, però è che per noi «adattare un articolo» significa molto più che tradurre. Adattare significa anche aggiungere il contesto, rendere il contenuto accessibile per un pubblico specifico e scegliere i canali di distribuzione appropriati. È importante ricordare quindi che una parte delle pubblicazioni sul sito russo è la stessa delle altre nove lingue in cui è possibile leggere SWI swissinfo.ch, mentre un’altra parte di contenuti è scelta appunto dal dipartimento russo. Riferiamo sempre le informazioni con l’obiettivo di permettere al pubblico di costruirsi una propria opinione, di conoscere nuove prospettive su un tema specifico e di costruire dei collegamenti. Il tutto fornendo agli utenti diverse prospettive svizzere».

La cosa importante da segnalare, però è che per noi «adattare un articolo» significa molto più che tradurre. Adattare significa anche aggiungere il contesto, rendere il contenuto accessibile per un pubblico specifico e scegliere i canali di distribuzione appropriati
Reto Gysi von Wartburg, vicecaporedattore del servizio d'informazione

Che ruolo svolge il canale per i cittadini di lingua russa che vogliono ottenere informazioni sul conflitto russo-ucraino?
«Con il nostro servizio offriamo una prospettiva svizzera sulla guerra. Nel riportare le informazioni evitiamo termini che ne deprezzino la gravità, come «conflitto» o «crisi», e non usiamo la retorica russa. Di conseguenza, su questo canale non parliamo di «operazione militare speciale» o di «de-nazificazione», ma bensì di «guerra», «invasione russa» o «attacco russo». Un punto centrale del nostro servizio è anche la questione della neutralità della Svizzera, ma chiariamo anche i malintesi, in particolare sul ruolo della Confederazione. Questo è unico tra le molte lingue e il servizio pubblico a livello globale. Per altri temi, come per esempio il Commodity Trading – cioè il commercio di materie prime–, le questioni sulla sicurezza europea o le domande sulle armi nucleari, riportiamo la notizia e contestualizziamo il discorso da una prospettiva svizzera, anche in russo. Riferiamo informazioni anche sugli argomenti che riguardano direttamente le persone «a terra», tramite le iniziative svizzere che sostengono i rifugiati, oppure il modo in cui le banche svizzere gestiscono il denaro dei clienti russi. Inoltre, offriamo una piattaforma che dà agli utenti la possibilità di dibattere in dieci lingue, con l’aiuto di traduzioni automatiche».

A cosa sono interessati gli utenti sul canale russo di Swissinfo? Che cosa cercano?
«In tempi «normali», il pubblico russo è solitamente interessato ai temi storici, culturali e politici, che pubblichiamo di consueto sul nostro portale. In generale, l’interesse si riscontra anche per tutte quelle notizie che sono legate a un argomento che ha uno specifico legame con la Russia. Al momento la situazione è un po’ differente. Le notizie politiche, come per esempio quelle inerenti alle decisioni svizzere che riguardano la Russia, sono tra le più lette dai nostri utenti russi. Le cifre che registriamo quotidianamente dimostrano questa tendenza».

Quanto è vasto attualmente il pubblico del canale russo di Swissinfo? E com’è cambiato dallo scoppio del conflitto?
«Dall’inizio dell’invasione russa possiamo affermare che SWI swissinfo.ch ha più che triplicato la sua portata di utenti russi. Da 50.000 utenti iniziali, siamo arrivati ad avere ora 162.000 visitatori. La maggior parte di essi, ovvero il 32%, proviene dall’Ucraina. A seguire, un altro 23% di visualizzazioni arriva dai visitatori russi. Dalla Svizzera proviene invece il 9% delle visite, e un altro 5% dalla Polonia. Sul nostro canale social media più rilevante, V-Kontakte, contiamo invece circa 23.000 seguaci. Su questa piattaforma, invece, nove utenti su dieci provengono dalla Russia. Sulla nostra pagina Facebook in russo abbiamo raggiunto i 74.000 followers. Su Twitter sono invece 1.600, mentre su Instagram 5.000».

#NOTHINGTOHIDE è un hashtag accompagnato dall’etichetta della Journalism Trust Initiative, ed è in realtà utilizzato soprattutto sui social media come riferimento all’affidabilità del giornalismo. L’iniziativa si occupa di rilasciare un marchio per il giornalismo di qualità, ed è stata avviata da Reporter senza frontiere

Come si comporta Swissinfo in termini di censura? Come vengono trattati possibili commenti di odio?
«Sulla nostra pagina abbiamo disattivato la possibilità di commentare ogni articolo. Gli utenti hanno la sola possibilità di partecipare ai dibattiti, che lanciamo a parte su certi argomenti, come menzionato precedentemente. In questi casi moderiamo attivamente, il che significa che diamo il via libera ai contributi degli utenti prima che essi siano effettivamente pubblicati sul nostro sito. Anche l'ospite (uno dei nostri giornalisti esperti sull'argomento in questione) può partecipare in maniera attiva al dibattito. Tutti i contenuti che non rispettano la nostra netiquette, come per esempio i discorsi d'odio, di conseguenza non vengono pubblicati. Il discorso è un po' diverso per i social media. Lì non abbiamo la possibilità di monitorare i contenuti prima che siano pubblicati online. Controlliamo però intensamente V-Kontakte e Facebook in russo, 24 ore su 24, sempre assicurandoci che i commenti degli utenti rispettino la nostra netiquette. Se così non fosse, i commenti vengono oscurati e l'utente viene avvertito. Capitano anche dei casi in cui ciò si ripete in più occasioni: a quel punto, l'utente viene bloccato o escluso. Questa procedura vale per tutte le pagine, in tutte le lingue e in ogni momento». 

In ultimo, che cosa significa l’hashtag #NOTHINGTOHIDE (niente da nascondere, ndr) che è possibile vedere sul vostro sito, quando si visitano le vostre pagine?
«Si tratta di un hashtag accompagnato dall’etichetta della Journalism Trust Initiative, ed è in realtà utilizzato soprattutto sui social media come riferimento all’affidabilità del giornalismo. L’iniziativa si occupa di rilasciare un marchio per il giornalismo di qualità, ed è stata avviata da Reporter senza frontiere. È sostenuta da organizzazioni come Agence France Press, o l’Unione Europea di Radiodiffusione. Alla definizione dello standard hanno contribuito più di 120 esperti ed enti, ed è stata ultimata alla fine del 2019. Per noi è importante sottolineare che SWI swissinfo.ch è stata tra i primi media a livello globale a ottenere l’etichetta, nonché primo media svizzero, certificato a metà del 2021».

 

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