Politica

100 giorni per la musica e «una giornata meravigliosa»

Il comitato promotore dell’iniziativa popolare ha raccolto ben oltre 10 mila firme a sostegno del testo che chiede un ruolo più marcato del Cantone per le scuole di musica – Matteo Piazza: «Questo successo la dice lunga su quanto la popolazione abbia a cuore il tema»
© Gabriele Putzu
Paolo Gianinazzi
24.05.2023 18:30

«Cento giorni sono passati. E oggi è una giornata meravigliosa, che corona il nostro sforzo collettivo». Non ha nascosto la sua gioia Luca Medici, direttore della scuola di musica del Conservatorio della Svizzera italiana, per il risultato raggiunto con l’iniziativa popolare legislativa «100 giorni per la musica». Un’iniziativa lanciata lo scorso gennaio e che, nei cento giorni concessi per raccogliere le 7 mila firme necessarie per portare il popolo a votare, ha fatto l’en plein. Anzi, ha fatto pure il bis, raddoppiando l’obiettivo minimo: le firme raccolte sono infatti state quasi 15 mila, di cui 10.853 validate dalla Cancelleria dello Stato. Insomma, i risultati della raccolta firme sono andati oltre ogni aspettativa.

Una situazione da sanare

L’iniziativa, lo ricordiamo, propone un nuovo testo legislativo che chiede un ruolo più marcato del Cantone nel supporto alla formazione musicale, in applicazione all’articolo 67 della Costituzione federale. Dal punto di vista finanziario, dunque, l’iniziativa prevede che il Cantone eroghi alle scuole di musica riconosciute un contributo pari al 50% dei costi. E questo perché, come fatto notare dai promotori, se nel resto della Svizzera in media i Cantoni coprono già il 60% dei costi di formazione, questa quota in Ticino, fanalino di coda della graduatoria, si situa tra il 20 e il 25%.

L’incognita delle finanze

«Da una parte – ha spiegato Matteo Piazza, primo firmatario dell’iniziativa – è stato facile raccogliere le firme, perché il consenso attorno alla proposta è stato ampio». Convincere i cittadini della bontà dell’iniziativa, dunque, non è stato difficile. D’altro canto, ha però aggiunto Piazza, «è stato complesso perché noi siamo musicisti, non politici di professione. Il successo della raccolta firme è quindi il risultato della collaborazione tra i gruppi di interesse del mondo musicale ticinese: la federazione delle scuole di musica, quella bandistica e quella dei cori».

Ad ogni modo, conscio del delicato momento sul piano delle finanze cantonali, il comitato promotore guarda già ai prossimi passi. «Questo è stato il primo passo concreto verso l’applicazione, anche in Ticino, dell’articolo 67 della Costituzione. Ma ora saranno necessari altri passi a livello politico e istituzionale», ha rimarcato Piazza. «In un momento come questo, in cui sappiamo quanto sia delicata la situazione delle finanze, avere un tale sostegno da parte dei cittadini ci dà tanto entusiasmo e la dice lunga su quanto la popolazione abbia a cuore questa urgenza».

Un concetto ribadito anche dal capogruppo del Centro Maurizio Agustoni, sin dall’inizio attivo nell’aiutare il comitato promotore: «Il fatto che ci sia stato un sostegno così massiccio dimostra che da parte della popolazione c’è un’attenzione non solo per l’equilibrio delle finanze, ma anche per la qualità di vita, che passa pure da una formazione musicale di qualità». Anche perché, aggiunge Agustoni, «sarebbe grave e controproducente se il necessario risanamento delle finanze cantonali passasse da un impoverimento culturale della popolazione».

Il comitato, in ogni caso, guarda ora con fiducia al futuro. Una fiducia, ha poi spiegato Piazza, dettata anche «dall’importante sostegno giunto da tutte le forze politiche presenti in Parlamento, che ci lascia ben sperare. E non nascondiamo pure un velato ottimismo per l’arrivo della nuova direttrice del DECS Marina Carobbio, che in più occasioni si è dimostrata sensibile a questa causa».

E, a dar man forte al comitato su questo fronte era presente in conferenza stampa anche Anna Biscossa, già deputata del PS in Gran Consiglio. «È chiaro che oggi bisogna trovare le risorse per finanziare questa iniziativa. Sappiamo delle difficoltà finanziarie del Cantone, ma queste ricorse vanno trovate perché investire nella formazione musicale è, appunto, un investimento, non una spesa».

«È proprio questo il momento in cui occorre investire – le ha fatto eco la musicista Elisa Netzer –, poiché è questo il momento in cui le famiglie rischiano di trovarsi davanti a una difficile decisione: mandare i figli a scuola di musica oppure no». E in questo senso, ha aggiunto, «è stato rincuorante, come musicista che opera in questo cantone, vedere che la popolazione è sensibile al tema e desidera fortificare la formazione musicale».

Un aiuto alla formazione che, va da sé, come sottolineato dalla co-coordinatrice dei Verdi Samantha Bourgoin, sosterrà anche tutti i professionisti del settore. «Quando si parla di formazione si dà per scontato che chi insegna musica lo faccia per hobby e non per mestiere». Ma non è così. E quindi «la promozione della musica deve passare anche dal dare il giusto riconoscimento al grande impegno che i musicisti mettono nell’insegnamento».

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