A Lugano «solo» tre anni senza pensilina

La cattiva notizia è che si avvicina un inevitabile maxi cantiere in centro città a Lugano, che metterà fuori gioco per almeno tre anni l’area della pensilina e un tratto di corso Pestalozzi, con importanti conseguenze sul trasporto pubblico e privato. La buona notizia è che poteva andare molto peggio. Ancora qualche anno fa era un’ipotesi realistica aprire e richiudere non una ma due volte corso Pestalozzi a distanza di poco tempo. A permettere di giungere alla situazione attuale vi è da un lato il casuale allineamento temporale di diversi progetti nell’area, e dall’altro lato l’iniziativa della Città di Lugano che, resasi conto dell’allineamento favorevole, si è fatta carico un anno fa del coordinamento dei lavori: un modo di lavorare pressoché inedito e ambizioso, capace di convincere la decina di portatori di interesse coinvolti e di promettere un contenimento dei tempi di cantiere e dei costi per tutte le parti coinvolte, Città in primis. «Da parte nostra – commenta la capodicastero Servizi urbani Karin Valenzano Rossi - c’è stato uno sforzo enorme di coordinamento per ridurre al minimo i disagi, che saranno comunque importanti. Ma la soluzione trovata ci permetterà di cambiare una sola volta le tratte del trasporto pubblico e i flussi viari. È un approccio che ci ha permesso di fare un salto di qualità e che vorremmo assumere anche in futuro. In questo caso ci ha permesso in particolare di evitare di chiudere e di riaprire le stesse porzioni di strada, che è una cosa che risulta veramente poco comprensibile al cittadino». A livello di contenimento dei costi, il fatto di aver agito con ampio anticipo ha permesso alla Città di evitare che le vengano riversati i significativi oneri di cambiamento delle linee del trasporto pubblico, che saranno invece assunti dal Cantone. Un notevole risparmio già in cassaforte.
Perché ci si deve mettere mano
Il piano di gestione del maxi cantiere è stato presentato nelle scorse settimane alla Commissione della gestione e a quella dell’Edilizia, in quanto il tutto è al vaglio del Consiglio comunale, chiamato ad approvare, nel contesto di un più ampio credito quadro, una spesa pari a 4 milioni di franchi – di cui però solo poco più di uno a carico della Città – necessaria per gestire l’operazione e per alcune modifiche infrastrutturali ad alcune strade su cui durante il cantiere (e in futuro) passerà il trasporto pubblico: si tratta di modifiche ai nodi semaforici, nuove fermate provvisorie dei bus, e curve da allargare. In questo senso i recenti lavori su via Bossi tenevano già conto di quanto sta per accadere.
Il cambio della viabilità, ci spiega Maurizio Solcà del Servizio genio civile della Città, da programma avverrà fra ottobre 2027 e gennaio 2028, mentre le opere preparatorie, che avranno «influssi minimi», avverranno fra l’estate del 2026 e quella successiva. Negli «almeno tre anni» di cantiere conviveranno quattro distinti progetti. Innanzitutto l’attestazione del tram-treno in centro, con la posa dei binari e della relativa soletta, e la creazione del capolinea su corso Pestalozzi. Posa dei binari che costringerà le AIL a spostare importanti sottostrutture di loro competenza, perché sotto ai binari non potranno più stare. Al contempo il Consorzio depurazione acque Lugano e dintorni (CDALED) dovrà demolire e ricostruire più in grande l’interrato canale Genzana, che da Massagno scorre proprio sotto a corso Pestalozzi. Infine la Città intende riqualificare il piazzale ex Scuole con la realizzazione del progetto L’uomo che piantava alberi. Il credito di progettazione è al vaglio del Consiglio comunale e l’anno prossimo arriverà da programma la richiesta di credito per realizzarlo. A tal proposito, il principale rischio per lo sforzo di coordinamento della Città è che i progetti si disallineino a causa di oggi non prevedibili ritardi. In tal caso, ci si dovrà in qualche modo adattare.
Dove andranno bus e auto
E veniamo a cosa il maxi cantiere significherà per il traffico in città. Il cambiamento più importante è ovvia conseguenza dell’inagibilità delle pensilina: dove andranno i numerosi bus che oggi vi si attestano? In cinque nuovi nodi di interscambio. Tale soluzione, spiega Solcà, anticipa in parte alcune modifiche necessarie all’arrivo del tram-treno, è sostenuta dagli studi specialistici (che hanno già identificato i principali problemi implementando i necessari correttivi per mantenere un buon grado di servizio), ed è stata approvata da TPL, ARL, SNL, Autopostale e Cantone. I nodi di interscambio temporanei sorgeranno sul piazzale ex Scuole (a ridosso di UBS, dove ora c’è il mercato cittadino: servirà il trasporto pubblico proveniente dal lungolago), su piazza Indipendenza (verrà adattata la strada che scorre lungo il lato est del Quartiere Maghetti), in via Ferruccio Pelli (con svolta successiva a destra su via Ginevra e inversione del senso di marcia su una corsia rispetto alla situazione attuale), su via Bossi e su via Ginevra (direzione stazione FFS). Tutto ciò avrà conseguenze anche sul trasporto privato. Via Ginevra avrà meno corsie. Corso Pestalozzi sarà in gran parte inagibile e dunque per arrivare in centro dalla stazione FFS bisognerà prendere via Zurigo e «scordarsi» l’opzione via Cantonale. Corso Elvezia sarà invece più sollecitata e per sgravarla (e garantire il transito dei bus senza ingorghi) saranno invertivi i due sensi di marcia di via Giacometti e di via Bossi fra il corso e via Pioda. In altre parole, non sarà più possibile immettersi da via Pioda su corso Elvezia, se non da via Balestra.
Un esempio concreto
Come visto, la gestione del traffico durante il cantiere sarà complessa. Fra le altre cose si è cercato di prevedere lo spazio necessario per i possibili ritardi del trasporto pubblico. Un esempio: su via Bossi ci sarà spazio per la sosta di tre bus. Ma se ne arrivasse un quarto? Dovrà aspettare su viale Franscini, prima del semaforo. Ne consegue che quella corsia, che oggi permette la svolta esclusiva su via Ginevra, sarà a uso dei soli bus, e che le auto che vorranno girare su via Ginevra dovranno farlo da quella che oggi è la corsia centrali di quello snodo semaforico, senza più esclusività. Ed è tutto così, lo sforzo di coordinamento della Città. Incastro dopo incastro, fino a trovare una soluzione che, sulla carta, funzioni e accontenti tutti.

