Il caso

Abusò di lei per 9 anni, ne sconterà 12 di carcere

La Corte di Appello e revisione penale ha confermato la pena inflitta in primo grado a un cittadino spagnolo che aveva violentato e sottomesso psicologicamente la giovane – È uno dei casi più gravi della cronaca giudiziaria recente mai approdato in un’aula di tribunale
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Nico Nonella
21.11.2025 18:24

È stato uno dei casi di abusi sessuali più gravi della cronaca giudiziaria recente. Sia per l’entità dei fatti commessi, sia per la loro durata: toccamenti, rapporti sessuali completi per ben nove anni, dal novembre 2014 al novembre 2023, il tutto in un ambiente famigliare caratterizzato da un dominio psicologico esercitato sulla vittima. Ossia la figliastra dell’imputato, il cui calvario è iniziato quando lei aveva appena 12 anni. In primo grado, la Corte delle Assise criminali aveva condannato l’autore di questi crimini, un 57.enne spagnolo, a 12 anni di carcere oltre all’espulsione dalla Svizzera per 12 anni. E lo stesso ha fatto oggi la Corte di Appello e revisione penale (CARP) presieduta dalla giudice Giovanna Roggero-Will (a latere Rosa Item e Francesca Lepori Colombo) e composta anche dagli assessori giurati.

Un metro di giudizio

La pena inflitta il 7 novembre 2023 dall’allora giudice Francesca Verda Chiocchetti era più severa rispetto ai 10 anni chiesti dall’accusa, rappresentata dalla procuratrice pubblica Anna Fumagalli. La sentenza di primo grado era quindi stata impugnata dall’avvocato Pascal Frischkopf, difensore dell’imputato. La decisione aveva funto da «metro di giudizio» per la Giustizia ticinese: lo scorso marzo, una Corte delle assise criminali aveva inflitto 12 anni di carcere a un 67.enne del Luganese accusato di aver abusato della figlia adottiva tra il 2012 e il 2023 (anche in quel caso, l’imputato aveva ammesso esclusivamente dei rapporti nell’ambito di una «deviata» storia d’amore nata quando la vittima aveva 16 anni). Nel 2019, invece, una coppia di bellinzonesi era stata condannata in primo grado a 15 e 13 anni di prigione per oltre cento abusi ai danni dei figli nell’arco di diversi anni.

Versioni contrapposte

Tornando al dibattimento di Appello, svoltosi martedì a Locarno, anche davanti alla CARP, l’imputato ha ribadito la sua versione dei fatti. Ossia che con la giovane ci sarebbe stata solo una relazione sentimentale iniziata nel 2021, con la figliastra – costituitasi accusatrice privata e rappresentata dall’avvocata Letizia Vezzoni – già maggiorenne.

Totalmente differente il quadro tratteggiato dall’accusa – che ha chiesto la conferma della condanna di primo grado per atti sessuali con fanciulli, ripetuta coazione sessuale e violenza carnale –, secondo cui l’uomo aveva esercitato sulla giovane un dominio assoluto, mentre gli atti sessuali sono iniziati quando la vittima aveva dodici anni. Ai toccamenti, negli anni sono seguiti rapporti sessuali, con la giovane che – ha accertato la Corte – è stata manipolata e intimidita con aggressioni fisiche e verbali, mentre i suoi movimenti sarebbero stati monitorati tramite la localizzazione. La patrocinatrice della giovane vittima ha evidenziato come la sua assistita soffra di un disturbo da stress post traumatico complesso dovuto, secondo il rapporto della psicoterapeuta della giovane, proprio «agli abusi sistematici subiti, che le hanno creato un grave danno psichico». La specialista, inoltre, «ha parlato di caso esemplare di sottomissione psicologica». La difesa si è battuta per il proscioglimento. «Le prove raccolte dimostrano l’esistenza di un rapporto sentimentale consensuale, che l’accusa ha sempre escluso», ha argomentato l’avvocato Frischkopf. A suo dire la Corte di primo grado non ha adeguatamente preso in considerazione le varie testimonianze e non ha approfondito le accuse di abusi quando la giovane era minorenne.

Lei credibile, lui no

L’intero processo è stato indiziario e tutto si è basato sulla credibilità delle parti. I giudici di primo grado avevano stabilito che la vittima lo è, al contrario dell’imputato. Lo stesso hanno fatto i giudici e gli assessori giurati della CARP. La sentenza è stata comunicata oggi alle parti.

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