Territorio

Accattonaggio molesto, «Situazione insoddisfacente»

In riva al Ceresio il fenomeno è in aumento: lo indicano le statistiche di Polizia - Il problema è la notifica delle contravvenzioni e Lugano e Locarno, maggiormente interessate dal fenomeno, chiedono una modifica legislativa - Valenzano Rossi: «Bisogna intervenire a breve» - Zaccheo: «Legge da aggiornare»
© Keystone/Salvatore Di Nolfi

«A Lugano c’è una recrudescenza del fenomeno dell’accattonaggio molesto, e le segnalazioni da parte dei cittadini sono in aumento». A confermarlo è la capodicastero Sicurezza, Karin Valenzano Rossi: il problema c’è ma gli strumenti a disposizione rischiano di non essere sufficienti. Tanto che la città in riva al Ceresio si aspetta un cambio di rotta. Già, perché ad essere confrontata con questa problematica è principalmente Lugano, seguita da Locarno. Ossia le due principali città turistiche del cantone. Qualche giorno fa, durante la conferenza stampa di bilancio della Polizia di Chiasso, è in sostanza emerso che il Mendrisotto è meno toccato dal fenomeno, diventato «acuto» a Lugano, soprattutto ad opera di bande organizzate che provengono verosimilmente dai campi rom della Lombardia.

Nulla si è mosso

Questo ci riporta alle parole della municipale luganese citate in apertura. «In effetti la recrudescenza la vediamo anche noi», afferma al Corriere del Ticino. «Post-COVID è un tema che porto sistematicamente in tutti gli incontri con il Cantone e le Polizie polo. Avevamo già espressamente chiesto la collaborazione sul tema per cercare di essere più efficaci, anche a seguito della presa di posizione della Segreteria di Stato della migrazione, che aveva chiarito come l’accordo di libera circolazione non valga per queste persone e per questo tipo di attività».

A minare l’efficacia della Polizia è in particolare un aspetto: se colti sul fatto, una volta ultimati gli accertamenti, la Legge sull’ordine pubblico (LOrP) prevede che la notifica della contravvenzione venga inviata per posta. Cosa problematica le persone sanzionate sono domiciliate in un campo rom lombardo. «Sarebbe necessario procedere con una modifica della legge a livello cantonale e prevedere la possibilità di notifica immediata da parte della polizia». L’alternativa è attendere che a una persona vengano intimate tre contravvenzioni per far emettere un divieto di entrata. Ma qui la palla passerebbe nel campo del Ministero pubblico il quale, rileva Valenzano Rossi, «ha altre priorità». Si torna dunque a una modifica della LOrP: «La abbiamo richiesta più volte al Cantone». Per ora, nulla si è mosso e Lugano vuole fare fronte comune con Locarno, «città con cui collaboriamo già molto bene su svariati temi».

«I cittadini – conclude Valenzano Rossi – sono molto infastiditi e intimoriti da queste situazioni e i nostri agenti si trovano regolarmente confrontati con gli stessi soggetti. La situazione è davvero insoddisfacente e bisogna intervenire a breve».

In riva al Verbano

Sulla stessa lunghezza d’onda ance la capodicastero Sicurezza di Locarno, Elena Zaccheo: «Bisogna cambiare la legge. Il fenomeno dell’accattonaggio è una realtà complessa che tocca sia la percezione di sicurezza dei cittadini sia il rispetto della dignità delle persone coinvolte. Siamo consapevoli delle preoccupazioni espresse dalla popolazione». La Polizia, conferma Zaccheo, è molto sollecitata: «Come autorità comunale ci impegniamo per garantire il decoro degli spazi pubblici e serenità dei cittadini; tuttavia, è importante ricordare che l’azione delle forze dell’ordine deve muoversi entro i limiti di legge. La normativa non consente un divieto generalizzato e ogni intervento deve essere giustificato da comportamenti molesti o lesivi». Anche Locarno, come detto, ha ribadito la necessità di aggiornare il quadro legislativo. «Insieme alla Città di Lugano continuiamo a lavorare costruttivamente con Cantone e Confederazione».

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