Luganese

Aggregazioni a nord-ovest: un’idea di nuovo sul tavolo

Il Municipio di Cadempino ha scritto a Comano, Cureglia, Gravesano, Bedano, Lamone, Manno e Vezia – È un primo passo per sondare il terreno e capire se tra i «vicini di casa» c’è interesse ad approfondire la questione
© Ti-Press/Benedetto Galli
Nico Nonella
09.05.2025 06:00

«Aggregazioni». Un termine che nel Luganese suscita sensazioni contrastanti. Uno scenario che se in alcune regioni, come il Malcantone, si è concretizzato con una certa regolarità (pensiamo a Tresa e Lema), c’è una zona, quella collinare a nord-ovest della Grande Lugano, dove il processo aggregativo fa molta fatica ad attecchire. Retaggio, forse, di quando si ipotizzava un’espansione della città.

Qualcosa, però, potrebbe cambiare. Il condizionale resta d’obbligo ma, stando a quanto appurato dal Corriere del Ticino, sul tavolo c’è un pour parler che vede coinvolti Comuni del Vedeggio, del Malcantone e, appunto, della Collina Nord. L’iniziativa è nata da Cadempino: in Consiglio comunale è arrivato l’invito ad approfondire uno scenario aggregativo con i vicini di casa e il Municipio ha dato seguito decidendo di sondare il terreno. Proprio per questo, nelle scorse settimane, l’Esecutivo ha inviato una lettera ai Comuni vicini. Stando a nostre informazioni, si tratta di Comano, Cureglia, Gravesano, Bedano, Lamone, Manno e Vezia. «Vogliamo raccogliere informazioni per capire la disponibilità dei vari Esecutivi», afferma il sindaco di Cadempino Tom Cantamessi. In base alle risposte ricevute si valuterà come procedere. L’iniziativa, spiega ancora il sindaco, «è nata dal basso. In Ticino la direzione verso la quale si sta andando è questa».

Tra scenari e levate di scudi

Tentativi di aggregazione, in questa regione, erano già stati fatti in passato, ma senza successo. Nel 2021 il Governo aveva approvato un messaggio che sanciva l’abbandono della fusione tra Gravesano e Bedano alla luce del voto consultivo del 18 ottobre 2020. Nel settembre di nove anni fa, invece, i sindaci di Cadempino, Canobbio, Comano, Cureglia, Massagno, Origlio, Ponte Capriasca, Porza, Savosa e Vezia avevano scritto al Dipartimento delle istituzioni per comunicare il proprio assenso di massima al nuovo scenario territoriale previsto dal Piano cantonale delle aggregazioni (PCA) per la Collina Nord del Luganese. Quando venne presentato, nel novembre del 2013, il PCA prevedeva un Luganese diviso in soli sette Comuni: Vedeggio, Medio Vedeggio, Capriasca, Malcantone est, Malcantone ovest, Lugano e Val Mara. Con la sua «nuova versione», il documento programmatico ipotizzava invece la creazione anche dei Comuni di Collina Nord e Collina Sud. Inizialmente il DI intendeva dar vita a una «grandissima Lugano» inglobando nella città Massagno, Paradiso, Canobbio, Porza, Savosa, Vezia, Cureglia, Muzzano, Sorengo, Collina d’Oro, Grancia, Melide, Vico Morcote e Morcote. Una proposta che aveva portato a una vera levata di scudi da parte di buona parte dei Municipi.

Di qui la nuova ripartizione territoriale, anche se piuttosto che di fusioni (che i dieci Municipi avevano giudicato «per nulla necessarie a medio termine»), il disegno proposto dal Cantone era stato visto come «scenario di riferimento» per il futuro. Delle linee guida, insomma.

Parola chiave: collaborazione

Il tema «aggregazione» è tornato a fare capolino anche in Malcantone: a febbraio il consigliere comunale indipendente Giorgio Barozzi aveva inoltrato una mozione a favore di una fusione tra Caslano, Magliaso e Pura. Come previsto dalla Legge organica comunale, è stata costituita un’apposita commissione. Nel frattempo, conferma il sindaco di Caslano Emilio Taiana, i tre Esecutivi si sono incontrati e hanno deciso di potenziare la collaborazione già in essere trai tre Comuni e, se caso, individuare altri ambiti dove è possibile cooperare maggiormente. Insomma, per ora non se ne parla.

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