Al di là del confine si spera nella rivoluzione

La speranza ha iniziato a farsi strada tra le crepe dello scetticismo iniziale. Non fa ancora l’unanimità tra gli abitanti e gli esercenti di Ponte Chiasso, ma il sentimento comune converge su un paio di punti essenziali che fanno ben capire la portata della rivoluzione che si verificherà nel quartiere di confine (vedi CdT dell’1.6). L’arrivo di Esselunga, che si inserisce in un progetto che mira a riqualificarne il centro, con riorganizzazione viaria annessa, viene definito come una manna dal cielo, una sorta di ancora di salvataggio per un quartiere che ha visto la perdita di circa quindici negozi tra alimentari, bar e ristoranti nell’arco degli ultimi due anni. Una località movimentata praticamente solo dal via vai delle macchine che entrano ed escono dalla dogana di Chiasso Strada, ma senza fermarsi perché «non c’è niente da vedere». In aggiunta, la grave carenza di parcheggi pesa sulla collettività (e anche sul portafoglio dato che un giorno sì e due no qualcuno prende una multa). Ecco, questo è un breve sunto della chiacchierata che abbiamo fatto con alcuni abitanti e esercenti di Ponte Chiasso che si dicono fiduciosi per quello che comporterà il nuovo progetto, ma che conservano un asso nella manica per difendersi dalla grande distribuzione: giocare sulla qualità dei prodotti.
Incertezza dietro l’angolo
Quando era stata presentata alla popolazione la prima versione del progetto lo scetticismo e la preoccupazione avevano preso il sopravvento. Comprensibile, diciamo noi, visto che solitamente le piccole realtà di quartiere, in questo caso negozietti e alimentari, hanno poco margine di manovra contro un centro commerciale che si appropria di una buona fetta di affluenza. A Ponte Chiasso questo aspetto è ancora avvolto dall’incertezza, dato che i negozi «storici», come ad esempio il macellaio o il panettiere, decideranno le sorti della loro attività nel momento in cui Esselunga aprirà i battenti. Detto questo, durante la nostra passeggiata la frase ricorrente tra gli esercenti è stata «ben vengano soluzioni che portino un po' di movimento da queste parti perché è diventato un mortorio, le attività chiudono in continuazione e si potrebbe risolvere la carenza di parcheggi». È bene precisare che sì, la maggior parte degli intervistati la pensa in questo modo, ma non tutti. Alcuni parlano di concorrenza sleale, «non abbiamo le possibilità sia economiche che di offerta della grande distribuzione, rischiamo di assistere alla fine di quella realtà di quartiere che da sempre caratterizza Ponte Chiasso. In aggiunta se riorganizzano la viabilità saremo tagliati fuori».
Focus sulla qualità
La chiusura di oltre una decina di attività negli ultimi due anni, avvenuta in stile effetto domino, ha costretto i pochi negozi rimasti a riorganizzarsi. Ad esempio, per comprare della frutta o della verdura bisogna andare dal macellaio, che ha messo a disposizione uno scaffale del suo negozio per questi prodotti dopo la chiusura dello storico fruttivendolo. Un supermercato, come ci spiega una signora anziana, servirebbe per concentrare tutto in un posto solo ed evitare di saltare da un negozio all’altro per fare la spesa. Chi invece decide di resistere nonostante l’arrivo del nuovo inquilino punta sulla qualità. «Ci difenderemo con i prodotti che vendiamo, in ogni caso il progetto, oltre a riqualificare il territorio e rivalorizzare Ponte Chiasso, porterà inevitabilmente più persone. Adesso le attività sopravvivono grazie ai ticinesi, agli impiegati doganali che vengono a fare colazione, ai camionisti in transito e ai frontalieri».
Qualche dettaglio
Il progetto come detto non riguarda solo la costruzione di un nuovo grande negozio che ospiterà Esselunga, ma anche di una riqualificazione del centro del quartiere di confine unitamente a una riorganizzazione viaria. Sul terreno noto come ex Lechler che si affaccia su via Bellinzona verrà edificato uno stabile di tre piani che accoglierà un parcheggio interrato di 300 posti (che potrebbe risolvere l’annosa questione della carenza di parcheggi), spazi commerciali dedicati, appunto, a Esselunga, un terminal per i bus sul tetto e un parco pubblico. Fanno parte del progetto anche la creazione di una zona 30 in centro, nuovi marciapiedi e strisce pedonali che vanno da via Bellinzona, a piazzale Anna Frank fino alla dogana, così come una nuova rotonda al posto dei semafori attuali per fluidificare il traffico.
La prima proposta che creò timore
Del progetto se ne parla ormai da tempo. Era infatti l’inizio di marzo del 2019 quando un disegno di massima fu presentato alla popolazione durante un’assemblea pubblica suscitando fin da subito perplessità e le prime reazioni controverse. La proposta preliminare fatta dai progettisti e dall’assessore all’Urbanistica, secondo diversi abitanti avrebbe fatto morire tutte le attività soprattutto per via della soppressione di quella ventina di parcheggi che si trova ai lati di via Bellinzona. Fondamentali, per i commercianti della zona, in quanto «i clienti possono fermarsi al volo».