Diocesi di Lugano

Alain de Raemy: «Papa Leone XIV, un uomo umile, discreto, dolce e preciso»

L'amministratore apostolico della Diocesi di Lugano ha conosciuto Prevost nelle vesti di prefetto del Dicastero per i vescovi: «Scrivendo a mano il suo discorso, ha dimostrato di voler portare qualcosa di concreto»
© CdT/Gabriele Putzu
Jenny Covelli
08.05.2025 22:30

«Un nome inaspettato, una persona inaspettata, che viene da un Paese inaspettato, anzi due: il nord e il sud dell'America. È geniale». È questo il commento a caldo dell'amministratore apostolico della Diocesi di Lugano Alain de Raemy, sull'elezione di papa Leone XIV. Robert Francis Prevost è stato eletto al quarto scrutinio, segno di un ampio consenso tra i cardinali. «Hanno aiutato, sono sicuro, il suo profilo, la sua biografia, ma anche il fatto che era il capo del Dicastero per i Vescovi. Lo conoscevano personalmente».

E personalmente lo ha anche incontrato de Raemy, proprio in quanto vescovo (nominato il 30 novembre 2013 e ordinato l'11 gennaio 2014 nella Cattedrale di san Nicola in Friburgo, ndr.). «Ho avuto un colloquio con lui», racconta, «e ho trovato un uomo molto umile, discreto, tutto il contrario di una persona che vuole mettersi in mostra. Umile, dolce e molto preciso. Un uomo che lavora bene».

Il nome, anzitutto. Leone XIV, nel ricordo di Leone XIII, il Papa della prima enciclica sociale, la Rerum Novarum. E l’esordio, con quel «la pace sia con tutti voi» che ha stabilito subito una familiarità. Nel suo primo discorso, il Papa ha pronunciato ben nove volte il termine «pace». «Pace, unità, coinvolgimento, l'accoglienza nella Chiesa», fa notare de Raemy. «"Pace a voi!" disse Gesù ai suoi discepoli dopo la resurrezione. Loro si aspettavano un rimprovero e invece lui ha voluto rassicurarli. Lo stesso ha fatto oggi il Pontefice. Ha voluto rassicurare i fedeli, come ha fatto Gesù». Ma anche un chiaro riferimento alla situazione attuale nel mondo: «Ha parlato di una pace disarmata e disarmante».

Torniamo ai numeri e alle parole. Per otto volte Leone XIV ha detto «unità». L'amministratore apostolico della Diocesi di Lugano ne è sicuro: «Ha nominato più volte papa Francesco e intende portare avanti il suo messaggio di unione. Francesco lo aveva scelto per occuparsi dei vescovi. E anche allora era stato una sorpresa. Non si trattava di una personalità conosciuta, era un missionario che svolgeva il suo lavoro in Perù. Aveva lasciato gli Stati Uniti, un Paese ricco (anche se la povertà non manca di certo) per andare in Sudamerica. Non era di certo l'americano che si vede nei film».

Unione significa dialogo. E Leone XIV ha parlato di una Chiesa che costruisce ponti, con le braccia aperte. «Il fatto che abbia voluto preparare un (primo) discorso e che abbia parlato in spagnolo per salutare "la sua cara Diocesi di Chiclayo" non è un caso», commenta ancora de Raemy. «Che la sua lingua madre sia l'inglese, poi, è un grande vantaggio. Si parla in tutto il mondo e il Pontefice non avrà bisogno di interpreti». Prevost si è presentato alla Piazza e ai fedeli di tutto il mondo come agostiniano, «figlio di Sant'Agostino». «Il Pontefice ha portato il messaggio della biografia di Sant'Agostino. Un personalità incredibile, che ha vissuto una vita dissoluta e si è convertito, ha scoperto la fede ed è poi stato un grande predicatore. Ha portato la sete di Dio, "la mia anima non riposerà fino a quando non sarà con te, signore"».

E i ticinesi, domandiamo infine all'amministratore apostolico della Diocesi di Lugano, ameranno questo Papa? «Lo diranno loro stessi, io non mi ergo a portavoce», conclude. «Sicuramente apprezzeranno il fatto che ha scritto quello che voleva dire, perché è già un segno della volontà di portare qualcosa di concreto. Un discorso scritto a mano, appena è stato eletto, nella “Stanza delle lacrime” in cui si è recato per indossare le vesti bianche e vivere alcuni momenti di intimità. Infine, anche la Loggia delle Benedizioni è diventata il "balcone delle lacrime", con l'emozione che il nuovo Pontefice non ha nascosto e ha lasciato trasparire dai suoi occhi».

Il messaggio ufficiale dell'amministratore apostolico della Diocesi di Lugano per l'elezione del Santo Padre: «Ho appreso con grande gioia dell’elezione del nuovo Santo Padre Leone XIV. Con tanta gratitudine ci uniamo in preghiera per lui e per il suo nuovo ministero a guida e a servizio della Chiesa. Che il Signore accompagni i suoi passi con saggezza e amore, suscitando fede e unità tra tutti noi. In questo particolare momento storico, segnato da tante sofferenze ma anche dall’anno di grazia del Giubileo della speranza, affidiamo con gratitudine il Santo Padre allo Spirito Santo e alla Vergine Maria, affinché lo sostengano con forza e serenità e lo guidino in ogni sua decisione».