Ticino

«Allievi ucraini, equilibrio ritrovato»

In Ticino si contano oltre 900 minorenni scappati dal conflitto, quasi 500 stanno già frequentando le lezioni - Manuele Bertoli: «La strategia sta dando i suoi frutti, la quota di studenti negli istituti del Mendrisiotto è calata e la distribuzione ora è migliorata»
Martina Salvini
03.05.2022 19:18

Le scuole ticinesi hanno già aperto le proprie porte a quasi 500 allievi ucraini. «E nelle prossime settimane contiamo di raggiungere anche coloro che sono sottoposti all’obbligo scolastico o formativo, ma che non si sono ancora annunciati». Parola del direttore del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (DECS) Manuele Bertoli, che, due mesi e mezzo dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, traccia un primo bilancio dell’accoglienza e della scolarizzazione dei rifugiati nel nostro cantone.

Complessivamente, finora sono oltre 920 i bambini e i giovani sotto i 17 anni con lo statuto di protezione S attribuiti al Ticino. «Un numero che corrisponde alle stime che avevamo fatto già a inizio marzo. Da allora, sono stati scolarizzati 91 allievi in età di scuola dell’infanzia, 192 di scuola elementare, 139 di scuola media e 64 di scuola postobbligatoria e i numeri sono in regolare e costante aumento», spiega il consigliere di Stato. Nel frattempo, la decisione della Segreteria di Stato della migrazione (SEM) di riequilibrare il numero di rifugiati tra i diversi cantoni «ha cominciato a produrre i suoi effetti, ragion per cui per il momento le nuove attribuzioni al Ticino da parte della Confederazione avvengono con il contagocce». Tuttavia, al contempo, «vi sono quotidianamente diverse entrate nel dispositivo cantonale riconducibili a privati, che dopo aver ospitato le persone per qualche settimana o mese le portano al centro di Cadenazzo».

Una gestione «più razionale»

Con il passare delle settimane, poi, migliora anche l’equilibrio nei diversi istituti scolastici del territorio, «grazie a una gestione razionale dei nuovi arrivi e una collocazione mirata negli appartamenti». A inizio aprile, ricorda Bertoli, «il 40% degli allievi era concentrato nel Mendrisiotto. Ora questa quota è scesa al 32,9%, avvicinandosi così maggiormente alla chiave di riparto ideale del 16-19%, basata sul numero di sezioni scolastiche di questo circondario». Parallelamente, gli allievi nel Bellinzonese, «che erano solo il 10%, rappresentano ora il 17,5% del totale, riavvicinandosi così alla quota ideale del 22-27%». E anche nel Luganese e nel Locarnese «si stanno facendo passi nella giusta direzione per evitare la concentrazione di troppi allievi in poche sedi». Segno che «la strategia intrapresa sta dando i suoi frutti».

«Complessivamente - assicura Bertoli - le cose vanno bene, e le scuole stanno facendo un ottimo lavoro» 
Manuele Bertoli, direttore del DECS

Il grande lavoro delle scuole

Nonostante l’importante numero di allievi arrivati nelle scuole, finora gli istituti stanno gestendo bene la sfida. «Complessivamente - assicura Bertoli - le cose vanno bene, e le scuole stanno facendo un ottimo lavoro». Per garantire l’integrazione dei nuovi arrivati, il Dipartimento nelle ultime settimane ha anche potenziato il numero di allievi di lingua e integrazione, aumentando le ore di insegnamento dei docenti specializzati e assumendone di nuovi. Un passo, osserva il direttore del DECS, «necessario per poter accompagnare in maniera adeguata l’accoglienza dei nuovi allievi» nelle classi, soprattutto da qui alla fine dell’anno scolastico. Da settembre, poi, con la ripresa delle lezioni, l’idea sarebbe quella di partire con l’apprendimento vero e proprio. Durante l’estate, però, il DECS vorrebbe in qualche modo il percorso iniziato, magari offrendo corsi di lingua agli allievi ucraini: «Stiamo affinando le proposte, saranno presentate presto», conferma Bertoli.

Stanziati 18 milioni

Per poter mettere a punto un piano articolato di accoglienza, il Consiglio di Stato aveva già stanziato un credito di 3 milioni, di cui mezzo milione per potenziare il servizio scolastico di lingua e integrazione e 50 mila franchi per le spese di trasporto degli allievi e refezione. Un importo che, nel frattempo, è già stato aumentato. «Ad oggi - spiega il consigliere di Stato - siamo a uno stanziamento complessivo di 18,1 milioni». Soldi che «servono a coprire i costi previsti fino a fine giugno o fine agosto, a seconda della tipologia di spesa». Ma non è finita qui, perché «sono da prevedere ulteriori spese, ad esempio per coprire i costi derivanti dal riconoscimento delle spese per gli alloggi indipendenti occupati prima del 14 aprile, che partirà dal 1. luglio». Tuttavia, ricorda il consigliere di Stato, le uscite finanziarie saranno in parte rimborsate dalla Confederazione: «Una parte considerevole dei crediti concessi a sostegno dei titolari di uno statuto di protezione S sarà coperta dai contributi federali, tenendo anche conto del numero particolarmente elevato di attribuzioni al Ticino in questi primi due mesi dall’inizio della guerra».

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