Politica

Anticipare il tedesco a scuola tra scetticismo e apertura

Il PS e Il Centro (PPD) reagiscono alla possibile accelerata che il dossier subirà dopo l’estate - Pugno Ghirlanda: «Proposte inefficaci» - Ghisla: «Tema complesso, decideremo a breve la nostra strategia»
Paolo Gianinazzi
15.07.2022 21:15

Sulla possibilità di anticipare l’insegnamento del tedesco nelle scuole ticinesi, la politica sta provando a dare un’eccelerata. Come riferito nell’edizione di martedì, il fronte composto da PLR, Lega e UDC intende «tirar fuori» il dossier dai cassetti della Commissione formazione e cultura, possibilmente già a settembre. Il tema, infatti, è sul tavolo della Commissione già da tempo, ma a causa della pandemia (e del lungo dibattito sul tema dei livelli) la discussione tra i partiti si era in parte arenata. E ora, appunto, c’è chi vorrebbe dare un nuovo impulso agli atti parlamentari sul tema: una mozione del PLR e un’iniziativa targata UDC.

Ma che cosa ne pensano Il Centro (PPD) e il PS. I popolari democratici si riuniranno per discutere di questo tema (e di quello dei livelli) il 20 luglio, mentre il PS, senza mezzi termini, si dice contrario alla proposta.

Una posizione da chiarire

«Non abbiamo ancora una posizione definitiva», spiega da noi contatto Alessio Ghisla (Il Centro/PPD), «ma ci riuniremo il 20 luglio per discutere di questo tema e di quello del superamento dei livelli alle Medie, anche perché i due discorsi sono connessi fra loro». Ad ogni modo, aggiunge Ghisla, «il tema ci sta a cuore e riteniamo giusto ‘tirar fuori’ il dossier dai cassetti: ricordo che Monica Duca Widmer già nel 2009 aveva inoltrato una mozione su questi aspetti».

Più in generale, prosegue il granconsigliere, «di principio non siamo contrari tout court all’anticipo del tedesco, però vista la complessità dell’argomento preferiamo approfondirlo per bene prima di prendere posizione». Già, perché come ricorda Ghisla, anticipare il tedesco sarebbe un cambiamento importante, con delle criticità di cui si deve tenere conto: «Iniziare già alle Elementari significherebbe sacrificare il francese. E non dobbiamo dimenticare che diversi studenti ticinesi scelgono le università romande. Inoltre, bisognerebbe formare i docenti. Sarebbe, insomma, un vero e proprio cambio di paradigma». Anticiparlo alla prima media, invece, «avrebbe conseguenze sulla griglia oraria, che è già molto fitta». Insomma, chiosa Ghisla, «in ogni caso sarebbe un cambiamento importante. Occorrerà quindi ragionarci bene e ponderare gli aspetti e gli interessi in gioco».

I passi avanti già fatti

Ma se da parte del Centro (PPD) c’è un’apertura al dialogo (seppur con qualche criticità da mettere in conto), da parte del PS arriva una bocciatura. In primis, ci spiega la granconsigliera Daniela Pugno Ghirlanda, perché in questi ultimi anni di sforzi per rafforzare l’insegnamento del tedesco ne sono già stati fatti parecchi: «Va ricordato che di recente il Gran Consiglio ha approvato all’unanimità un importante potenziamento degli scambi linguistici di lunga durata. Un’offerta importante, in particolare per gli apprendisti, ma aperta anche agli studenti liceali e agli insegnanti. Inoltre, dal settembre 2020 per il tedesco sono stati introdotti i Laboratori a classe dimezzata in seconda media: si tratta di un’organizzazione molto efficace, che permette un insegnamento più individualizzato, ossia ciò di cui ha bisogno una materia come il tedesco».

Ad ogni modo, entrando nel merito delle proposte, Pugno Ghirlanda resta scettica sulla loro reale efficacia: «Per lingue come il tedesco, il tipo d’insegnamento che funziona è quello a ‘immersione totale’, come proposto, ad esempio, dagli scambi linguistici a lunga durata. Non è introducendo qualche ora d’insegnamento in prima media o alle elementari che si sviluppano veramente le competenze degli allievi. Significa illuderli, e allo stesso tempo ridurre le loro competenze in francese. Perché se introduciamo il tedesco alle elementari per forza quest’ultima lingua andrebbe almeno in parte sacrificata». Insomma, secondo la granconsigliera socialista «l’intenzione di potenziare il tedesco è del tutto condivisibile, ma le proposte fatte in questo modo fanno pensare a ‘spot elettorali’: «Si vuole far credere di portare avanti una politica di potenziamento del tedesco. Ma, in realtà, se un potenziamento non è efficace, allora non è un potenziamento. Anzi, come detto peggiorerebbe la situazione, indebolendo altre materie: se si potenzia qualcosa, qualcos’altro va perso per strada».

Ora, detto delle criticità, la deputata socialista tiene comunque a fare una precisazione di carattere istituzionale, poiché quest’anno è pure presidente della Commissione formazione e cultura: «Personalmente sono contraria alle proposte per anticipare il tedesco. Ma, dal punto di vista di presidente della Commissione, ora ciò che vorrei fare sono delle audizioni con insegnanti ed esperti di materia, in modo che possano spiegare bene le implicazioni di cambiamenti di questo genere. Dobbiamo sentire delle voci qualificate per trovare le soluzioni migliori ed evitare di portare avanti proposte inefficaci».

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