Il caso

Anziani deceduti: si va verso il processo

Sementina, salvo sorprese i vertici della casa anziani sono intenzionati ad impugnare il decreto d'accusa - E questo nonostante il fatto che non contenga l'ipotesi di reato formulata inizialmente, ossia quella di omicidio colposo
© CdT/Chiara Zocchetti
Alan Del Don
03.05.2022 14:10

Salvo sorprese, approderà in Pretura penale a Bellinzona l’inchiesta sulla diffusione del coronavirus nella casa anziani di Sementina durante la prima ondata pandemica, quella della primavera 2020. Come appreso dal Corriere del Ticino, il direttore generale, la direttrice sanitaria e una terza persona attiva allora nell’istituto impugneranno quasi sicuramente il decreto d’accusa emanato dal procuratore generale Andrea Pagani e dalla collega Pamela Pedretti per ripetuta contravvenzione alla Legge federale sulla lotta contro le malattie trasmissibili dell’essere umano. E questo per non aver rispettato le direttive e le istruzioni delle autorità competenti volute per arginare la propagazione della COVID-19. A Sementina, ricordiamo, si verificarono 21 decessi fra gli 80 ospiti.

Il fatto che nei decreti non sia contenuta l’ipotesi di reato principale, formulata nell’ottobre 2020, ossia quella di omicidio colposo, poteva lasciar immaginare che i vertici della casa anziani Circolo del Ticino potessero anche voltar pagina. Invece, come detto, sono intenzionati ad interporre opposizione contro i decreti nei quali viene proposta una multa. Pertanto si va verso il processo alla Pretura penale di Bellinzona. Nel frattempo, in attesa di poter avere una reazione del sindaco della capitale Mario Branda impegnato professionalmente, si registra la presa di posizione del Movimento per il socialismo che torna a chiedere una commissione d’inchiesta parlamentare su quanto accaduto. "Accanto alle responsabilità penali, confermate dal Ministero pubblico, vi sono anche responsabilità politiche e morali. Da parte dei dirigenti della casa anziani di Sementina (...) ma anche da parte del Municipio di Bellinzona che in questi due anni ha imperterrito difeso l’indifendibile spingendosi addirittura a garantire le spese legali ai tre dirigenti", afferma l'MPS in una nota.

La reazione del Municipio

Nel corso del pomeriggio è giunta alle redazioni la nota da parte del Municipio di Bellinzona, che «ha preso atto della comunicazione del Ministero pubblico». L'esecutivo cittadino ribadisce che «i legali dei diretti interessati hanno già fatto sapere di voler presentare opposizione, ragione per cui il procedimento risulta tutt’ora aperto e, di conseguenza, si rivela del tutto prematuro trarre delle conclusioni». Il Municipio conferma per il resto quanto affermato in risposta alle diverse interpellanze presentate in Consiglio comunale sul tema in questione.

La reazione di AdiCASI

L’Associazione dei direttori delle Case per Anziani della Svizzera Italiana, si legge in un comunicato, «ha appreso oggi la formulazione di tre decreti d’accusa nei confronti di tre persone attive nella Casa anziani di Bellinzona-Sementina». L’Associazione, prosegue la nota, «pur non entrando nel merito della vicenda riconosce che l’esclusione dell’accusa di omicidio colposo toglie alle strutture per anziani ticinesi un peso che ha gravato per molti mesi sulle coscienze e le scelte di chi si è trovato ad affrontare un virus completamente sconosciuto».

«Pur nel più profondo rispetto delle sofferenze generate dalla pandemia a residenti e famigliari, le notizie odierne simbolicamente chiudono il periodo più difficile per le case anziani del nostro cantone» conclude l'Associazione. «Due anni durissimi durante i quali le paure legate al virus, l’applicazione di rigide misure sanitarie e chiusure hanno messo a dura prova le direzioni, i collaboratori e i residenti delle strutture, come recentemente evidenziato anche dai risultati di uno studio commissionato dall’Ufficio federale della sanità pubblica».

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