Anziani maltrattati a Balerna? L’infermiere nega tutto

Una casa anziani balzata agli onori della cronaca a causa di maltrattamenti agli ospiti. Due ex dipendenti condannati per fatti di questa natura. Un ambiente di lavoro segnato da questa vicenda, contraddistinto da frizioni tra colleghi. Un secondo filone d’inchiesta che porta a procedure penali nei confronti di altri dipendenti. La vicenda approdata oggi di fronte alla Corte di appello e revisione penale presieduta da Giovanna Roggero-Will non può essere affrontata a prescindere dal suo contesto. E quello in cui si è ritrovato il centro anziani di Balerna è senza dubbio complesso e delicato.
Alla sbarra oggi vi era un 49.enne ex infermiere dell’ospizio momò, oppostosi alla sentenza di primo grado emessa poco meno di un anno fa da una Corte delle assise correzionali di Mendrisio. L’uomo era accusato di coazione, ripetuta, tentata e consumata nei confronti di 8 ospiti della struttura, per fatti avvenuti tra il 1. aprile e l’11 giugno del 2014. Il giudice Amos Pagnamenta lo aveva condannato soltanto per il suo comportamento con un’anziana, a una pena pecuniaria sospesa per 2 anni.
Il 49.enne ha però sempre sostenuto la sua innocenza e si è opposto alla decisione. «Non ho mai perso la pazienza con gli ospiti», ha spiegato. «Il mio cliente è accusato ad esempio di aver maltrattato un’anziana che piangeva e non voleva prendere una pastiglia minacciando di legarla ad una sedia a rotelle e di farla finire a Sant’Antonio, ma lui non ha mai detto queste cose. E anche se le avesse dette sarebbe evidentemente una battuta», ha detto il suo avvocato Rossano Bervini durante la sua lunga arringa, ricordando che l’anziana era anche sorda e che in un contesto simile ci possono essere problemi di comunicazione e comprensione.
Oggi in aula erano presenti anche la procuratrice pubblica Valentina Tuoni e l’avvocato Sebastiano Pellegrini, rappresentante della parte civile ad essersi opposta alla sentenza del 2018. Per loro gli episodi gravi per i quali l’uomo dovrebbe essere condannato sono più di quelli sanzionati da Pagnamenta. La loro richiesta è la conferma del decreto d’accusa. Sarà ora la giudice Roggero-Will a dover stabilire se i fatti riassunti nel decreto sono tali da poter essere riconosciuti dalla Legge come coazione. Un reato che, per definizione, concerne violenza o minaccia di grave danno contro una persona, o intralcio in altro modo della libertà d’agire, che costringe la vittima a fare, omettere o tollerare un atto. Giuridicamente il confine con altri reati o con l’assenza di reato può essere sottile. La sentenza è attesa nelle prossime settimane.