Il caso

Appalti record per ben 250 milioni

Nuove Officine FFS di Castione: entro la fine dell'anno verrà pubblicata una decina di bandi – La parte del leone la faranno i lavori di costruzione e le attrezzature per l'esercizio
Alan Del Don
07.04.2022 06:00

Nove commesse per quasi 250 milioni di franchi. Cifre importanti, che si leggono raramente alle nostre latitudini, perché tale è il progetto delle nuove Officine FFS di Castione. Sia le Ferrovie sia il Consiglio di Stato e la Città di Bellinzona lo stanno ribadendo da quell’11 dicembre 2017 che imbiancò la Turrita come non mai, ma che fu anche il giorno della presentazione della tanto attesa dichiarazione d’intenti sottoscritta dalle parti. Adesso ci si sta preparando a fare sul serio. In attesa che a fine mese siano tolti i veli ai piani del futuro stabilimento industriale e scatti l’iter secondo le norme previste dalla Legge sulle ferrovie, negli scorsi giorni come appreso dal CdT sono stati preannunciati i bandi di concorso che verranno pubblicati entro la fine di quest’anno o al più tardi ad inizio 2023.

Dieci chilometri di binari

L’obiettivo, sottolinea la stessa ex regia federale, è quello di «informare il mercato in merito ai prossimi appalti» relativi al moderno sito produttivo da 580 milioni che verrà messo in funzione nel 2026 (con il trasloco delle installazioni che comincerà in marzo: da notare che per 18 mesi saranno in esercizio entrambe le sedi) e che darà lavoro a 360 collaboratori e ad un’ottantina di apprendisti. La commessa più sostanziosa (100 milioni) è quella inerente da un lato lo scavo principale e, dall’altro, l’esecuzione del complesso fino alla messa in esercizio. Il cantiere aprirà nel 2024. Le superfici previste, stando al piano industriale illustrato prima dello scorso Natale, sono le seguenti: circa 143.000 metri quadrati per l’area esterna, 48.000 metri quadri per la produzione e la logistica, 9.400 per gli uffici e 4.000 per gli edifici tecnici. Altri 100 milioni complessivi – perfettamente divisi a metà – riguardano due aspetti ben distinti. Il primo è quello concernente le opere da impresario costruttore del genio civile, ossia gli accessi ai binari (verranno posati ben 10 chilometri e 30 scambi), i ripari fonici, i sottopassi, le sottostrutture, eccetera. In questo caso i lavori prenderanno avvio nel 2023 per concludersi, con le ultime sistemazioni, nel 2027. Il secondo appalto ha a che fare con l’acquisto delle attrezzature necessarie all’esercizio.

Quei terreni così preziosi

E siamo a 200 milioni per sole tre commesse. Gli altri 50 o poco meno concernono i lavori preliminari da impresario costruttore (20), quelli di preparazione del cantiere (viabilità provvisoria, marciapiedi, piste ciclopedonali, illuminazione e così via per un totale di 10 milioni) e i servizi connessi alla costruzione delle future Officine (11). Una nota a parte merita l’appalto (5 milioni) relativo alle aree per il compenso agricolo delle Superfici per l’avvicendamento delle colture (SAC). Come è noto per l’edificazione dello stabilimento a Castione verranno sacrificati 78.000 metri quadrati di questi preziosi terreni. Abbiamo avuto modo di riferirne a più riprese: le FFS hanno individuato dei fondi in Riviera e nel Bellinzonese. Verranno svelati nell’ambito della pubblicazione dei piani, con l’indicazione altresì delle misure individuate per garantire il rispetto del contingente SAC prescritto dal Piano settoriale della Confederazione. È un tema, questo, che ha fatto molto discutere; non a caso i Comuni bassoleventinesi e l’Unione contadini ticinesi, ma non solo, avevano proposto quale alternativa per ospitare il nuovo sito il comparto dismesso dell’ex Monteforno di Bodio-Giornico. Poi, come sappiamo, il Tribunale amministrativo federale ha respinto i ricorsi inoltrati contro la determinazione della zona riservata di 150.000 metri quadrati, dando de facto ragione alle Ferrovie. La sentenza è stata osteggiata dalla ditta Mancini&Marti, di modo che l’ultima parola spetta ora al Tribunale federale.

La politica è vigile

Finora è stato aggiudicato un appalto (12 milioni di franchi, per la durata di sette anni), nel maggio 2020, al Consorzio Al Galett con capofila lo studio Orsi & Associati di Bellinzona, in merito alle prestazioni di progettista generale. Mentre entro fine settimana si saprà chi si aggiudicherà le prestazioni di coordinamento del progetto, con incarico che andrà da metà giugno 2022 indicativamente a fine 2027. L’attenzione, anche della politica (ricordiamo la recente interpellanza del PLR al Governo), è comunque focalizzata sulla costruzione vera e propria dell’Officina. Da noi interpellata ad inizio marzo, la direttrice regionale delle FFS Roberta Cattaneo ci aveva spiegato che si è deciso di «indire una gara d’appalto impresa totale unicamente per la realizzazione dell’edificio».

Le cifre

Per le nuove Officine FFS si prevede un investimento di 580,5 milioni di franchi. La parte del leone la fa naturalmente l’edificazione dello stabilimento e dei binari annessi; si tratta di 454,1 milioni così ripartiti: 320,6 finanziati dalle Ferrovie, 120 da Cantone e Città di Bellinzona, mentre i restanti 13,5 costituiscono finanziamenti supplementari per opere di interesse comune (strade e canalizzazioni). Circa 123 milioni saranno destinati all’allacciamento ferroviario ed al deposito TiLo, altri 3,5 per la costruzione di un ristorante. Inizialmente si prevedeva un investimento di 360 milioni; l’aumento della spesa è legato alla crescita delle attività previste nel futuro impianto.

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