Locarnese

Atti sessuali con fanciulli, ci sono altre potenziali vittime

I nuovi fatti emersi dalle indagini a carico dell’agente di una Polizia comunale sarebbero antecedenti a quelli che hanno portato al suo arresto - Il Municipio ribadisce: «Nessuna segnalazione al momento dell’assunzione»
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Spartaco De Bernardi
08.08.2025 18:00

Emergono importanti novità dall’inchiesta a carico dell’agente di una Polizia comunale del Locarnese arrestato lo scorso 22 luglio con l’accusa di atti sessuali con fanciulli. Gli accertamenti e gli interrogatori compiuti nelle due ultime settimane hanno portato gli inquirenti ad individuare altre potenziali vittime del quarantenne, la cui carcerazione preventiva è stata decretata fino all’inizio del prossimo mese di settembre. Da quanto siamo riusciti ad appurare, le ulteriori attenzioni inopportune ai danni di ragazzini sarebbero avvenute in un periodo antecedente rispetto a quelle per le quali l’uomo è finito in prigione. Si tratterebbe di fatti lontani nel tempo, commessi quando il quarantenne era molto giovane ed, evidentemente, non indossava ancora la divisa di poliziotto. Molto più recenti, invece i presunti atti sessuali con fanciulli in relazione ai quali è stato aperto il procedimento penale coordinato dal procuratore pubblico Luca Losa nei con fronti dell’agente: sarebbero, infatti avvenuti tra cinque e sei anni fa. Nel frattempo la presunta vittima ha raggiunto la maggiore età.

I presunti atti sessuali con fanciulli che sarebbero stati commessi dal poliziotto - nei confronti del quale, come abbiamo già avuto modo di riportare da queste colonne, il Municipio del Comune presso il quale prestava servizio ha avviato un’inchiesta amministrativa -, sono venuti alla luce a seguito di un altro episodio del quale si è reso protagonista l’uomo: un presunto maltrattamento ai danni del figlioletto del quale si sarebbe accorto il personale sanitario che aveva preso in cura la piccola vittima. Da qui la segnalazione alle autorità che ha fatto partire gli accertamenti per appurare l’origine dei traumi riportati dal minore. Sarebbe stata in particolare l’analisi dei file custoditi nel telefono cellulare dell’agente di Polizia a portare al suo fermo, poi tramutato in arresto, con l’accusa di aver commesso atti sessuali con fanciulli.

«Procedura rispettata»

Sulla vicenda interviene anche il Municipio del Comune nel quale l’agente era attivo per ribadire la propria posizione . E questo dopo che un portale d’informazione ha riportato le accuse lanciate via social da un consigliere comunale sull’asserita mancanza di verifiche al momento dell’assunzione dell’uomo. «In fase di assunzione dell’agente in questione erano state regolarmente effettuate secondo la procedura, da parte dell’ente, tutte le dovute verifiche sulla sua idoneità e situazione anche penale. Precedentemente attivo in un’altra polizia comunale della regione, aveva lui stesso interrotto il rapporto di lavoro per assumere il nuovo incarico», scrive l’Esecutivo precisando che «tutti gli elementi emersi in queste settimane, oltre che ad essere al vaglio degli inquirenti, sono oggetto di un’attenta verifica interna». Verifica che si sta svolgendo nell’ambito della già citata inchiesta amministrativa avviata nei confronti del quarantenne in carcere preventivo dal 22 luglio scorso e le cui conclusioni serviranno, insieme a quelle dell’inchiesta penale, a decidere la sanzione da comminare all’agente in forze al Corpo comunale.