Bandiera svizzera tinta di giallo

LUGANO - Ribellione pacifica, semplice bravata o un segnale in codice ai membri della «resistenza luganese» (verso coloro cioè che – anche se probabilmente si contano sulle dita di una mano – dal 1798 sperano in una «Lugano libera e indipendente»)? Ironia a parte, ha tutti i contorni del giallo quanto accaduto negli scorsi giorni a Castagnola. Sconosciuti, durante la notte a cavallo tra il 30 e il 31 luglio, avrebbero infatti modificato la posizione delle bandiere esposte in occasione del primo d'agosto, spostando il vessillo elvetico di lato e mettendo al centro (e dunque in posizione dominante) quello della Città di Lugano. Una posizione errata delle bandiere, a poche ore dall'inizio della celebrazione della festa nazionale, che ha letteralmente fatto infuriare il consigliere di Stato (direttore del Dipartimento delle istituzioni) Norman Gobbi, che su Facebook, ha commentato: «A Castagnola qualcuno si ostina, in occasione del Natale patrio, ad esporre le bandiere in maniera scorretta e non conforme al protocollo.... Chissà chi ne è l'autore?».
Festeggiare il primo agosto è una tradizione e a Lugano è ormai anche tradizione che, in un modo o nell'altro, nasca una polemica sulle bandiere esposte all'esterno degli edifici pubblici. Ad innescarla, appunto, è stato quest'anno il consigliere di Stato Gobbi che, sul social network ha fatto notare l'errore di Castagnola e ricordato che al centro andrebbe messo il vessillo elvetico, a sinistra quello cantonale e a destra quello comunale. Sul tema si era espresso anche il consigliere comunale (sempre della Lega) Gianmaria Bianchetti che, negli scorsi giorni, aveva inviato una missiva ai municipali di Lugano in cui, «affinché non si incorresse nell'errore commesso l'anno scorso», si invitava l'Esecutivo a rispettare il protocollo cantonale. Già perché nel 2015 la disposizione errata della bandiere (seguendo un «protocollo comunale» in vigore da anni e che, appunto, diceva il contrario di quanto invece indicato dal Governo) avvenne nella centralissima piazza della Riforma: sulle facciate di Palazzo Civico. E all'epoca fu proprio Bianchetti ad accorgersi che in città, in modo arbitrario, la bandiera di Lugano venne messa al centro. «È uno sgarro alla Patria – aveva commentato – soprattutto nel giorno della coesione». E il sindaco Borradori aveva poi confermato che, a partire dal 2016, in tutti gli edifici pubblici (anche quelli di quartiere) sarebbe stato fatto rispettare il protocollo, spostando di lato il vessillo luganese e mettendo al centro quello nazionale.
Ma come mai, nonostante le rassicurazioni del sindaco, a Castagnola (come dimostra la foto a destra in basso) ancora una volta c'è chi ha optato per «Lugano über alles»? Pare – ed ecco il fulcro dell'intera vicenda – che su indicazione del Municipio la disposizione delle bandiere fosse originariamente corretta. Poi qualcuno – che verosimilmente ha accesso allo stabile comunale oppure che si è arrampicato dall'esterno fino al balcone – tra il 30 e il 31 luglio (e dunque di notte o di prima mattina) ha modificato l'ordine delle bandiere. Ieri comunque (il primo agosto), su indicazione del sindaco e dopo il post di Gobbi e le rimostranze di Bianchetti, la disposizione delle bandiere è tornata quella corretta.
Sulla pagina Facebook del ministro Gobbi si è scatenata una discussione piuttosto animata. C'è chi si è rallegrato che «perlomeno non è stata esposta la bandiera dell'Unione Europea» e chi ha già dei sospetti, rivolti in particolare a un ipotetico frontaliere «non curante delle nostre tradizioni». C'è però anche chi ha commentato chiedendo al ministro se «veramente questo è uno dei grossi problemi da risolvere in Ticino» e se non sia il caso di «concedere un minimo di libertà, tralasciando rimproveri fuori luogo».