Consumatori

«Bisogna evitare gli sprechi, la spesa in Italia non sempre conviene»

L’inflazione aumenta e, dopo carburanti e viaggi, sale anche il prezzo dei generi alimentari: i consigli su come risparmiare di Laura Regazzoni Meli, segretaria generale dell’ACSI
Michele Montanari
06.07.2022 09:59

L’impatto della guerra in Ucraina si fa sempre più rumoroso alle nostre latitudini. L’inflazione in Svizzera ha raggiunto in giugno il 3,4%, dato più alto dal 1993. Anche se nettamente inferiore rispetto alla zona euro (+ 8,6%), l’aumento dei prezzi, non solo dei carburanti, del settore energetico e quello dei trasporti, rappresenta un campanello dall’allarme per la popolazione, specialmente per quella fetta che deve tirare la cinghia per arrivare senza affanni alla fine del mese. A giugno sono aumentati i prezzi dei generi alimentari, dell’1,1% rispetto al mese precedente e dell’1,9% su base annua. Abbiamo chiesto consigli su come risparmiare a Laura Regazzoni Meli, segretaria generale dell’ACSI (Associazione consumatrici e consumatori della Svizzera italiana).

Evitare sprechi, per il borsellino e per l’ambiente

Laura Regazzoni Meli analizza la situazione: «Iniziano ad esserci rincari anche su alcuni prodotti alimentari, soprattutto quelli importati. I costi legati alle vacanze e ai viaggi sono aumentati, senza contare quelli del comparto elettricità e dei carburanti. Prima di tutto bisognerebbe capire cosa verrà intrapreso per mantenere il potere d’acquisto del consumatore, cioè se ci sarà una rivalutazione dei salari, delle pensioni e delle rendite AVS. Al momento, il consumatore, con scelte oculate, può però cercare di ridurre le spese personali». La segretaria generale dell’ACSI aggiunge: «Se non si riesce a far aumentare le entrate è chiaro che per far quadrare i conti bisogna ridurre le spese. Ci sono vari settori in cui “tagliare”. È fondamentale cercare di ridurre tutti gli sprechi. Come consumatori, se analizziamo la nostra situazione, sicuramente troviamo diversi ambiti su cui possiamo intervenire. Solo nell’alimentazione, si calcola che una famiglia svizzera “butta” l’equivalente di 2 mila franchi all’anno di cibo nella spazzatura. Anche se quello dell’alimentazione non è tra i settori più colpiti dai rincari, vi è comunque la possibilità di risparmiare riducendo gli sprechi». L’esperta prosegue: «Un altro consiglio molto pratico, è quello di bere l’acqua del rubinetto invece di quella in bottiglia: in questo modo si possono risparmiare fino a 600 franchi all’anno. Lo stesso discorso vale per tutti i settori in cui si acquista troppo, dai vestiti alle scarpe, sino ai telefonini. Se ognuno di noi analizza i propri consumi, sicuramente troverà qualcosa che viene comprato e poi resta in fondo all’armadio. All’erosione del nostro potere d’acquisto possiamo contrapporre un atteggiamento di consumatori più responsabili, che acquistano senza esagerare e mantengono uno stile di vita più sobrio. Questa maggiore sobrietà non avvantaggia solo il nostro borsellino, ma anche l’ambiente, dunque si potrebbero raggiungere due obiettivi: consumare meno significa anche sprecare meno risorse ed energia».

Se parliamo di aumento dei prezzi, i prodotti alimentari più colpiti sono quelli importati.

I prodotti bio e la carne

Spesso però una maggiore attenzione all’ambiente si paga: i prodotti «green» possono avere costi maggiori. Cosa fare dunque per ridurre l’impatto ambientale? Secondo Laura Regazzoni Meli, «i prodotti della linea bio effettivamente hanno prezzi più alti. Però sappiamo che il maggior impatto ambientale è legato alla produzione di carne. Dunque, il consiglio, in ottica ecosostenibile, è di mangiare meno carne. Così si può spendere meno e allo stesso tempo fare una buona scelta per l’ambiente». La nostra interlocutrice puntualizza: «Poi ovviamente c’è il discorso della produzione locale e dei cibi che vengono da troppo lontano. Se parliamo di aumento dei prezzi, i prodotti alimentari più colpiti sono quelli importati».

In Ticino ci sono supermercati meno cari rispetto ad alcuni in Italia. Dunque, bisogna stare attenti a cosa si compra, dove si compra e alla qualità del bene acquistato.

La spesa in Italia non sempre conviene

La spesa in Italia può dunque diventare un’ancora di salvezza per chi abita vicino al confine, ma questo non vale per tutti i beni. Anzi, a volte è più conveniente fare acquisti in Ticino. La segretaria generale spiega: «Da anni noi dell’ACSI in gennaio facciamo sempre un’inchiesta sui prodotti comprati oltre confine, andiamo ad acquistare 45 prodotti nei supermercati della vicina Penisola e confrontiamo i prezzi con quelli del nostro cantone. In Ticino ci sono supermercati meno cari rispetto ad alcuni in Italia. Dunque, bisogna stare attenti a cosa si compra, dove si compra e alla qualità del bene acquistato». L’esperta ricorda inoltre come sia importante controllare «le linee primo prezzo e le azioni». Chi abita più lontano dalla frontiera, inoltre, deve tenere presente «i costi di trasporto che, in questo periodo, con i rincari di diesel e benzina, sono più impattanti». Andrebbe fatto anche un discorso sui margini di guadagno.  «Ci sono inchieste che mostrano come i margini dei distributori svizzeri sono effettivamente molto ampi su alcuni prodotti, riducendoli ci sarebbe lo spazio per mantenere stabili i prezzi».

Il prezzo delle ciliegie

Il 2022 si preannuncia da record per le ciliegie: il settore si attende un raccolto record di oltre 2.500 tonnellate, in crescita del 25% rispetto alla media degli ultimi 5 anni. Tutto molto bello, eppure il prezzo delle prelibatezze rosse non è diminuito in modo così marcato rispetto all'abbondanza del raccolto. Come mai? Laura Regazzoni Meli prova a dare una risposta: «Bisogna considerare che i salari in Svizzera sono più elevati che all’estero, specialmente nel mondo dell’agricoltura. Dovremmo anche considerare la ricarica che ci mettono i grandi magazzini, però su questo aspetto non c’è mai trasparenza. I centri commerciali quanto pagano le ciliegie ai contadini? Magari rimangono care perché il guadagno dei distributori è più alto. Purtroppo, è sempre difficile conoscere come viene composto il prezzo di un prodotto».