Bordello a Cadenazzo, non si molla

Il promotore della Casa d'appuntamenti nella zona artigianale-commerciale si rivolge al TRAM per contestare la sentenza con cui il Governo ha annullato la licenza edilizia
Red. Online
19.05.2016 06:00

BELLINZONA - Il promotore della Casa d'appuntamenti per una trentina di professioniste del sesso nella zona artigianale-commerciale di Cadenazzo non molla. Dopo che ad aprile il Consiglio di Stato aveva annullato la licenza edilizia concessa dal Municipio per il progetto da 3 milioni accogliendo il ricorso presentato da un gruppo di abitanti, ora la palla passa al Tribunale cantonale amministrativo (TRAM). Il promotore vi si rivolge ritenendo di avere i presupposti per censurare i motivi che hanno indotto il Governo ad annullare il permesso per costruire. Il Consiglio di Stato, ricordiamo, l'aveva annullato in considerazione del fatto che il progetto prevede l'uso abitativo delle camere per le professioniste del sesso e dell'appartamento del custode. Ciò sarebbe incompatibile con il carattere non residenziale dell'area in questione. La stessa, sempre secondo la sentenza, si presterebbe per contro a un uso commerciale come quello contemplato dal progetto per un postribolo. L'iniziativa, ricordiamo, è promossa dall'ex gestore dell'Hollywood di Cadenazzo chiuso definitivamente nel 2014. Prevede al primo piano un ampio contact-bar da 150 posti e nove camere di cui due adattate per portatori di andicap; al secondo diciotto stanze doppie per una trentina di professioniste del sesso; e al terzo, mansardato, la zona fitness attrezzata con sauna, solarium, idromassaggio, spogliatoi e docce (più il controverso appartamento del custode).