Cambia la Corte del Rabadan: «Tanta delusione e amarezza»

«La sensazione che ho è di grande delusione e amarezza», così Re Rabadan, al secolo Renato Dotta, ha commentato la notizia arrivata questa mattina del rinnovo al completo della Corte del carnevale bellinzonese, che comprende il cambio al timone di Re, Regina e damigelle per l'edizione 2026 dei bagordi. Una decisione presa – spiega Dotta – dal presidente della Società Rabadan, Giovanni Capoferri, e da una parte del Comitato. «In pratica un cambiamento che ci è stato imposto e che abbiamo subìto, nonostante i due incontri avuti con il presidente per discutere della situazione. Anche la regina e le damigelle sono molto deluse da quanto successo». Come avevamo riferito nel mese di febbraio, Renato Dotta sarebbe rimasto volentieri in carica come sovrano effimero fino ai bagordi del 2028 che coincideranno con il centenario dall’istituzione della figura di Re Rabadan. «La mia intenzione era quella – conferma – avevo preannunciato che avrei lasciato la mia carica per quella data, con anche un buon margine per cercare un sostituito. Ma poi le intenzioni del presidente sono cambiate. E non era mai successo in tutta la storia del Rabadan che il Comitato decidesse di sostituire in blocco tutta la Corte». In ogni caso, rimangono i bei ricordi: «Posso senz'altro dire di essere contento e soddisfatto dei miei 12 anni di regno, che sono stati molto intensi. Siamo stati sempre ben accolti e abbiamo portato con gioia e passione il nome del Rabadan in giro per il Ticino», chiosa Dotta.
«Rabadan sempre più giovane»
«Come spiegato, serviva un rinnovamento anche pensando al futuro della manifestazione e ai giovani che sono una fetta sempre più importante del nostro pubblico», replica dal canto suo Capoferri, esprimendosi sulla questione. «Dobbiamo guardare al futuro e il mondo sta cambiando, adesso si utilizzano sempre di più i social. Basti pensare che sui nostri canali durante il Rabadan abbiamo circa 1 milione di visualizzazioni. Dobbiamo quindi prestare attenzione anche a questi aspetti e dobbiamo far vedere che guardiamo al futuro e che vogliamo restare al passo con i tempi». Inoltre, come detto, c'è il fattore giovani: «Una grandissima parte, se non la più grande, di chi frequenta il Rabadan ha meno di 30 anni. Dobbiamo essere in grado di parlare il loro linguaggio». Per questo, infatti, come spiega Capoferri, il prossimo Re Rabadan e la sua Corte «saranno più giovani e molto presenti sui social. Un'intenzione che noi abbiamo già comunicato molto chiaramente».