Lugano

Campo Marzio, l'UDC risponde al PLR: «La città non ha bisogno di “zone picnic”»

Secondo la sezione cittadina del partito, senza un vero polo congressuale la città rischia di restare ai margini e perdere sviluppo
©Gabriele Putzu
Red. Online
11.09.2025 11:24

Il PLR luganese ha messo sul tavolo una nuova visione per il Campo Marzio: più verde, meno cemento. L’idea, ridotta ai minimi termini, è quella di ridurre il progetto congressuale a un padiglione più piccolo ed ecologico, integrato con il PalaCongressi, e di completare l’area con residenze, un albergo e alloggi a pigione moderata. «Non abbiamo bisogno di un nuovo e costoso centro congressuale, ma di spazi aperti e naturali dove la popolazione può tornare a respirare», ha spiegato Paolo Morel.

Dura la reazione dell’UDC luganese, che parla di «zone picnic» al posto di un vero progetto per il rilancio della città. «Sorprende che a proporlo sia un partito che ama definirsi dell’economia – si legge nel comunicato –. Mentre alberghi, ristoratori e Camera di commercio chiedono strutture concrete per rilanciare il turismo cittadino, i liberali rispondono con rendering verdeggianti».

Secondo la sezione cittadina dell'UDC, il turismo congressuale è tra i più redditizi e può generare un indotto fino a quattro volte superiore rispetto al turismo tradizionale. «Per restare nel circuito internazionale, Lugano ha bisogno di una struttura moderna, innovativa, capiente e competitiva. Non è un lusso: è la condizione per sviluppo, occupazione e prospettive per la città e l’intera regione».

I democentristi mettono in guardia anche sui rischi di immobilismo: «Questo è un treno che Lugano non può permettersi di perdere. Restare fermi significa regalare vantaggi ad altri e condannare la città a un ruolo marginale».

Infine, la questione finanziaria: «Il Comune non ha la capacità di sostenere da solo un investimento simile – osserva l’UDC – ma ha urgentemente bisogno di un vero polo congressuale. Serve una solida partnership pubblico-privata che garantisca tempi rapidi, sostenibilità economica e benefici reali per la collettività».

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