Il caso

Cara Fortezza, scusa il ritardo

Bellinzona: a tre anni dal primo credito per il rilancio dei castelli in primavera verrà svelata l’attesa progettazione - Interventi per oltre 20 milioni: i lavori della prima fase dureranno un quadriennio - Restauro parziale del Montebello
© CdT/Gabriele Putzu
Alan Del Don
23.02.2024 06:00

Già il fatto che oggi si dica che «oltre ai castelli c’è di più» significa che in un ventennio abbondante Bellinzona ha fatto passi da gigante. Quello della valorizzazione della Fortezza - come viene oggi chiamato il patrimonio Unesco - rimane in ogni modo uno dei progetti strategici sui quali fare leva per lo sviluppo socioeconomico della capitale nei prossimi 15-20 anni. Però, come ogni cosa bella, si fa maledettamente aspettare. Stando a quanto preannunciato a più riprese, il messaggio (con contenuti, richiesta di credito e fasi di concretizzazione) avrebbe già dovuto essere svelato in giugno. «È quasi pronto», ha affermato il Municipio lo scorso 7 novembre, illustrando il preventivo 2024. Finora nada. Ma siamo in dirittura d’arrivo.

Fra orgoglio ed impegni precisi

«I tempi di svolgimento dei lavori previsti per la progettazione definitiva si sono oggettivamente allungati oltre quanto previsto, pur senza creare problemi nel rispetto dei crediti complessivi stanziati dal Legislativo», puntualizza ora l’Esecutivo turrito rispondendo all’interpellanza di Michele Egloff (Unità di sinistra) che, nello specifico, chiedeva lumi sul fortilizio di Montebello (ci torneremo più avanti). Il messaggio al quale fa il riferimento il consesso è l’ultimo approvato nella legislatura 2017-2021, la prima della Bellinzona aggregata.

Con voto quasi unanime (43 sì e 3 astenuti) i consiglieri comunali il 9 marzo 2021 accolsero gli 1,82 milioni di franchi per la progettazione degli interventi che verranno realizzati per valorizzare i tre manieri e la Murata. «È un passaggio a suo modo storico per la nostra piccola realtà», affermò il sindaco Mario Branda, aggiungendo che l’Unesco non è solo un marchio nobilitante ma anche un compito di responsabilità che la Città vuole assolvere insieme agli altri attori coinvolti (Cantone ed OTR in modo particolare).

Identità chiara dei fortilizi

Sono trascorsi quasi tre anni dal sostegno pressoché corale del Legislativo. Allora stavamo uscendo dalla pandemia. Poi ecco il conflitto in Ucraina e quello in Medio Oriente nonché le misure di riequilibrio finanziario del Cantone e l’accentuazione della revisione della spesa della Città. Per farla breve: a che punto siamo oggi? Gli interventi previsti dovrebbero essere svelati nel dettaglio in primavera. Ci siamo, insomma. Si parla di un importo che, dai 14 milioni indicati a suo tempo, sarebbe salito a 24.

Castelgrande, Montebello e Sasso Corbaro avranno una propria identità, chiara e riconoscibile, e la storia medievale si intreccerà con le nuove tecnologie con l’obiettivo di avvicinare un pubblico di tutte le età. Il messaggio dovrà essere approvato sia dal Legislativo della capitale sia dal Gran Consiglio. Siamo facili profeti nel prevedere che ciò avverrà senza discussioni e con l’orgoglio di far luccicare ulteriormente quei gioielli che sono un bene inestimabile non solo del Ticino ma mondiale.

Opere (per ora) temporanee

«Qualora il Parlamento cantonale e il Legislativo comunale avallassero i crediti necessari alla realizzazione del progetto di valorizzazione della Fortezza, i lavori della fase 1 avranno una durata di 4 anni», sottolinea il Municipio nella risposta fornita martedì sera agli interrogativi sollevati dal socialista Michele Egloff. In merito al castello di Montebello si puntualizza che si va verso un suo parziale restauro e pertanto si procederà con degli interventi temporanei a livello di strutture di accoglienza «rinviando la progettazione dell’edificazione definitiva ad una fase successiva».

Destino in stand-by

Il destino della Casa del vignaiolo (anch’essa un patrimonio, quindi soggetto a dei rigorosi vincoli che limitano di molto ogni qualsivoglia opera) è pertanto messo in stand-by. La futura accoglienza - sia provvisoria, sia definitiva -, precisa l’Esecutivo, dovrà rispondere «ad una serie di necessità di base derivanti dai flussi turistici: punto di ristoro, informazioni al visitatore, vendita di biglietti e prodotti».

Per almeno un lustro, insomma, nel fortilizio di mezzo non vedrà la luce un edificio di lunga durata ma solamente provvisorio: «Lo sviluppo della struttura definitiva dipenderà dagli approfondimenti proposti a livello di accessibilità dei flussi turistici al castello».

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