Carnevale a rischio? «Serve il sostegno di tutti»

L’obiettivo è soprattutto quello di smuovere le acque e vedere come reagiscono autorità ed opinione pubblica. Perché anche se si tratta di carnevale non si scherza, in quanto ad impegni e responsabilità, decisamente importanti. A Biasca più di un secolo di tradizione potrebbe essere a rischio. Sì, gli attuali organizzatori (che hanno alle spalle le ultime due edizioni di successo: oltre 10 mila i sudditi che hanno fatto festa la scorsa metà di febbraio) stanno riflettendo sul da farsi, come si suole dire.
Ad inizio estate hanno sottoposto al Municipio le loro preoccupazioni sul futuro della manifestazione, la principale nelle Tre valli. E poi hanno trascorso le ultime settimane a comunque preparare i bagordi del 2025 che, a meno di clamorosi ripensamenti, dovrebbero regolarmente svolgersi. Il problema è dove, nel senso di logistica, visto che l’utilizzo del Salone Olimpia (per le cene, il pre-veglione e gli eventi serali/notturni, come i concerti) non è affatto scontato.
Sotto la lente
«Il problema principale? È quello organizzativo, effettivamente. Non sappiamo dove mettere le tendine, per dire: visto come è strutturato il centro di Biasca non è evidente. L’Olimpia è un punto interrogativo. Poi c’è da approntare il dispositivo di sicurezza... Non sappiamo dove organizzare le attività, per farla breve...», esordisce, interpellato dal Corriere del Ticino, il presidente del Carnevale biaschese Matteo Guidotti, esercente, in carica da due anni, che può contare sull’aiuto del comitato e di 120 volontari.
Il giorno e la notte
La scorsa edizione il villaggio dei bagordi era stato diviso in due: la piazza per il giorno denominata «BiascaLand» (consegna delle chiavi, premiazione dei cortei, «bar mobile», giochi per i bambini, eccetera) ed il Salone Olimpia al calar del sole con, anche, la tendina del gruppo Früsia Takia e l’area dedicata alla gastronomia. «Le difficoltà logistiche, inevitabilmente, diventano pure finanziarie. Responsabilità e compiti che abbiamo sono troppi. E sono sempre di più. Abbiamo discusso con il Municipio, che allo stato attuale non si è sbilanciato, ma siamo fiduciosi», prosegue il nostro interlocutore.
Nel 2027 saranno 125
La società lancia dunque un primo, grosso, sasso nello stagno. Per «vedere l’effetto che fa», come cantava Enzo Jannacci. I biaschesi quanto tengono al loro carnevale? Un appuntamento che nel 2027 soffierà sulle 125 candeline. La riflessione è in corso; si spera nel sostegno della popolazione e di chi dei frizzi e lazzi non può proprio farne a meno. «Prossimamente verrà organizzata una riunione alla quale inviteremo la grande ‘famiglia’ del carnevale. Quindi i carristi, i gruppi, i cuochi, chi scrive il giornalino satirico Ra Froda e così via, per capirci. Desideriamo ulteriormente coinvolgere tutti», sottolinea Matteo Guidotti.
Il grosso interrogativo
Ma fra qualche mese il Borgo indosserà la maschera? «Ci stiamo già lavorando, credo di sì. La manifestazione funziona, questo aspetto non mi preoccupa. Ma dobbiamo dare stabilità alla società per assicurarci più tranquillità per le prossime edizioni», conclude il presidente del carnevale biaschese.