Il caso

Carnevali svizzeri riuniti in Ticino: ma le guggen tacciono

Nel weekend Bellinzona ospita l'assemblea della Federazione nazionale, ma il contributo musicale dal cantone sarà praticamente assente: secondo molte bande l'invito è stato tardivo - Il presidente del comitato d'organizzazione: «Perdiamo la faccia di fronte al resto della Svizzera, la verità è che non c'è interesse» - Qualcosa sembra essersi rotto tra le parti
Simone Berti
05.10.2022 06:00

«Chi fermerà la musica?», cantavano i Pooh. A Bellinzona potrebbe essere il carnevale. Sembra infatti essersi rotto qualcosa tra il Rabadan e le guggen. Nel prossimo weekend gli organizzatori dei bagordi della capitale insieme a quelli degli altri principali eventi simili a livello cantonale ospiteranno in città l’assemblea della Federazione nazionale dei carnevali (Hefari), con centinaia di delegati in arrivo da tutto il paese. Ma la musica delle guggen ticinesi non risuonerà: fino a ieri, perlomeno, nessuna aveva dato la propria disponibilità a partecipare con gli strumenti, e anche la presenza ufficiale all’assemblea di sabato alle 10.30 all’Espocentro non sarà amplissima, carri e gruppi compresi. «È un vero peccato perché il Ticino del carnevale perde la faccia di fronte al resto della Svizzera, compresi quei gruppi che proprio tramite Hefari hanno ricevuto degli aiuti pubblici durante i due anni di stop», commenta Paolo Deprati, responsabile eventi della Società Rabadan e presidente del comitato di organizzazione di Hefari2022.

«Preavviso insufficiente, serie incomprensioni»
Tra le guggen, la critica principale è di essere stati coinvolti in ritardo, e quasi di voler essere usati. La «convocazione» ufficiale risale al 9 agosto, e questo nonostante la manifestazione fosse nota da circa due anni. In quella occasione le guggen sono state invitate a partecipare per garantire il tradizionale frastuono: in cambio i componenti avrebbero avuto la cena offerta e la banda un ingaggio di 300 franchi. Un appello che però in molti hanno ritenuto tardivo: «In poco più di due mesi non riusciamo ad essere pronti - è stato in sostanza il pensiero di diversi suonatori - È come chiedere ad una squadra di calcio di essere pronta per una finale con sole due settimane di preavviso». Un «modo di fare» che per altro secondo alcune guggen non sarebbe una primizia: già in occasione del carnevale estivo di Lumino, proposto a fine giugno per «rimediare» alle due edizioni dei bagordi saltate a causa della pandemia, il trattamento riservato non era stato particolarmente apprezzato. Tanto che in quella occasione di guggen non se ne erano proprio viste. Zero. Gli insider garantiscono che il clima tra le parti rimane cordiale, alla luce anche della riunione tenuta negli scorsi giorni. «Però ci sono state davvero delle serie incomprensioni negli ultimi mesi».

«L'invito ufficiale quasi sei mesi fa»
Ma Paolo Deprati non ci sta. «Appunto, è da due anni che si sapeva dell'evento nazionale organizzato a Bellinzona, e il 30 settembre del 2021 è arrivata anche l'ufficialità, quindi tutti avrebbero avuto il tempo di prepararsi». Il presidente del comitato d'organizzazione sottolinea che le guggen ticinesi affiliate a Hefari sono tredici: «Tutte ricevono le comunicazioni ufficiali della Federazione nazionale, e tutte via email il 12 aprile hanno ricevuto l'invito a partecipare all'assemblea, con tanto di programma completo». Per questo motivo, commenta, «affermare che non c'è stato un preavviso sufficiente mi pare fuori luogo». Il 9 agosto, poi, il comitato d'organizzazione ha direttamente coinvolto i gruppi musicali: «Abbiamo scritto anche alle guggen che non fanno parte di Hefari e che avrebbero quindi potuto aver mancato l’informazione che comunque - precisa Deprati - è stata spesso citata sui nostri canali social oltre che sulla nostra pagina dedicata, online già da aprile 2022». L'appello è tuttavia rimasto senza risposte positive.

Alla radice dei dissidi
Come spiegare, quindi, questa riluttanza? «La verità è che non c'è interesse, perché come ho spiegato i preavvisi ci sono stati», risponde il presidente. Secondo cui possono aver giocato anche altri fattori. Da un lato la mancata organizzazione del carnevale 2022, nemmeno nella versione light ipotizzata inizialmente: «So che in molti ci sono rimasti male, ma noi non potevamo assumerci una responsabilità così grande in un periodo in cui il virus (al momento di far partire la macchina organizzativa a fine 2021 ndr.) era ancora dilagante». Anche qui, però, gli insider hanno un'idea diversa, e riferiscono che il Rabadan ha storto il naso di fronte alla partecipazione delle guggen al "Rababar" sostitutivo proposto dagli esercenti (qualcuno ricorderà inoltre che la Società aveva impedito alla Corte di presenziare all’evento in veste ufficiale...). C'è poi stata la citata questione del carnevale estivo. Paolo Deprati riconosce che la tempistica del coinvolgimento non è stata ottimale, ma evidenzia che il tempo era tiratissimo. Gli organizzatori si erano concentrati sul Parco urbano di Bellinzona, poi è arrivato il no del Municipio, quindi si è virato su Lumino. Tutto nello spazio di poco tempo.

Tra venerdì 7 e domenica 9 ottobre sono attesi a Bellinzona circa 500 delegati della Federazione svizzera dei carnevali. L'evento è organizzato da alcuni membri del Rabadan insieme a quelli di Nebiopoli (Chiasso), Lingera (Roveredo), Or Penagin (Tesserete) e Naregna (Biasca). L’assemblea è prevista sabato 8 alle 10.30 all’Espocentro, ma i giorni di festa saranno tre, con momenti gastronomici, visite della città e intrattenimenti vari. Focalizzandoci sul Rabadan, intanto, la situazione rimane delicata dopo due edizioni saltate a causa del Covid. Da un lato le finanze: ogni edizione non organizzata comporta comunque costi per 150.000 franchi. Cifre che pesano. «Ed è anche in quest'ottica che abbiamo proposto un evento come quello di Lumino», ricorda Paolo Deprati. In vista dell'edizione 2023 - per cui la società ha inoltrato la richiesta formale al Municipio di Bellinzona nelle scorse settimane - ci sono poi altre incognite all'orizzonte, spiega da parte sua il presidente della società Giovanni Capoferri: quella pandemica che rimane, sperando che in realtà sarà superata; e poi quella legata alla paventata penuria energetica. Staremo a vedere. Per ora si pensa all'evento del weekend, malgrado tutto.