Case affidate al frate, pigioni ancora scoperte

Se da un lato – quello più vicino all’ambito sociale – sono state trovate diverse soluzioni, dall’altro, quello prettamente amministrativo e finanziario, la situazione resta piuttosto delicata. Parliamo degli otto sfratti avvenuti all’incirca un mese fa a Chiasso, tra via Tell e via Chiesa. Al centro delle attenzioni è finita – come anticipato dal Corriere del Ticino lo scorso 30 agosto – la Reab Sagl, società per la quale fra Martino Dotta risulta essere socio e gerente. La vicenda è alquanto delicata, anche in virtù della «missione»: gli appartamenti erano infatti locati alla società del frate la quale, a sua volta, li metteva a disposizione a persone che stavano affrontando un periodo della loro vita piuttosto complicato. La Reab, infatti, si prefigge di «fare da intermediario tra proprietari ed inquilini per il disbrigo delle pratiche burocratiche, come pure da garante tra le due parti per quanto riguarda il pagamento degli affitti mensili, delle spese e l’amministrazione corrente dell’oggetto locato». Ma, dunque, come si è arrivati allo sfratto? Su ordine della Pretura di Mendrisio perché Reab non ha ottemperato i propri obblighi nei confronti dei proprietari degli appartamenti. Lo scoperto – ci aveva confermato la società amministratrice, Consulca SA – era ed è ancora superiore ai 100.000 franchi. Come detto in apertura, la situazione finanziaria appare essere ancora piuttosto delicata. Da noi contattata per avere un aggiornamento, Consulca, ci ha spiegato che, ad oggi, «la società (Reab, ndr.) non ha saldato lo scoperto, si è limitata a versare un acconto di 5.250 franchi». A conti fatti, dunque, a distanza di un mese le difficoltà persistono.
Mano tesa
V’è però anche un altro aspetto, ovvero quello che tocca la sfera sociale, con particolare riferimento a persone che si trovano in difficoltà. Nell’edizione del 30 agosto avevamo riportato il messaggio che fra Martino Dotta aveva inviato a una delle persone prossime allo sfratto: «Sono stato informato che lunedì mattina la Polizia comunale di Chiasso procederà, su ordine della Pretura di Mendrisio, allo sfratto del suo appartamento». Una «tegola» – si passi il termine – per qualsiasi persona. Ancora più pesante per chi sta passando un momento di fragilità. La società amministratrice degli spazi abitativi in oggetto ha provato a fornire aiuto. Un’azione di sostegno che viene ribadita con forza: «Avevamo indicato agli inquilini che al 30 giugno 2025 i contratti con la Reab sarebbero terminati, chi avesse avuto il piacere di continuare ad abitare nello stesso appartamento avrebbe dovuto inviarci i classici documenti per elaborare il nuovo contratto. La maggior parte di questi ha provveduto» si sottolinea. Alcuni sfratti, però, si sono giocoforza dovuti eseguire. «Durante gli sfratti – precisa Consulca –, abbiamo comunicato agli inquilini che in caso di pagamento delle pigioni di luglio, agosto e settembre avremmo concesso una proroga fino a fine settembre per farci avere tali documenti e a nostra volta abbiamo consegnato le chiavi per continuare ad abitare nell’appartamento. Qualcuno ha deciso di pagare e ha fornito la documentazione per elaborare un nuovo contratto, una persona ha pagato comunicandoci che entro fine settembre avrebbe liberato l’appartamento. Altre persone, invece, ad oggi non si sono fatte sentire. Per questi due appartamenti Reab dovrà provvedere allo sgombero dei locali con i suoi inquilini, ma purtroppo fra Martino è irreperibile». Per la proprietà degli appartamenti resta infine in sospeso un quesito: «Visto che diversi inquilini hanno pagato le pigioni direttamente a Reab, dove sono finiti i soldi?». Una vicenda evidentemente delicata che ha coinvolto anche i servizi sociali della cittadina. A seguito degli sfratti, infatti, alcune persone si sono rivolte all’ufficio citato chiedendo aiuto. In diversi casi è stato possibile trovare degli alloggi temporanei e d’emergenza, come ad esempio a Casa Astra.