Bellinzona

C'è un riale nel cuore della città, lo sapevate?

Nel parco previsto all'interno del futuro quartiere alle Officine verrà riscoperto, dopo oltre un secolo, il Riganella – Scorrerà per una lunghezza di quasi 350 metri
Ecco come si presenterà l'Almenda. © Città di Bellinzona
Alan Del Don
29.12.2022 19:30

Un corso d’acqua nel cuore della città, dimenticato da un secolo, che verrà rivitalizzato. Ci sarà anche quello nell’innovativo quartiere che si svilupperà a tappe al posto delle Officine FFS di Bellinzona. Il riale Riganella verrà valorizzato e riportato a cielo aperto all’interno dell’Almenda, il grande spazio libero centrale. In attesa di conoscere i dettagli della variante di Piano regolatore (l’importante messaggio sarà presentato alla stampa dal Municipio alla fine di gennaio), il CdT ha spulciato lo studio di fattibilità riguardante uno degli elementi fino a questo momento meno approfonditi dell’avanguardistico comparto, il cui Piano particolareggiato è stato pubblicato la scorsa primavera. Nel periodo in cui è stato esposto sono giunte alcune osservazioni di cui l’autorità ha tenuto conto.

Dal Motto della Croce

A dire il vero sono ben tre i riali che scorrono in quell’area a ridosso della stazione ferroviaria e ad un tiro di schioppo dal salotto buono della capitale. Il Noco, nella parte alta, scende dalla collina di Daro ed è lungo 650 metri. Il Riganella, per contro, parte dalle pendici del Motto della Croce e si snoda per poco più di un chilometro. «Nella tratta più a monte scorre in forma naturale o prossimo alla condizione naturale per circa la metà del suo percorso. Esso lambisce la zona agricola e l’area edificabile in modo tutto sommato limitato attraversando anche aree di bosco, con una pendenza di circa il 60%. Prima di entrare nel sedime delle Officine, il riale entra in una camera di contenimento che sancisce anche l’inizio della tratta intubata», scrivono gli specialisti dello studio Oikos – Consulenza e ingegneria ambientale con sede nella Turrita. Il corso d’acqua attraversa in seguito lo storico stabilimento industriale (che si trasferirà a Castione in un moderno sito da 580 milioni di franchi) per unirsi, infine, con il Noco che arriva da nord-est, e confluire poi con il Boné all’altezza di via Lodovico il Moro. Quest’ultimo, il terzo, nasce alle pendici del Motto della Croce ed è lungo un chilometro e 650 metri.

Contro le ondate di calore

Allo stato attuale, fanno notare gli esperti, non ci sarebbero i presupposti per riportare en plein air il Riganella. Perché? In quanto secondo il Piano generale di smaltimento delle acque nel tratto intubato del riale confluiscono le acque luride delle residenze delle vie Pantera e al Prato nonché degli allacciamenti dell’Officina. Tuttavia in prospettiva si prevede di separare le acque luride («che ne compromettono attualmente la qualità») da quelle chiare. La valorizzazione del riale è dunque fattibile. «Dal profilo idrologico e idraulico vi sono le condizioni ideali per ottenere un ruscello a carattere fruitivo in ambito urbano, con ambienti acquatici ecologicamente funzionali e con possibilità di creare preziosi ambienti raffrescanti durante le ondate di calore sempre più frequenti, senza pericoli legati alle piene», precisano gli ingegneri. Biodiversità e sostenibilità, insomma, concetti chiave del comparto che sorgerà dopo il 2026. Concretamente il Riganella tornerà a «pelo libero» per 345 metri al centro dell’ampia area verde di carattere pubblico denominata Almenda; l’alveo avrà una lunghezza compresa tra 1,5 e 3 metri «in modo da garantire una discreta diversità di ambienti naturali e permetterne la fruizione».

«Opportunità ambientale»

Secondo gli ingegneri l’operazione è quindi decisamente fattibile, non essendo del resto in conflitto con gli edifici e le infrastrutture previsti nel quartiere (ricordiamo, ad esempio, il Parco dell’innovazione, una sede della SUPSI e la riconversione della «Cattedrale» nonché contenuti culturali, residenziali, formativi, alberghieri e commerciali), da più parti considerato un modello a livello svizzero. «La ricomparsa in superficie di questo elemento acquatico, ormai dimenticato e sotterrato da oltre un secolo, è sia un’opportunità ambientale e sociale di alto valore sia un’esigenza di legge», conclude lo studio Oikos.

La rinascita del Riganella sarà oggetto di una progettazione dettagliata. Se ne saprà di più, come detto in precedenza, fra alcune settimane quando il Municipio svelerà la variante di Piano regolatore. Che dovrà essere sottoposta dapprima al Legislativo e, in seguito, al Consiglio di Stato per approvazione.

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