L'editoriale

Bellinzona si appresta a cambiare musica

Salite una notte stellata al Castelgrande, chiudete gli occhi ed immaginatevi il sindaco Mario Branda che suona lo «schwyzerörgeli» ed i suoi colleghi di Municipio che pizzicano le corde dell’«häxeschit», la tipica cetra bernese. Un sogno? Mica tanto
Alan Del Don
28.12.2022 06:00

Salite una notte stellata al Castelgrande, chiudete gli occhi ed immaginatevi il sindaco Mario Branda che suona lo «schwyzerörgeli» (la tradizionale fisarmonica del Canton Svitto) ed i suoi colleghi di Municipio che pizzicano le corde dell’«häxeschit», la tipica cetra bernese. Un sogno? Mica tanto. Perché se è vero che Bellinzona a fine settembre 2023 ospiterà la Festa federale della musica popolare (la Turrita, culla del blues, per qualche giorno si farà coccolare dalle note dello jodel e dei corni delle Alpi), è altrettanto acclarato che la capitale nel nuovo anno dovrà cambiare spartito. E lo farà fin da subito, gettando le fondamenta di due dei progetti strategici più attesi. Da un lato verrà svelata la variante di Piano regolatore del quartiere che si svilupperà sui terreni delle attuali Officine FFS; dall’altro si conosceranno ulteriori dettagli della valorizzazione della Fortezza (i castelli, beninteso), il cui «cantiere» partirà forse già nei prossimi mesi.

Sarà finalmente tutta un’altra musica per una città che, anche a causa del processo di consolidamento seguito all’aggregazione, ha arrancato parecchio, fatta eccezione per la crescita demografica in controtendenza rispetto agli altri poli. A peggiorare il quadro sono poi sopraggiunte la pandemia e, soprattutto, la guerra in Ucraina e le sue conseguenze (il rincaro dei prezzi e la temuta penuria energetica). Sta di fatto che all’ombra dei manieri la spesa continua a lievitare e a preventivo si stimano disavanzi almeno fino al 2026. Il difficile anno che ci stiamo lasciando alle spalle si è concluso con un doppio invito. Innanzitutto quello del Legislativo che auspica un controllo rigoroso delle uscite e, in prospettiva, la diminuzione del moltiplicatore per rendere viepiù attrattiva Bellinzona. In secondo luogo c’è stato l’appello di Branda al plenum, sulla falsariga di quello fatto appena era stato riconfermato sulla poltrona più ambita dopo aver superato al secondo turno lo sfidante Simone Gianini il 16 maggio 2021. «Lavoriamo assieme, se avete delle proposte o dei suggerimenti fatevi avanti», il succo del suo intervento.

L’uomo forte di piazza Nosetto è consapevole che per svilupparsi la Turrita, ora più che mai, ha bisogno di coesione e compattezza. I sedici mesi scarsi che ci separano dal termine della corrente legislatura e, soprattutto, il prossimo quadriennio, saranno fondamentali per il futuro della capitale. Il Municipio lo sa, tanto che non sorprenderebbe affatto se l’attuale compagine si ripresentasse in toto alle elezioni comunali. Sindaco in primis. Il frutto delle fatiche di questo primo lustro lo si raccoglierà soltanto fra alcuni anni. Quando cioè i progetti strategici a cui abbiamo accennato (compreso il rafforzamento del polo biomedico, l’ospedale regionale alla Saleggina ed il comparto alle Ferriere Cattaneo di Giubiasco) entreranno davvero nel vivo. Dando i risultati sperati e consentendo a Bellinzona di smettere i panni di città amministrativa per indossare quelli di un Comune innovativo e focalizzato sulle scienze della vita.

Ecco dunque che il 2023 va considerato lo spartiacque di un percorso che rimane in ogni modo complesso. Un anno, il prossimo, peraltro denso di significati per il Comune. Ricorre il 145. dalla scelta di Bellinzona quale capitale stabile del Cantone che pose fine alla rotazione con Lugano e Locarno. Allora la Turrita non arrivava a 10.000 abitanti. Oggi la popolazione è quadruplicata. È a tutti gli effetti il polo del Sopraceneri. Non vuole fare concorrenza alla regina del Ceresio. Ma diventare, anch’essa, una locomotiva trainante del treno chiamato Città Ticino e non essere più ritenuta unicamente un semplice vagone.