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Christian Vitta: «Oggi rifletto anche sull'importanza della vecchia linea»

Il presidente del Consiglio di Stato sulla riapertura completa della galleria di base del San Gottardo: «Ora è importante che i passeggeri riguadagnino fiducia nel collegamento, solo così potremo riabbracciare abitudini di prima»
©Gabriele Putzu
Francesco Pellegrinelli
02.09.2024 12:00

Da oggi, finalmente, il resto della Svizzera è (nuovamente) più vicino al Ticino. E viceversa. La riapertura completa della galleria di base del San Gottardo è stata salutata tanto dalle Ferrovie federali svizzere e dall’amministratore delegato Vincent Ducrot quanto dalla politica, con in testa il consigliere federale Albert Rösti. Tutti, durante l’appuntamento con i media all’Infocentro di Pollegio, hanno sottolineato l’importanza di un collegamento veloce e sicuro fra nord e sud delle Alpi. O, meglio, fra nord e sud dell’Europa vista la centralità di questo tunnel.

Christian Vitta, presidente del Consiglio di Stato ticinese, a margine della conferenza stampa ha riflettuto, innanzitutto, «sull’importanza della vecchia linea». Quella, per intenderci, che durante i lavori di ripristino della canna ovest ha permesso ai treni di circolare (seppur con tempi di percorrenza più lunghi) e, in ultima analisi, al Ticino di non rimanere isolato. «Quando era stato aperto il tunnel di base del San Gottardo, la vecchia linea sembrava qualcosa non dico inutile ma, certo, non così importante. E invece, abbiamo visto quanto fosse strategicamente importante. Proprio perché, in caso di necessità, ha garantito il collegamento».

D’altro canto, ha proseguito Vitta, «per noi si trattava chiaramente di ripristinare il servizio cui ci eravamo abituati, tutti, a partire dal 2016. Dai turisti all’economia, eravamo appunto abituati a questi collegamenti veloci. Vederceli togliere, evidentemente, è stato particolare».

Ora è importante che i passeggeri riguadagnino fiducia nel collegamento. Solo così sarà possibile riabbracciare le vecchie abitudini
Christian Vitta, presidente del Consiglio di Stato

Eccoli, insomma, i due aspetti importanti, diciamo pure cruciali, agli occhi di Vitta: «L’importanza di aver mantenuto una vecchia linea funzionante e, dall’altro lato, il recupero di una novità acquisita nel 2016. Una novità che, per il Ticino, rappresenta un forte valore aggiunto poiché significa guadagnare circa un’ora nei collegamenti fra sud e nord delle Alpi».

I dati relativi al traffico passeggeri, in questo senso, sono significativi. «Certo» ha confermato Vitta. «Parliamo di percentuali di crescita, rispetto al 2016, in doppia cifra e in crescendo poco prima del deragliamento. Ora è importante che i passeggeri riguadagnino fiducia nel collegamento. Solo così sarà possibile riabbracciare le vecchie abitudini».

Nel frattempo, è stata ribadita la necessità di nuovi investimenti. Anche nell’ottica della ridondanza. «D’altra parte – ha chiosato Vitta – se vogliamo mantenere il funzionamento del collegamento nord-sud va garantita la percorrenza in sicurezza anche sulla vecchia linea». Sicurezza che sarà garantita, evidentemente, anche all’interno del tunnel di base. «Si tratta di un tema più tecnico, questo, illustrato in conferenza tanto dalle Ferrovie federali svizzere quanto dal consigliere federale Rösti. Sono stati illustrati i passi intrapresi affinché un evento simile non ricapiti più. E questo anche perché l’incidente di oltre un anno fa ha interessato non soltanto il Ticino e la Svizzera ma anche l’intera Europa. Nessuno vuole più simili pressioni sul collegamento nord-sud. Non lo vogliamo noi e non lo vogliono i nostri vicini».

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