Coleottero giapponese, un Distretto in trincea
È grande all’incirca come una moneta da cinque centesimi, l’elitre (volgarmente, la schiena) è di color rame e il pronoto (la parte che porta alla testa) è verde. Segno distintivo: cinque caratteristici ciuffi di peli bianchi sui lati. Origine: l’isola giapponese di Hokkaidō. Particolarità: gli adulti sono piuttosto voraci e si nutrono della chioma di molte essenze che vengono sistematicamente defogliate (come ad esempio la vite). Stiamo parlando della Popilia japonica, detto anche Coleottero giapponese il quale si sta espandendo, soprattutto nel Mendrisiotto e nella fascia meridionale del Luganese. Se a questo aggiungiamo il fatto che di anno in anno la popolazione di questo coleottero potrebbe decuplicare – ovvero moltiplicarsi di dieci volte –, l’allarme è presto lanciato. A tal punto che il Cantone ha messo in atto una vera e propria «caccia» alla Popilia, impiegando centinaia di trappole.
In Svizzera dal 2017
Il coleottero originario del Giappone è stato individuato in Svizzera – a Stabio – una prima volta nel 2017. Tutto lascia pensare che l’insetto sia arrivato dall’Italia, più precisamente dalla zona a cavallo tra il Piemonte e la Lombardia, dov’è stata riscontrata la sua presenza a partire dal 2014. L’espansione sul territorio può avvenire sostanzialmente in due modi. Attivamente, ovvero volando, oppure passivamente, cioè trasportato con il movimento di persone, merci, terra contaminata e materiale vegetale.
Trappole ovunque
Da inizio giugno si possono notare ai lati delle strade e appesi sui lampioni di Mendrisio, Stabio, Novazzano e Morcote delle bottiglie di plastica alle quali è stato aggiunto un simil imbuto (al loro interno c’è del feromone, sostanza che attira l’insetto). Sono circa 140 (tra Mendrisio e Stabio) e si tratta di trappole artigianali – realizzate da ragazzi tra i 16 e i 18 anni che stanno svolgendo il semestre di motivazione – al fine di catturare il coleottero. A queste si aggiungono alcune decine di quelle professionali, anch’esse disseminate sul territorio. Una massiccia presenza, dunque. «Stiamo cercando di aumentare il numero di catture con un monitoraggio molto più diffuso» ci spiega Cristina Marazzi, responsabile del Servizio fitosanitario del Cantone. Così facendo, oltre a cercare di contenerne la diffusione, si potrà «realizzare una cartina di sensibilità per ogni Comune» e, di conseguenza, «l’anno prossimo si potrà agire in maniera ancora più mirata».
Come anticipato, la popolazione del coleottero potrebbe decuplicare di anno in anno e allo stato attuale, conferma Marazzi, «è in corso una ricerca sugli antagonisti naturali». Ovvero, in parole povere, si è alla ricerca di un nemico dei nemici: un organismo che sappia contenere la diffusione della Popilia. «In attesa di avere risposte da questa ricerca, nella quale sono coinvolti diversi enti europei, abbiamo aumentato il numero di trappole, appunto, per contenere la diffusione del coleottero perché altrimenti sarebbe esponenziale».
Un grande pericolo per la vigna
«Per l’uomo – assicura la responsabile del Servizio fitosanitario – non c’è alcun pericolo». Per alcune colture, invece, i danni potrebbero essere ingenti. Come ad esempio i vigneti, molto presenti nel Mendrisiotto. Il piccolo maggiolino, infatti, mangia le foglie della vite e così facendo perde vigore e si indebolisce. Coleottero che non disdegna neppure le rose, così come mirtilli, fragole e altre essenze che maturano in questo periodo. E se questo insetto dovesse proliferare ancora, le conseguenze potrebbero essere davvero preoccupanti.
Identificare, catturare e infine avvisare
Anche il semplice cittadino può fare la sua parte per evitare il diffondersi del coleottero. Chi ne dovesse avvistare uno (o abbia il sospetto che si tratti della Popilia japonica), deve catturarlo e conservarlo in un barattolo chiuso. Dopodiché è necessario contattare al più presto il Servizio fitosanitario al numero 091/814.35.85. Altre indicazioni utili, oltre a consigli per la prevenzione e la lotta all’insetto, possono essere consultate sul sito internet www.ti.ch/fitosanitario.