Comparto industriale, altri due anni di attesa

L’obiettivo è chiarissimo. «Salvaguardare il territorio considerato nel lasso di tempo necessario al Municipio per svolgere i necessari approfondimenti pianificatori» affinché si possa trovare un buon equilibrio tra le misure previste dal Piano direttore cantonale, l’insediamento delle nuove Officine FFS e i desiderata del Comune. Per chi non lo avesse ancora capito stiamo parlando della zona industriale di Castione destinata ad accogliere inoltre - come abbiamo anticipato lo scorso 26 agosto - il Polo di sviluppo economico: l’area a sud verrà suddivisa in tre comparti ben definiti e diversificati per le attività. Spazio, in particolare, alla lavorazione di beni ad alto valore aggiunto.
Un mese fa il Consiglio di Stato ha prorogato fino al 22 febbraio 2027 la zona di pianificazione comunale istituita nel febbraio 2022 e che avrebbe dovuto restare in vigore per tre anni. Gli atti sono consultabili fino al 27 novembre; è data facoltà di ricorso (che avrebbe comunque effetto sospensivo) al Tribunale cantonale amministrativo (Tram) entro quindici giorni dalla scadenza del termine.

Quelle «continue modifiche»
Ma perché servono due anni in più? Semplice: l’Esecutivo di Arbedo-Castione necessita di tempo per poter approfondire l’esame preliminare del Dipartimento del territorio (trasmesso lo scorso luglio) e mettere a punto la documentazione relativa alla variante di Piano regolatore da sottoporre per approvazione al Legislativo. Ciò significa che dovranno essere assegnati dei mandati a degli specialisti e stanziati dei crediti supplementari. Da sottolineare tre aspetti, poi potremo proseguire.
Primo: l’ultima parola - fatta eccezione per un eventuale referendum - spetterà poi allo stesso Governo. Due: contro l’adozione della zona di pianificazione erano stati inoltrati dei ricorsi da parte di quattro ditte, respinti dal Tram, come abbiamo riferito lo scorso 26 giugno. E, terzo: le «continue modifiche» del progetto del futuro stabilimento industriale da almeno 755 milioni - per dirla con l’Esecutivo guidato dal sindaco Luigi Decarli -, riguardanti soprattutto il riassetto viario del comparto, hanno costretto a ripetute modifiche del Piano d’indirizzo (sottoposto per esame ai preposti uffici cantonali solo nell’aprile 2023).
«La nostra volontà è chiara»
Cantone e Comune da un lustro hanno fatto un «patto» per la pianificazione congiunta del comparto. Allora già si sapeva che l’Officina 2.0 sarebbe sorta lì. Quando, per contro, no. O, meglio, la data dell’inaugurazione del sito produttivo che darà lavoro a 360 collaboratori e ad un’ottantina di apprendisti è più volte slittata a causa delle censure interposte; ora i veli dovrebbero essere tolti a fine 2028. «La volontà dell’Esecutivo di portare a termine la ridefinizione pianificatoria è indubbia in quanto questo obiettivo è ancorato nella convenzione stipulata», appunto, fra i due enti pubblici nel dicembre 2019.
Territorio da non compromettere
Con la zona di pianificazione si mira altresì a «scongiurare un’ulteriore compromissione del territorio considerato. Nello specifico il Municipio prevede di ammettere unicamente opere di ordinaria manutenzione degli edifici esistenti». Questo quanto messo nero su bianco nel rapporto, dell’ottobre 2020, della Sezione dello sviluppo territoriale. Degli ampliamenti saranno consentiti «limitatamente alla necessità di adeguare l’attività alle richieste di natura tecnica ambientale stabilite dal diritto superiore oppure per comprovate esigenze operative necessarie per garantire la continuità dell’attività esistente», specifica l’Esecutivo di Arbedo-Castione in merito al comparto industriale.

Anche gli inerti
Il comparto industriale di Castione è considerato Polo di sviluppo economico dal 2017. Ma finora poco o nulla si è mosso. In prospettiva, però, l’area cambierà pelle. A nord sorgeranno le Officine FFS, mentre la zona a sud (dopo il naufragio del progetto relativo al nuovo stadio dell’ACB con annesso centro commerciale, peraltro ancora possibile anche se l'eventualità è remota) verrà suddivisa in tre superfici specifiche, diversificando le attività possibili: il centro logistico di importanza cantonale per la gestione integrata degli inerti, la lavorazione intensiva di beni e servizi a carattere tradizionale e quella di beni ad alto valore aggiunto e innovativi. L’area attualmente disponibile, a due passi dalla stazione, è pari a 21 mila metri quadrati; entro il 2040 si salirà a 55 mila.