Condanne fino a sei anni per le spedizioni punitive

È cominciato tutto per un debito non pagato dalla vittima e ora sono i suoi aggressori ad avere un debito, grosso, con la giustizia ticinese. I sei ragazzi che lo scorso inverno si sono resi protagonisti di una serie di violenze contro un diciottenne sono stati condannati a pene che vanno dai sei anni e quattro mesi ai venti mesi sospesi. Per tre di loro la Corte presieduta da Amos Pagnamenta ha riconosciuto l'ipotesi di reato principale avanzata dalla procuratrice pubblica Valentina Tuoni: tentato omicidio intenzionale. Si tratta del giovane che aveva organizzato la prima spedizione punitiva per recuperare un debito di droga con la vittima, durante la quale lo aveva colpito con un calcio alla testa, e di due ragazzi che avevano partecipato al secondo episodio, colpendo anch’essi il diciottenne alla testa con calci e anche con una sprangata. Le difese avevano cercato di smontare la tesi del tentato omicidio intenzionale sostenendo che la vittima non è mai stata realmente in pericolo di vita e che non ci sono prove della violenza dei colpi subiti, ma giudici togati e cittadini giurati, nei tre casi citati, sono giunti a una conclusione diversa. È invece stato condannato «solo» per lesioni l’imputato che aveva cosparso la vittima di benzina (molto pericoloso, ma non c’era la certezza che la sua vita fosse in pericolo) e lo aveva fatto salire sul tetto di un’auto guidandola poi per quasi un chilometro a 50 all’ora. La pena più bassa è stata inflitta a un ragazzo che aveva avuto un ruolo marginale nella vicenda e che in certi casi aveva anche tentato di aiutare la vittima. Due degli imputati sono anche stati espulsi dalla Svizzera, per dieci e sette anni.
Le parole del giudice
«La vittima è stata sottoposta a un numero impressionante di angherie» ha constatato Pagnamenta. Un massacro fisico e psicologico, come abbiamo riassunto nella cronaca del dibattimento. Il giudice ha avuto parole dure per tutti gli imputati: «Un sottobosco di giovani nullafacenti che, senza remore, hanno sequestrato un coetaneo quasi fosse un videogioco. Alcuni hanno partecipato alla spedizione unicamente perché attratti dall’idea di guadagnare qualche soldo facile. Non hanno esitato a trasformarsi in aguzzini, e stupisce la loro predisposizione a delinquere. A commettere atti che di solito si vedono solo in televisione».