Condizioni di lavoro: ALVAD sotto pressione

È sotto pressione l’Associazione locarnese e valmaggese di assistenza e cura a domicilio (ALVAD), finita in poche ore al centro di tre atti parlamentari. Tutto è partito dall’interrogazione dei deputati del Movimento per il socialismo (MPS) tramite cui è emersa pubblicamente l’esistenza di una lunga lettera firmata da un gruppo di collaboratori dell’ente inviata al direttore del Dipartimento sanità e socialità (DSS) e all’Ispettorato del lavoro. Nella stessa si segnalavano una ventina di situazioni al limite e anche oltre le normali condizioni di lavoro, mettendo in discussione la direzione e la pure presidenza, con pesanti accuse. La lettera dei dipendenti denuncia che «tutte le figure sociosanitarie lamentano condizioni di lavoro pessime, aggravate da una sfiducia verso la direzione e il comitato, che appare unicamente interessato al profitto e non al benessere del personale».
Dubbi sul finanziamento
Sempre dall’MPS giunge intanto pure un’interpellanza in cui, rievocando il caso Argo1, si accusa il DSS di aver finanziato l’attività dell’ALVAD nonostante che «il contratto aziendale offre solo una parte delle condizioni del Contratto Collettivo di Lavoro». In questo modo, si spiega, «la condizione preliminare per aver diritto ad un finanziamento pubblico non è data».
Sollecitato Palazzo Marcacci
Sollecitato anche il Municipio di Locarno a cui il gruppo Sinistra Unita chiede se è mai stato informato dei fatti, come ha eventualmente reagito nei confronti del comitato e del direttore, se non intende convocare un’assemblea del personale, se non ritiene utile la formazione di un ente autonomo di diritto pubblico e se non intende a sua volta sollecitare l’Ispettorato del lavoro. Più in generale, infine, «qual è la strategia della Città relativamente ai servizi per la terza età e alle case per anziani?», chiede ancora la Sinistra Unita.