Primo giorno

«Contenti di tornare a scuola? Solo per rivedere i compagni»

Oggi in Ticino si torna in aula: ne abbiamo parlato con allievi e genitori delle Medie di Canobbio, tra timori e voglia di normalità - LE FOTO
© CdT/Gabriele Putzu
Chiara Nacaroglu
31.08.2020 10:49

«Gentili passeggeri, vi ricordiamo che sui mezzi di trasporto pubblici è obbligatorio indossare la mascherina». Inizia con questo avviso, diramato dall’altoparlante del bus delle ARL, il nostro viaggio con gli studenti del centro studi di Trevano e delle Scuole medie di Canobbio verso il primo giorno di scuola. Il bus è pieno di allievi, tutti con la mascherina. E nella gioia di ritrovarsi sul percorso casa-scuola, c’è chi fa piani per il futuro («io ho deciso, farò l’apprendistato»; «ah no, io andrò al Liceo») e chi si lamenta delle misure legate alla pandemia da COVID-19 («con la mascherina non respiro, soffoco»). Arrivati a destinazione, gli allievi delle Medie corrono sul piazzale entusiasti di ritrovare i propri compagni di classe. Sembra proprio questo l’unico aspetto che mette tutti d’accordo: l’incontro con i compagni dopo mesi lontani. «Se sono contenta di ricominciare la scuola? Certo che no, - ci risponde un allieva di seconda media - in lockdown si stava benissimo. L’unica cosa di cui sono felice è ritrovare la mia classe». «Sono felice di incontrare gli amici - ci dice una ragazza - ma non di tornare a scuola». C’è poi chi afferma di rimpiangere le lezioni a distanza e chi invece «assolutamente no».

Il virus non sembra fare paura ai giovanissimi. «Se ho paura della diffusione del coronavirus? No», ci dice ad esempio un allievo. «Io cercherò di fare del mio meglio per non stare troppo vicino ai compagni, - sottolinea un altro - ma non sarà facile. Ho poi alcuni dubbi su come siano organizzate le aule... vedremo».

Sul piazzale incontriamo anche alcuni genitori. «Questo inizio è positivo - racconta una mamma - perché i bambini non ne potevano più di stare a casa. Sicuramente i genitori sono contenti di riprendere una vita normale con i ragazzi a scuola. Preoccupazioni legate al virus non ne ho, - aggiunge - sicuramente bisognerà fare più attenzione nello svolgimento di materie come ginnastica e nuoto, nelle quali mantenere le distanza è difficile». Sull’uso della mascherina, la nostra interlocutrice dice di essere favorevole al suo impiego sui bus ma sostiene che indossarla in classe per tante ore sia «troppo difficile».

La paura di un altro lockdown

«L’unica preoccupazione che ho - ci spiega ancora una mamma - è che si blocchi tutto di nuovo: i ragazzi devono andare a scuola e studiare, c’è di mezzo il loro futuro. I miei figli - aggiunge - sono entusiasti solo a metà di ricominciare: a casa si stava bene». «Io sono contenta, - ci dice un’altra madre - mia figlia pure ed è tutto dire perché lei non ama la scuola. Qualche giorno fa mi ha proprio detto di essere felice di ricominciare perché a casa era annoiata e stufa. Non ho timore della scuola in presenza, i ragazzi hanno bisogno di andare in classe e della presenza di un insegnante; anche se devo dire che la Scuola media di Canobbio si è organizzata molto bene, le lezioni a distanza non potevano certo durare per sempre: bisogna ricominciare a vivere e bisogna iniziare a farlo proprio con la scuola».

Prima di andarcene, alla fermata del bus incontriamo due ragazzi che domani, martedì 1. settembre, inizieranno la Scuola professionale artigianale e industriale (SPAI) al CPT di Trevano. Hanno quindici anni e sono venuti oggi a dare un’occhiata alla loro nuova scuola. «Abbiamo finito la quarta media facilmente, - ci dice uno di loro - e senza esami finali, per questo temo che un po’ siamo rimasti indietro con il programma: vedremo come andrà domani. Il virus? Mi spaventa un po’ la situazione sui mezzi pubblici, che sono molto affollati, ma ora che i contagi sono bassi sono meno preoccupato». E lui di mezzi pubblici se ne intende, dato che vive a Solduno, nel Locarnese, e per arrivare fino a Trevano stamattina ha intrapreso un viaggio di un’ora e quaranta su treni e bus e rigorosamente con la mascherina. Per questo, dice, «mettere la mascherina anche a scuola non mi cambia molto, sono abituato. Anche se, - conclude - quando fa caldo è tutto un altro discorso...».

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