Cure a domicilio, sì alla moratoria
Dopo la moratoria per l’apertura di nuovi studi medici, il Gran Consiglio ha dato luce verde anche a un’analoga misura per il settore delle cure a domicilio. Lo ha fatto approvando (con 52 voti a favore, 13 contrari e 9 astenuti) la proposta del Dipartimento sanità e socialità (DSS), sostenuta in Parlamento dal rapporto commissionale del relatore Matteo Quadranti (PLR).
Da qualche tempo, come noto, in Ticino il settore delle cure a domicilio (in particolare quello degli Spitex privati e degli infermieri indipendenti) e i relativi costi che incidono sui premi di cassa malati sono esplosi. Questo importante aumento è da ricondurre anche al contesto dell’iniziativa popolare federale «Per cure infermieristiche forti», approvata il 28 novembre 2021. La sua attuazione prevedeva tra l’altro di consentire agli infermieri e alle organizzazioni che li impiegano di prestare determinate cure senza la necessità di una prescrizione medica. Allo stesso tempo, però, per contenere la crescita dei costi consentiva pure ai Cantoni (tramite un nuovo articolo della LAMal) di introdurre una moratoria al rilascio di nuove autorizzazioni di esercizio per gli infermieri e le organizzazioni di assistenza e cure a domicilio. Una misura che può essere attuata qualora i costi nel settore aumentino a livello cantonale in misura maggiore rispetto alla media svizzera. Come nel caso del nostro cantone: in Ticino dal 2011 sono cresciuti di oltre il 150% a fronte di una media nazionale dell’85%. Motivo per cui, come detto, il Governo ha proposto l’introduzione delle moratoria.
Alcune critiche sono state sollevate in aula in merito all’efficacia della misura per contenere i costi della salute, così come sull’opportunità di risparmiare (o limitare) un settore molto importante. Alla fine, però, la moratoria è stata sostenuta a larga maggioranza dal Gran Consiglio.