Territorio

Daini morti a Savosa, «assolta» la volpe

Le analisi genetiche sulle sei carcasse hanno stabilito che gli ungulati non erano rimasti vittime di un carnivoro – Rimane il mistero sulle cause dei decessi, ma è tardi per un’autopsia
© CdT/Chiara Zocchetti
Nico Nonella
24.04.2024 06:00

Volpe assolta per non aver commesso il fatto. Parzialmente risolto il mistero dei sei daini ritrovati morti a Savosa: gli ungulati non sono stati attaccati e uccisi da un altro animale. Sul proprio sito web, l’Ufficio della caccia e della pesca ha infatti reso noto che le analisi genetiche «non hanno riscontrato il coinvolgimento di un grande predatore».

In un primo momento, due settimane fa, lo stesso Ufficio aveva scritto che sulle carcasse dei primi quattro ungulati morti erano state riscontrate tracce di volpe. A questo punto è plausibile ipotizzare che una o più volpi si siano parzialmente cibate delle carcasse degli ungulati. Resta dunque da capire come in poco meno di due settimane siano morti ben sei daini, tutti giovani esemplari di circa un anno. Quattro carcasse, lo ricordiamo, erano state rinvenute il 22 marzo e altre due il 4 e il 5 aprile scorsi.

Allo stato attuale delle cose si può solo rimanere nel campo delle speculazioni. L’Ufficio della caccia e della pesca ha terminato i suoi accertamenti, volti appunto a confermare o escludere l’intervento di un predatore (tanto che erano pure state posate delle fototrappole), ed eventuali altre analisi sarebbero di competenza dell’Ufficio del veterinario cantonale. Il quale per intervenire con un’autopsia, però, avrebbe dovuto essere allertato dal proprietario degli animali. Così non è stato e ora è troppo tardi per svolgere ulteriori analisi. Non si può che restare nel campo delle ipotesi: dal dannoso pane raffermo dato loro per sbaglio fino a un atto intenzionale, per esempio con bocconi avvelenati. Ma si tratta solo di supposizioni. L’unica certezza è che la volpe, per questo caso, è stata assolta con formula piena: lo spuntino lo ha trovato, ma non se l’è cercato.

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