Dal PS un appello al Gran Consiglio, «rispettate la volontà popolare»

In vista della discussione sul Preventivo 2026, il PS ha deciso di lanciare un appello al Parlamento. O, meglio, ai partiti del centro-destra. E lo ha fatto presentando cinque emendamenti, due dei quali riguardano lo «spinoso» tema dei premi di cassa malati. Il messaggio lanciato dalla co-presidente Laura Riget in conferenza stampa è chiaro: «Avrete la possibilità (ndr. partiti di centro-destra) di dimostrare se avete veramente a cuore la volontà popolare». Sullo sfondo, infatti, c’è la tanto discussa applicazione dell’iniziativa votata dai ticinesi lo scorso 28 settembre. E c’è pure il taglio proposto dal Governo ai sussidi di cassa malati. Ma non solo: leggendo tra le righe, la proposta socialista può anche essere letta come una proposta di compromesso; se la maggioranza di centro-destra dovesse approvare una parte degli emendamenti (quelli sulle casse malati in primis), il PS potrebbe a sua volta restituire il «favore», astenendosi al voto sul rapporto di maggioranza sul preventivo che, allo stato attuale, non ha i «numeri» per essere approvato in aula.
Un passo indietro
Dalle urne, ha ricordato Riget, «è uscito un segnale chiarissimo: la popolazione ha confermato che i premi di cassa malati sono un problema urgente e ha chiesto misure per difendere il potere d’acquisto». Ma, ha aggiunto, di fronte a questo segnale nel preventivo del Governo «non c’è traccia delle iniziative popolari». Anzi, «addirittura viene proposto di tagliare nuovamente i sussidi» per circa 6,5 milioni. Insomma, invece di fare un passo avanti, il Governo ha fatto un passo indietro. «Ancora una volta – ha chiosato Riget – il Consiglio di Stato non capisce il malessere della popolazione: i sussidi vanno aumentati, non diminuiti». Ad ogni modo, appunto, «non è ancora detta l’ultima parola», che spetta al Gran Consiglio. Motivo per cui, come si diceva all’inizio, il PS ha lanciato un appello ai partiti di centro-destra, affinché approvino alcuni emendamenti.
Le proposte nel dettaglio
Cinque emendamenti che, nel dettaglio, sono stati presentati dal capogruppo Ivo Durisch. Il primo chiede in sostanza di rinunciare al taglio sui sussidi di cassa malati. Come rilevato dal deputato Danilo Forini, «al di là dei tecnicismi» di come il Governo propone questa misura, basta capire che ci sono 6,5 milioni di risparmi per comprendere che questi a qualcuno mancheranno. Ossia, alla popolazione. E i primi segnali, ha rilevato Forini, si stanno già intravvedendo: l’Istituto delle assicurazioni sociali ha infatti già iniziato a scrivere a cittadini che avevano fatto richiesta dei sussidi, comunicando loro che, visto il taglio proposto dal Governo, la loro richiesta è (per il momento) stata respinta.
Il secondo emendamento, ha quindi proseguito Durisch, riguarda l’applicazione dell’iniziativa popolare del PS votata lo scorso 28 settembre dai cittadini. In sintesi, il partito chiede l’entrata in vigore parziale (aumentando del 20% l’attuale numero dei beneficiari dei sussidi) già dal 2026, a condizione che arriveranno (come molto probabile) almeno due «quote» dalla Banca nazionale svizzera.
Con il terzo emendamento il PS chiede poi di «correggere» il messaggio politico presente nel primo decreto del rapporto di maggioranza, secondo il quale «l’impatto finanziario» dell’applicazione delle due iniziative popolari «deve essere compensato prioritariamente con misure di contenimento della spesa». Il PS chiede, invece, che la compensazione debba avvenire sia sul fronte della spesa che su quello delle entrate. Il quarto emendamento propone poi di stralciare la misura riguardante il settore dell’assistenza e cure a domicilio, ossia il contributo giornaliero a carico dei pazienti che il Governo vorrebbe introdurre. Il quinto ed ultimo emendamento, infine, chiede una correzione verso l’alto dell’aumento delle stime immobiliari, dal 15% proposto dal Governo al 20%.
Il contesto incerto
Ora, va pure ricordato che questi emendamenti vengono presentati in un contesto tanto preciso quanto incerto: in Parlamento saranno discussi tre rapporti (uno di maggioranza di PLR-Cetro e due di minoranza, uno PS-Verdi e uno Lega-UDC), nessuno dei quali ha però i numeri per essere approvato. Con ogni probabilità, dunque, il rapporto di maggioranza targato PLR e Centro per avere qualche chance di passare avrà bisogno dell’astensione di altri partiti, ossia del PS da una parte oppure della Lega dall’altra. Ed è verosimile, quindi, che se PLR e Centro devessero approvare qualche emendamento socialista, allora questi ultimi potrebbero anche astenersi al voto, permettendo così al rapporto di maggioranza di avere la meglio. Riget, Durisch e Forini, ognuno con il proprio accento, non si sono sbilanciati in conferenza stampa su questa eventualità. Ma hanno fatto capire che il ragionamento verrà fatto in aula, a seconda di come evolverà il dibattito. Come dire: la porta è aperta, ma – come in ogni trattativa politica – non a tutti i costi.

