La storia

Dal Ticino al Marocco, di corsa, «per aiutare mia sorella e altre famiglie»

Elhousine Elazzaoui, corridore marocchino oramai trapiantato nel nostro cantone, ha avviato una raccolta fondi per sostenere chi, con il terremoto di settimana scorsa, ha perso tutto
© MOHAMED MESSARA
Marcello Pelizzari
16.09.2023 09:45

La vita di Elhousine Elazzaoui, per tutti semplicemente Hassan, è sempre di corsa. Marocchino, di famiglia berbera, ha cominciato a correre fra le dune del deserto. Quindi l'approdo in Svizzera, o meglio in Ticino. Per continuare a correre, sì, ma come atleta. La sua terra, però, non l'ha mai dimenticata. Gli è rimasta nella testa. Nel cuore. Nelle scarpe, anche. Se solo avesse potuto, quel maledetto giorno si sarebbe fiondato assieme ai soccorritori nei luoghi più remoti in cui il terremoto, di magnitudo 6.8, ha colpito. Forte, fortissimo. Un aiuto, ora, Elhousine spera di fornirlo da qui, dalla sua seconda casa. A quel Marocco mai dimenticato. Come? Attraverso una raccolta fondi online, avviata sull'onda dell'emozione, fra mille lacrime. Un'iniziativa lodevole, come la promessa d'aiuto lanciata immediatamente dopo il sisma dalla Comunità marocchina in Ticino.

Un aiuto, quello di Elhousine, circoscritto a tre famiglie che, nelle montagne dell'Atlante, hanno perso tutto. E che, al momento, stanno vivendo in tenda. Arrangiandosi come possono. «I fondi andranno a beneficio di mia sorella Zahra e della sua famiglia nonché a due famiglie vicine» spiega il corridore, da noi contattato. Il pensiero, immediatamente, torna a quel maledetto momento in cui la terra, all'improvviso, ha tremato. «Sabato scorso gareggiavo alla Jungfrau Marathon» ricorda il nostro interlocutore. «Tradotto: avevo spento il mio telefonino venerdì sera fino al termine della corsa, quando sono finalmente rientrato in albergo». Non appena ha acceso lo smartphone, Elhousine ha visto la sfilza di messaggi di amici e conoscenti. «Continuavano ad arrivare notifiche. Non appena ho realizzato che cosa fosse successo, ho cercato di raggiungere i miei familiari. Sono riuscito a parlare con i miei genitori solo in nottata». L'ansia, la tensione, la paura. Poi, appunto, un lungo sospiro di sollievo. Una liberazione. Ancora Elhousine: «Per fortuna nessuno, della mia famiglia, è rimasto ferito. O peggio...».

A rassicurare Elhousine sono stati i vicini di sua sorella, che nel crollo della casa aveva perso il telefono. «Ouarzazate, dove vive, si trova a circa 200 chilometri da Marrakech, a sud e oltre l'Atlante. Pur non essendo nella zona più colpita, i danni sono stati notevoli. È anche morta della gente». Quindi, passato lo shock iniziale, il nostro corridore ha fatto quello che gli riesce meglio. Ha iniziato a muoversi, di corsa, per organizzare degli aiuti concreti. «Con l'aiuto di Linda ho creato questa raccolta fondi, via GoFundMe. È qualcosa che mi fa sentire utile, malgrado non possa al momento recarmi in Marocco». E questo perché, fra le altre cose, Elhousine deve preparare nuove gare. «Nonostante la distanza, ad ogni modo, mi sento coinvolto in questo slancio di solidarietà nei confronti del popolo marocchino. Il mio desiderio è quello di aiutare a ricostruire».

Detto delle tre famiglie, Elhousine vuole pure donare cinque biciclette. «E voglio che a riceverle siano dei bambini» afferma. Finora, la raccolta ha superato i 3.300 franchi. «A breve, tutti i soldi arrivati e quelli che ancora arriveranno verranno trasferiti in Marocco, sul conto di mio papà, che si incaricherà di distribuirli su mia indicazione».