Terremoto

«In Marocco la gente si mette in fila per donare il sangue»

Per capire meglio la situazione nel Paese colpito da una scossa di magnitudo 7 abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Moussa El Mafrouhi dell'Associazione Comunità Marocchina in Ticino
© AP Photo/Mosa'ab Elshamy
Mattia Darni
09.09.2023 17:28

Sono ore di apprensione quelle che seguono il forte terremoto che ha colpito nella notte di ieri, venerdì, il Marocco. Ad essere in pensiero, tuttavia, non è solo la popolazione dei luoghi interessati dal sisma la quale si trova a dover fronteggiare un futuro incerto e l'angoscia che tra le vittime della catastrofe ci siano parenti o conoscenti. Anche a diversi chilometri di distanza, in Ticino, i nervi sono tesi, in particolare quelli della comunità marocchina che in questa giornata concitata sta cercando di avere notizie da coloro che si trovano nel Paese africano. Per capire meglio la situazione abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Moussa El Mafrouhi dell'Associazione Comunità Marocchina in Ticino.

«Dalle prime notizie che sono riuscito a raccogliere, sembra che a subire i maggiori danni siano stati i paesini nelle periferie e nelle zone montuose», esordisce El Mafrouhi. «Questi sono anche difficili da raggiungere da parte delle squadre di soccorso perché si trovano in aree discoste e di difficile accesso. Anche Marrakech, ad ogni modo, è stata colpita in maniera importante e sembrerebbe che il patrimonio culturale della città sia stato, almeno in parte, danneggiato».

Appresa la notizia del terremoto, Moussa El Mafrouhi si è messo subito in contatto con i familiari che si trovano in Marocco. «Loro abitano a Casablanca e anche lì hanno percepito la scossa. Si sono quindi precipitati in strada dove sono rimasti fino alle quattro di mattina perché avevano paura che, restando all'interno di un edificio, questo potesse crollare. Lo spavento è stato grande così come il caos che poi si è generato nelle strade».

La paura, spiega il nostro interlocutore, non è diminuita nelle ore successive alla scossa di magnitudo 7. «La popolazione è preoccupata dalle scosse di assestamento. Mio fratello mi ha raccontato che già alle 4.00 si è sentita un'altra scossa. Un'altra persona mi ha detto che dove si trova lei, la terra ha continuato a tremare ad intervalli regolari fino alle 7.00».

Di fronte alla catastrofe, tuttavia, il popolo marocchino ha subito mostrato grande solidarietà. «Davanti alle strutture sanitarie, mi raccontano persone che si trovano attualmente in Marocco, si sono formate file di persone in coda per donare il sangue», spiega El Mafrouhi. «Oltre a ciò, poi, chi si trova nelle zone colpite dal sisma ed è uscito indenne dall'evento, si sta dando da fare come può per aiutare chi ne ha bisogno».

Parimenti alla popolazione delle zone colpite dal terremoto, ugualmente l'Associazione Comunità Marocchina in Ticino intende fornire il proprio aiuto alle persone colpite dalla catastrofe naturale. «Dobbiamo ancora decidere cosa fare, ma una cosa è certa: daremo il nostro contributo», conclude Moussa El Mafrouhi.

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