La storia

«Dalla teoria astratta alla terra: so che ora sono nel posto giusto»

Tessa Tognetti, madre di tre figli, è una contadina bio nella sua azienda agricola a Sant’Antonino – L’abbiamo raggiunta per farci raccontare la sua ricerca di autenticità nella scelta di vita, il legame con la natura e le tradizioni, i sacrifici affrontati e il suo impegno sociale e ambientale
© CdT/Chiara Zocchetti
28.07.2025 06:00

«Una scintilla mi ha risvegliata». Tessa Tognetti è la prova che non è mai troppo tardi per ascoltare quel lampo che, a volte, ci indica la strada più autentica. Cresciuta in una famiglia di contadini e immersa in un mondo accademico e astratto durante il suo master all’Università di Friburgo (in storia contemporanea e antropologia), la 35.enne sentiva che mancava qualcosa, un risvolto pratico nel suo «piccolo mondo». La svolta è arrivata durante un’estate trascorsa sull’alpe, quando sua madre le raccontò come il nonno faceva il formaggio. Quell’aneddoto ha acceso in lei il desiderio di fare qualcosa di concreto, vicino alla terra, alle sue origini e alle tradizioni.

Affinare la sensibilità

Mentre stava ultimando il suo master all’università, Tognetti ha dunque deciso di iscriversi e diplomarsi in breve tempo alla scuola agricola di Mezzana. Anche se non direttamente utili nel lavoro agricolo, gli studi accademici le hanno comunque offerto diversi strumenti per affrontare la realtà con occhi nuovi, con uno spirito più profondo, affinando quella sensibilità essenziale «che ti porta a non vedere i contadini come zoticoni, ma a capire cosa si cela dietro ogni persona, ogni professione, ogni gesto». La nostra interlocutrice ci ha raccontato inoltre della sua fortuna nell’aver potuto compiere una scelta libera. «La decisione che ho preso si inserisce in una realtà che è in evoluzione, per lo meno nella nostra regione, dove i ruoli di genere si stanno destrutturando».

Sacrifici e supporto

Conciliare la vita privata e la gestione di un’azienda agricola non è mai semplice, soprattutto per una madre che ha da poco avuto il terzo figlio. Tognetti ci spiega come la gestione dell’impresa possa spesso pesare sulla qualità del tempo dedicato alla famiglia, in particolare in un’epoca in cui la tecnologia avanza rapidamente e le responsabilità amministrative diventano sempre più complesse.

Di fronte alle sfide quotidiane del settore - dalla siccità, alla convivenza con il lupo sull’alpe e non solo, fino alla gestione dei clienti - la 35.enne ha maturato, anche grazie agli studi, una consapevolezza importante: «I problemi ci saranno sempre, ma ciò che conta è mantenere un’attitudine mentale positiva e orientata alla soluzione». E, in questo, Tessa Tognetti non è sola: a supportarla e a sostenerla nei sacrifici è soprattutto suo marito, che la accompagna in ogni passo, come ci confida. «Mio marito è straordinario. Dà molta importanza al mio ruolo, non prende mai delle decisioni senza di me e mi chiede sempre opinioni. Inoltre mi ringrazia anche per la mia attitudine gentile e gli insegnamenti che gli sto dando». Così, spiega la nostra interlocutrice, «non devo lottare in casa contro il patriarcato, ma “solo” fuori nel mondo».

Stanca ma felice

Tessa Tognetti conosce bene la fatica, ma trova comunque la forza di andare avanti con una certezza incrollabile: «Ogni mattina mi sveglio e mi chiedo dove vorrei essere. La risposta è sempre la stessa: qui, sono nel posto giusto». Non è solo il lavoro a darle gioia, ma anche la ricchezza degli affetti: «Quando vedo arrivare mio marito a darmi il cambio con il bambino nel passeggino, il mio cuore si riempie di emozione».

Radici bio e cuore sociale

Cresciuta nel biologico, negli ultimi anni Tognetti si è avvicinata alla biodinamica, abbracciando una visione più spirituale della natura. Ma il desiderio di vivere solo con il proprio orticello si scontra con la realtà: «Inquino anche io con le celle frigorifere e i trattori, cerco però di migliorare dove posso». Dovendo gestire un’azienda attiva da oltre trent’anni, sa bene che «piccola non posso più essere». La fattoria non è infatti solo produzione: coinvolge anche ragazzi con disabilità nelle attività quotidiane, dall’accudimento degli animali fino alla vendita dei prodotti, che sono definiti «i più fedeli e stabili» nella routine. Del resto, il suo animo generoso e lo spirito solidale affondano le radici nei valori trasmessi dai genitori, che le hanno insegnato a prendersi cura delle «creature più fragili e vulnerabili, siano esse persone o animali».

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