Accoglienza

Dall'inferno di Gaza al Ticino: «Erano spaventati, gli abbiamo detto che ora sono al sicuro»

Verrà curata al San Giovanni di Bellinzona la piccola paziente fuggita insieme alla sua famiglia dalla guerra in Medio Oriente: «Lei ha 15 anni, è arrivata con la mamma e i fratellini»
©ELIA BIANCHI
Michele Montanari
25.10.2025 10:40

La fuga da una terra di morte e distruzione. Poi, quasi fosse un miracolo, l'arrivo in un posto sicuro: la Svizzera. Sono in salvo, finalmente. Nessuno potrà far loro del male con missili e bombe. Sono 7 i bambini palestinesi arrivati ieri nel nostro Paese con tre voli della REGA, atterrati agli aeroporti di Zurigo, Ginevra e Lugano-Agno.

Il Ticino ha accolto una 15enne, subito trasportata all'ospedale San Giovanni di Bellinzona, i suoi fratellini e la sua mamma. Disorientati, spaesati, persino impauriti. Perché il posto da cui scappano, noi non possiamo neppure immaginarlo. Non si andrebbe troppo lontani dalla realtà definendolo «inferno sulla terra». Per loro il peggio è passato, è ora di tornare a respirare. È il momento di provare a rinascere.

Renzo Zanini, capo dell’Ufficio dei richiedenti l’asilo e dei rifugiati, fornisce alcuni dettagli sull'operazione che ha permesso ai piccoli pazienti di arrivare in Svizzera: «Il Canton Ticino ha aderito a un’iniziativa umanitaria promossa dalla Confederazione che mira a far uscire dalla Striscia di Gaza una ventina di bambini con delle ferite di guerra, principalmente. In questa prima fase dell’operazione sono stati presi a carico 7 bambini, e il Ticino ne ha accolto uno. La paziente è stata presa a carico dall’Ente Ospedaliero Cantonale (EOC), mentre la famiglia verrà gestita da Croce Rossa Svizzera Sezione del Sottoceneri. Si tratta di due operazioni diverse: la prima è un’iniziativa umanitaria per far uscire delle persone dalla Striscia di Gaza, la seconda è l’accoglienza del Cantone, la quale avviene secondo le modalità ordinarie».

Tradotto, per la piccola paziente e la sua famiglia è già stato avviato il processo di asilo. Zanini spiega: «Le persone arrivate in Ticino hanno già depositato la domanda di asilo sull’aereo della REGA, mentre la Segreteria di Stato della Migrazione (SEM) era presente all’arrivo del velivolo in territorio svizzero. Sono già state sbrigate le prime formalità e nei prossimi giorni arriverà l’attribuzione ufficiale al Canton Ticino».

È ancora presto, ovviamente, per parlare dei processi di integrazione (linguistica in primis), ma nei prossimi giorni verranno organizzate tutte le «modalità ordinarie», aggiunge il capo dell’Ufficio dei richiedenti l’asilo e dei rifugiati, evidenziando che queste persone «sono state catapultate qui da un mondo completamente diverso. Oggi beneficiamo ancora della mediazione culturale di Medici Senza Frontiere (MSF) che garantisce la traduzione».

Al momento non è ancora noto se in Ticino arriveranno altri piccoli pazienti palestinesi, questo, evidenzia Zanini, «dipende da quali Cantoni hanno già dato disponibilità ad accogliere bambini con i loro accompagnatori e dalla gravità del loro stato di salute. Non tutti gli ospedali, infatti, hanno le stesse capacità di gestire le diverse tipologie di traumi o malattie».

Come detto, se ad occuparsi della 15enne è l'EOC, spetta alla Croce Rossa l'accoglienza a 360 gradi dei parenti, dalla presa a carico sociale, psicologica, sino all'integrazione. Debora Banchini-Fersini, direttrice e capo Area Migrazione della Croce Rossa Svizzera Sezione del Sottoceneri, fa sapere che in Ticino in tutto sono arrivate 7 persone: la paziente, i suoi 5 fratellini e sorelline, nonché la loro la mamma. Per tutti loro è prevista pure l'assistenza piscologica.

Banchini-Fersini racconta al CdT: «La famiglia arrivata da Gaza era molto stanca. Hanno fatto un viaggio lungo e intenso, lo sappiamo da dove scappano... Erano sicuramente molto provati e spaventati, ma dall’altra parte sereni e incuriositi. Abbiamo detto loro che finalmente sono in un posto sicuro e possono tirare il fiato, perché qui li stavamo aspettando ed eravamo pronti ad accoglierli. Sono alloggiati in un centro di Croce Rossa del Bellinzonese. In questo modo la mamma può fare avanti e indietro dall’ospedale San Giovanni, dove è ricoverata sua figlia». La nostra interlocutrice aggiunge: «Noi ci occupiamo dei fratellini e delle sorelline della paziente e dell’accompagnamento di sua madre, in modo che non si senta spaesata, soprattutto nei primi giorni. Anche per lei la situazione è molto impegnativa».

Banchini-Fersini conclude: «Siamo felici di aver potuto accogliere questa prima bambina e i suoi fratellini. È una risposta umanitaria importante. La Svizzera ha un passato di accoglienza ed è bello che possa aprire le porte anche a queste persone».

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