Davanti ai Lego l’età è solo un numero
Sono passati tanti anni, novanta per la precisione, ma i Lego non hanno perso neanche un pezzo della loro magia, della loro capacità di appassionare allo stesso modo bambini e adulti. Lo sa bene chi fra sabato e ieri, al capannone di Pregassona, è venuto a visitare la mostra Ticino Brick, organizzata dall’associazione Silug dopo uno stop di due anni a causa della pandemia. L’evento ha proposto una serie di creazioni che lasciano a bocca aperta per la fantasia e l’accuratezza con cui sono state realizzate. I temi erano disparati: da un giardino giapponese a una battaglia medievale, dagli elicotteri della Rega a una riproduzione dell’antica Pompei, da una partita di tennis fra i personaggi di «Guerre stellari» alla ricostruzione del ponte tibetano di Monte Carasso.
Dai dieci ai sessanta
Sono opere di un certo livello, è vero, ma lo spirito di fondo, che è il pezzo più importante, ce l’ha chiunque si diverta a cimentarsi coi famosi mattoncini. Si tratta solo di alimentare questo sentimento. «La passione è il nostro denominatore comune» conferma William Peretti, «ambasciatore» di Lego con l’associazione Silug, che ha sede a Bellinzona. Il socio più giovane ha dieci anni, i più anziani sono sulla sessantina: tutti allo stesso tavolo a discutere delle ultime novità del settore, di pezzi particolari e di progetti da realizzare. L’ultima espressione non è esagerata. «La parte che richiedere più tempo e impegno è la progettazione» racconta Alex Quanchi, anche lui membro di Silug. «Questo elicottero - ci mostra - l’ho disegnato sul computer con un programma apposito e poi ho ordinato i pezzi: montarlo è stato il meno». Si è ispirato a un modello reale: la somiglianza stupisce.
L’azienda di famiglia
Silug ha otto anni, i_Lego novanta. L’azienda, a conduzione familiare, viene fondata nel 1932 in Danimarca da Ole Kirk Kristiansen, ma i mattoncini come li conosciamo oggi arrivano solo nel 1958. Il loro nome? Viene dalla fusione di due parole in danese, leg godt, che significano «giocare bene». E i Lego sono un gioco che resiste ai tempi: appassiona generazioni indipendentemente dalle mode e dal progresso. Qual è il segreto? «Manualità e fantasia» sintetizza Peretti. «Con altri giochi devi fare quello che ti propongono, qui puoi creare». «E ogni anno escono centinaia di nuovi pezzi» aggiunge Nakai Borges, anch’egli socio di Silug. Fra gli appassionati di tutto il mondo si è sviluppata anche un’attività di collezionismo dei pezzi più rari. «Alcuni set vengono venduti a decine di migliaia di franchi».
Un costruttore debuttante
Fra gli espositori troviamo un volto noto: l’ex consigliere comunale Giordano Macchi, che ha realizzato un software per telecomandare un trenino e altre macchine da lui costruite con i Lego. «La mia passione è nata quando ero al Politecnico - racconta - e questa è la mia prima mostra». C’è anche un tavolo dedicato ai più piccoli. Concentrati e chini sui pezzi, sembrano operai di una fabbrica. Una fabbrica di gioia.