Ticino

Di fronte alla destra che cresce, «la sinistra ha bisogno d’unità»

Primo dibattito per la creazione di un «fronte» d’opposizione tra MpS, PS e Verdi - Sirica: «Le nostre porte sono sempre state aperte» - Bourgoin: «Dobbiamo essere più visibili» - Pronzini: «La situazione è drammatica, dobbiamo unirci»
©Chiara Zocchetti
Paolo Gianinazzi
28.10.2025 23:15

La sinistra, sul piano globale (non certo solo nel nostro «piccolo» Ticino), essenzialmente da sempre ci ha abituati a lotte intestine, dal carattere più o meno ideologico. Diatribe e bisticci che hanno reso sovente difficile la creazione di vere e proprie alleanze. Detto in altro modo: ciò che divide i partiti a sinistra ha più e più volte surclassato ciò che li unisce. Un primo segnale di cambiamento, in Ticino, è però giunto nelle scorse settimane. PS e Verdi hanno accettato l’invito dell’MpS a organizzare una prima serata di discussione pubblica per la creazione di un «fronte unitario di opposizione politica e sociale» (si veda l’articolo qui). Discussione che si è tenuta stasera al Centro Spazio Aperto di Bellinzona, alla presenza di Matteo Pronzini (MpS), Fabrizio Sirica (PS) e Samantha Bourgoin (Verdi), moderati dal giornalista Aldo Sofia.

La discussione, per forza di cose, è cominciata proprio dal «senso» della serata. Dal motivo che ha spinto i tre partiti (dopo anni in cui in particolare l’MpS non ha mancato di attaccare PS e Verdi) a trovarsi perlomeno per questo primo dibattito pubblico. «Questa serata vuol essere un primo momento di discussione tra persone e organizzazioni che vogliono in tutti i casi, in questo contesto estremamente difficile, capire come possiamo costruire una diga contro la destra», ha esordito Pronzini, mettendo l’accento sulla crescita dei partiti conservatori, che «stanno avanzando come un carro armato». Il deputato dell’MpS, pur riconoscendo la crescita della destra, ha però pure sottolineato che «gli spazi di resistenza» a sinistra ci sono anche in Ticino: in tal senso ha citato la vittoria dell’iniziativa sul 10% del PS, le mobilitazioni contro i preventivi oppure le manifestazioni a sostegno della Palestina. «Perciò - ha affermato Pronzini - è possibile resistere, ne sono convinto. In un contesto difficile, possiamo fare fronte alla destra, e fare incursioni in ‘‘territorio nemico’’. E dobbiamo spingere per cercare di farlo assieme al PS e ai Verdi». Come dire: per l’MpS il contesto è cambiato, e oggi l’unione a sinistra è una necessità da cui non si può prescindere.

Dal canto suo Bourgoin ha sottolineato l’importanza dell’alleanza rossoverde che si è creata tra PS e Verdi per portare a casa risultati politici. Tuttavia, ha aggiunto, «è un’alleanza che funziona ed è molto costruttiva, ma non è molto visibile». Perciò, «siamo obbligati a trovare nuove vie, per renderlo più vivo e più visibile».

Il presidente del PS, poi, ha ricordato che per il suo partito l’unità a sinistra è sempre stata una vocazione. Un progetto da costruire. Tuttavia, non ha mancato di lanciare una frecciatina ai colleghi dell’MpS: «L’unico segnale politico è che l’MpS ha cambiato idea. E ciò mi fa molto piacere, ma è l’unico cambiamento che c’è stato», ha evidenziato Sirica, per poi aggiungere: «Laddove l’unità è mancata (ndr. in passato) è stato perché mancava l’apporto dell’MpS, che ci sparava contro». Detto ciò, Sirica si è rallegrato di questo cambiamento: «Dico questo per dire che sono contento che il fronte si stia ampliando. E in questa casa (ndr. quella del PS e del progressismo) le porte sono sempre aperte».

«Possiamo discutere di quello che è stato il passato», ha replicato Pronzini, «ma pensiamo che la situazione oggi sia drammatica» per coloro che faticano ad arrivare alla fine del mese. E, quindi, «dobbiamo fare fronte contro una destra che avanza come un carro armato».

Il dibattito, durato oltre due ore (impossibili da riassumere in queste poche righe), alla presenza di una sessantina di persone provenienti da tutta la galassia progressista, è poi proseguita con numerose domande e riflessioni da parte del pubblico. E qui la discussione si è concentrata sull’importanza della mobilitazione di piazza, sul senso di stare al Governo (e di come stare al Governo, all’opposizione o meno), sull’impostazione da adottare (più o meno pramatica, più o meno ideologica), sulla necessità di essere più incisivi sul piano della comunicazione, sulle battaglie concrete che arriveranno nei prossimi mesi e anni.

Tutto ciò, con una consapevolezza riconosciuta pressoché da tutti: il vento è cambiato - la destra sta crescendo e il «progressismo» è sotto attacco - e quindi occorre unirsi per fronteggiare tali cambiamenti.

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