Processo

Diciotto mesi sospesi per il mortale di Novazzano

Condannato con la formula del rito abbreviato il giovane automobilista comasco che il 17 giugno del 2022, ubriaco, urtò e uccise un motociclista sull'A2 – Ha iniziato un percorso terapeutico
© Rescue Media
Nico Nonella
18.01.2024 11:18

«Il compito della giustizia è giudicare i fatti anche se non sempre è facile non farsi trascinare dalle emozioni. E questo è un caso tragico che lascia l'amaro in bocca». È con queste parole che il presidente della Corte delle assise correzionali, il giudice Mauro Ermani, ha confermato la condanna a 18 mesi di carcere sospesi per due anni a carico del 29.enne italiano che il 17 giugno 2022, sulla A2, all’altezza di Novazzano, provocò il decesso di un motociclista della regione.

Il processo si è svolto con la formula del rito abbreviato in quanto le parti sono arrivate in aula con un accordo sulla pena. Un accordo che lo stesso Ermani ha sì confermato, ma non a cuor leggero. «Non ero convinto di approvare l'atto d'accusa – ha affermato nel motivare la sentenza –. Lei però si è rivolto a professionista (a uno psicologo, ndr.) e ancora oggi ha bisogno di sostegno. Auspico che lei riprenda in mano la sua vita. Il passato non si può cancellare e non è giusto dimenticare quanto accaduto».

Quella tragica notte, il 29.enne comasco attivo professionalmente in Ticino nel settore sanitario, stava rientrando a casa da una serata. Erano le 6.30 e, appena superata l'area di servizio di Coldrerio aveva urtato il conducente della Harley Davidson. L’uomo, un 53.enne della regione, era deceduto sul colpo. Le indagini coordinate dalla procuratrice pubblica Petra Canonica Alexakis avevano stabilito che il giovane stava guidano a una velocità (calcolata) di 151 km/h con un tasso alcolemico superiore al limite (tra 1,27 e 1,74 g/kg). L'impatto era avvenuto a una velocità, sempre calcolata, di 80km/h. Il giovane – patrocinato dall'avvocato Samuele Scarpelli – era quindi stato rinviato a giudizio per omicidio colposo e guida in stato di inattitudine.

Dopo l'incidente, ha dichiarato durante l'interrogatorio, «bevo molto di rado». «Un tasso alcolemico dell'1,27 non è lieve», lo ha rimproverato il giudice. «O lei se ne è fregato oppure se non avverte sintomi è una persona abituata a bere. Lei che spiegazione si è dato?». «Credevo di essere in condizioni di rientrare a casa», ha riposto l'imputato con la voce rotta dai singhiozzi. «Dopo quanto è successo ha iniziato un percorso con uno psicologo per superare o convivere con questa cosa. Voglio fare le mie condoglianze ai parenti della vittima (una famigliare era presente in aula con il suo legale, l'avvocato Daniele Molteni, ndr), mi scuso di non averlo fatto prima ma non ho avuto il coraggio».

Stando ai dati del portale map.geo.admin.ch, diffusi lo scorso dicembre, nel 2022 il numero degli incidenti in Svizzera dovuti all'alcol con feriti gravi o decessi ha stabilito un nuovo record: 432 (25 mortali) contro i 364 (15 mortali). I ritiri delle licenze per stato di ebbrezza sono aumentati del 23%. Nel 2022 si è inoltre registrato un aumento significativo degli incidenti stradali causati principalmente dall'alcol rispetto al 2021, con 4.558 incidenti contro 3.815, pari a un incremento del 19%. Se si considerano i 432 incidenti dovuti all'alcol con decessi o feriti gravi, il 2022 è l'anno peggiore dell'ultimo decennio. Gli incidenti risultano in crescita dal 2016, a parte il lieve calo nel 2020 e nel 2021, gli anni segnati dalla pandemia. Sul suo sito, la Polizia cantonale ricorda che l'alcool al volante è molto pericoloso perché: viene sottovalutato; agisce anche a concentrazioni basse; diminuisce la consapevolezza dei propri limiti; è un falso stimolante; deprime le inibizioni. È pericoloso soprattutto quando non si è ubriachi (l'automobilista con alcolemia lieve tende a sopravvalutare le proprie capacità al volante).

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