«Dirigismo scolastico durante il lockdown? Un’accusa infondata»

«I docenti non sarebbero stati coinvolti nelle decisioni relative all’insegnamento a distanza durante il lockdown? La critica è molto sorprendente». Il direttore della Divisione della scuola Emanuele Berger cade dalle nuvole quando il CdT gli sottopone le reticenze espresse dal Collegio dei docenti del Liceo cantonale di Bellinzona in merito all’approccio dell’autorità nell’implementazione dell’e-learning durante gli oltre due mesi di chiusura delle sedi a causa della pandemia. Nella risoluzione approvata la scorsa settimana il Collegio - pur sottolineando di comprendere la delicatezza e l’urgenza del momento in cui tutto l’insegnamento a distanza ha dovuto essere messo in piedi «con uno sforzo immane» - afferma che «anche quando le condizioni imposte dall’emergenza lo avrebbero consentito i collegi sono stati tenuti al margine di ogni scelta importante». Dichiarazione inveritiera, secondo l’alto funzionario del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (DECS): «Abbiamo sì fornito delle direttive, ma solo per quanto riguarda il sistema di valutazione, il dosaggio dei nuovi contenuti e l’infrastruttura informatica da usare», afferma. «Per il resto abbiamo concesso un’ampia autonomia alle singole sedi, motivo per cui contesto la mancata attenzione nei confronti del parere degli insegnanti su questo aspetto». I quali, appunto, secondo Berger hanno potuto regolarsi come meglio credevano.
«Le strategie future saranno concordate»
Da qui la replica ad un’altra contestazione del Collegio del «LiBe», quella di dirigismo dell’autorità scolastica cantonale, accusa che costituirebbe un «ritornello ossessivo che forse fa presa sull’opinione pubblica ma non trova fondamento nella realtà delle cose» secondo il direttore della Divisione della scuola. Per il quale è vero il contrario: tutti gli attori vengono consultati, dalle famiglie alle direzioni passando ovviamente per i docenti, con i loro collegi, ed i Comuni per i gradi scolastici inferiori. «Poi ovviamente i Collegi non costituiscono un Parlamento né un Governo, e c’è chi a livello dipartimentale ha il diritto ma vorrei sottolineare anche il dovere di decidere». Ciò che per altro, nel pieno della crisi sanitaria, «sia per la chiusura delle scuole che per la riapertura della scuola dell’obbligo, ha dovuto fare in pochissimi giorni». Berger ribadisce: «Abbiamo consultato il maggior numero di persone possibile, un approccio che continuerà». In vista di eventuali ulteriori ondate epidemiche, scenario che gli esperti non escludono, il DECS sta infatti elaborando un piano di scolarità mista da mettere in pratica nel caso in cui il mondo dell’educazione dovesse nuovamente fermarsi. «Lo discuteremo con tutti come per altro il presidente del Collegio dei docenti del Liceo sa».
«Nessuna promozione regalata»
Il Collegio ha pure criticato la comunicazione del Cantone verso famiglie e allievi, un approccio definito deficitario soprattutto per il fatto che già a inizio aprile molti studenti hanno potuto prendere atto che la loro promozione sarebbe stata garantita, pregiudicando così la motivazione. «Posso assicurare che la promozione non è stata garantita a nessuno, perché abbiamo deciso che avrebbero fatto stato le note del primo semestre, che se negative avrebbero dovuto essere recuperate». In chiave futura i docenti liceali bellinzonesi hanno poi rivendicato che la scelta dell’impiego o no di strumenti digitali, e la scelta di quali strumenti utilizzare, dovrà essere «di esclusivo appannaggio del docente». Ebbene, anche qui Emanuele Berger vuole puntualizzare: «Abbiamo raccomandato l’uso di determinati strumenti digitali per assicurare condizioni tecniche e legali adeguate, nonché il supporto da parte del nostro CERDD».
«Telelavoro, potenzialità e rischi»
Infine c’è la salute. Secondo il Collegio il lavoro in remoto dovrebbe in futuro essere «accompagnato da adeguate misure di sgravio e dalla messa a disposizione in sede di spazi e mezzi adeguati che consentano di evitare i problemi legati alla progressiva erosione della sfera privata del docente», costretto a lavorare da casa. Berger riconosce il problema: «Come per le altre professioni, anche per i docenti il telelavoro presenta delle potenzialità come dei rischi». Motivo per cui è stato commissionato uno studio approfondito dedicato proprio all’e-learning nelle scuole medie superiori». Un ulteriore, nuovo, difficile tema che il capo della Divisione della scuola promette di affrontare di concerto con gli stessi insegnanti.

