Ticino

Don Rolando Leo, al via il processo all'ex sacerdote del Papio

I reati di cui deve rispondere sono atti sessuali con fanciulli e con persone incapaci di discernimento o inette a resistere, coazione sessuale e pornografia
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Red. OnlineeRed. Locarno
14.08.2025 09:29

Il dibattimento è previsto sull’arco di una sola giornata, quella odierna. Prende il via il processo a carico di don Rolando Leo di fronte alla Corte delle Assise criminali presieduta dal giudice Amos Pagnamenta (giudici a latere Renata Loss Campana ed Emilie Mordasini). E non è escluso che la sentenza venga pronunciata già in serata.

Atti sessuali con fanciulli e con persone incapaci di discernimento o inette a resistere, coazione sessuale e pornografia. Sono questi i reati dei quali dovrà rispondere l'ex cappellano del collegio Papio di Ascona. Una persona conosciuta, già docente e assistente spirituale della Pastorale giovanile diocesana, oltre che responsabile dell’Ufficio dell’istruzione religiosa scolastica cantonale.

Sono una quindicina gli episodi che gli vengono contestati, avvenuti tra il 2015 ed il 2023. Le vittime sarebbero nove giovani, cinque maggiorenni e quattro minorenni. La procuratrice pubblica Valentina Tuoni rimprovera al sacerdote di avere toccato i giovani nelle parti intime mentre eseguiva loro dei massaggi che definiva rilassanti. In un episodio sarebbe andato anche oltre.

Don Rolando Leo è stato arrestato il 7 agosto 2024. Da allora è in carcere dove, dallo scorso novembre, sta espiando anticipatamente la pena.

La segnalazione a de Raemy

A portare alla luce gli episodi, lo ricordiamo, è stato il racconto che uno dei nove giovani abusati dal sacerdote confidò nel febbraio del 2024 ad Alain de Raemy. Dopo aver sentito il racconto del giovane, l'amministratore apostolico si rivolse alla Commissione di esperti in caso di abusi sessuali in ambito ecclesiale allo scopo di accompagnare il giovane a condividere i fatti da lui vissuti e aiutarlo a decidere se sporgere denuncia. Ciò che il ragazzo decise di fare di fare l'aprile successivo. 

Al momento non sono ancora state chiarite eventuali responsabilità pregresse. Il giovane, infatti, già nel 2021 si sarebbe confidato con Valerio Lazzeri, senza però ottenere nulla se non una telefonata dal vescovo durante la quale riportò le scuse del presbitero, che ammetteva i fatti.

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