Ecco come potrebbe essere questa (triste) estate luganese

Chiudiamo gli occhi per qualche secondo. È appena iniziata l’estate a Lugano, fa caldo ma non troppo. Le giornate sono lunghe e dopo l’orario d’ufficio una moltitudine di gente si riversa per le strade del centro. Un drink, una cena, una passeggiata: ogni scusa è buona per ritardare ancora un po’ il rientro a casa. In fondo, è estate. Il menù è ricco: due passi al parco Ciani e una birretta a Lugano Marittima? Oppure meglio fermarsi in centro e aspettare l’inizio di quel concerto sul palco accanto al bar Mojito? Dovrebbe esserci qualcosa anche al boschetto Ciani, un po’ di musica non può che far bene... Per molti è il periodo più bello dell’anno: come non rimanere incantanti davanti all’offerta di Estival Jazz, LongLake e Buskers Festival? Già ci pregustiamo la sensazione di freschezza di un tuffo al Lido San Domenico e di una tintarella sulla zattera del Riva Caccia. Lunghe pedalate in bicicletta sul lungolago sognando le Harley Davidson che finalmente quest’anno tornano in città. Ah, l’estate. Stagione di feste, grotti, bagni al lago e gite in pedalò. Concerti, jazz, blues, street food, attività per bambini. Ah, l’estate.

Riapriamo gli occhi. Siamo nel 2020 e il coronavirus ha cambiato tutto. L’estate si avvicina ma non sarà come le altre. I privati organizzatori di eventi hanno già alzato bandiera bianca: la cosiddetta edizione zero di Estival Lugano è rimandata all’anno prossimo, le Harley Davidson rimarranno in garage e il Summer Jamboree on the lake, previsto per la prima volta a Lugano all’inizio di giugno, non animerà con il rock and roll le rive del Ceresio. Arrivederci al prossimo anno anche per Estival Jazz e Blues To Bop. L’ente pubblico, dal canto suo, sta prendendo ancora un po’ di tempo per capire cosa fare e soprattutto come farlo.


«Siamo in attesa di disposizioni precise da parte della Confederazione per gli eventi con meno di 1000 persone, come ente pubblico possiamo permetterci un atteggiamento più duttile rispetto ai privati e intervenire anche all’ultimo per creare piccoli eventi estivi che permettano alla città di sorridere almeno un po’», ci conferma il capodicastero Roberto Badaracco. «Se fosse possibile svolgere degli eventi nei mesi estivi vorremmo riuscire a farlo, chiaramente attuando il piano di protezione adatto indicato da Berna». Entrate scaglionate, slot temporali di permanenza, transenne e controlli: ecco cosa potrebbe aspettarci nei prossimi mesi per poter partecipare ad un concerto all’aperto o per fare il bagno al Lido. «Sarà complicato, - sottolinea Badaracco - ma sempre meglio che non avere nulla. Il nostro scopo è quello di garantire, nel limite del possibile, una certa piacevolezza dell’estate luganese».


Anche se decisioni in questo senso non sono ancora state prese ufficialmente, di Lugano Marittima non dovremo scordarci solo le migliaia di persone, ma l’evento stesso. «Dipende tutto dalle indicazioni della Confederazione, ma è chiaro che se i limiti saranno molto restrittivi bisognerà capire se ha senso organizzare l’evento. Per venti o trenta persone alla volta? Con un limite di permanenza di un’ora per permettere a tutti di partecipare? Le incognite sono molte, - spiega il capodicastero - anche nei confronti degli esercenti privati che vi dovrebbero collaborare». Una cosa sembra quasi certa: il bar Mojito davanti a Piazza Manzoni non riaprirà. «Ci sembra la scelta più logica e sensata, - dice Badaracco - anche per non mettere ulteriormente i bastoni tra le ruote di chi ha un esercizio pubblico in città e si sta confrontando con moltissime difficoltà».

E il bagno?
Cosa succederà invece ai lidi comunali? Il Lido di Lugano riaprirà, verso il 20 giugno, ma con misure severe che cambieranno completamente la permanenza nella struttura: entrata a piccoli gruppi e ricambio del pubblico, niente docce e piscine «a numero chiuso». Mentre per i due lidi più piccoli, il San Domenico e il Riva Caccia, l’apertura potrebbe non diventare neanche realtà. «Sono strutture piccole - spiega Badaracco - e potrebbe essere molto difficile, se non impossibile, rispettare la distanza e gli spazi indicati nel piano di protezione». Gli accessi al lago verrebbero quindi ridotti di molto, pensando anche alla carenza di accessi pubblici... «E purtroppo bisognerà capire come gestire la spiaggetta al Parco Ciani e lo spazio della Foce: non è che se al Lido ci saranno regole severe alla Foce sarà un liberi tutti, non avrebbe senso», conclude Badaracco.
Ah, l’estate. Suona già un’esclamazione mesta. E la domanda sorge spontanea: questa sarà davvero estate?