Ecco la nuova sede del Museo cantonale di storia naturale. Forse

Una quarantina di progetti presentati, undici che hanno superato la prima fase di giudizio, sei quelli premiati, compreso quello vincente, «Il canto delle pietre» proposto dall’architetto locarnese Francesco Buzzi insieme ai suoi partner. E un ricorso, annunciato da uno dei finalisti, che ha per ora bloccato tutto. Ricorso ancora da confermare (ci sono dieci giorni di tempo per avviare formalmente la procedura davanti al Tribunale amministrativo cantonale), ma che ha provocato un piccolo impasse nell’amministrazione cantonale. Oggi infatti l’esposizione dei progetti sul futuro Museo cantonale di storia naturale nel comparto Santa Caterina, allestita al PalaCinema, doveva essere ufficialmente inaugurata con la presentazione del progetto vincitore. Ci dovevano essere due consiglieri di Stato, Christian Vitta (DFE) e Claudio Zali (DT), il municipale Nicola Pini in rappresentanza della Città, il presidente della giuria esaminatrice, l’architetto Vittorio Magnago Lampugnani, il capo della Sezione della logistica Giovanni Realini, che ha coordinato le varie fasi del concorso, e naturalmente gli architetti premiati, Francesco Buzzi e il collega Daniele Di Giacinto dello studio Genossenchaft :mlzd Architekten di Bienne. Conferenza annullata poiché lunedì dal Tribunale amministrativo cantonale è arrivata la comunicazione che appunto uno dei finalisti si oppone legalmente al risultato.
Il fil rouge costruttivo
A scorrere plastici, tavole sinottiche e rendering della quarantina di progetti l’impressione generale è che l’esercizio abbia impegnato non poco gli studi di architettura. Che praticamente hanno seguito alla lettera i contenuti del mandato di studio in parallelo che avevano individuato nella zona a nord dell’ex monastero, lungo il perimetro tracciato dalle mura di cinta, lo spazio edificabile per la futura struttura museale.
D’altra parte il concorso di progettazione del Museo cantonale di storia naturale a Locarno, che dispone di un budget di 9,55 milioni già stanziato dal Consiglio di Stato, poteva diventare un fiore all’occhiello da apporre nella bacheca «virtuale» dei vari studi e associati. Così tra gli elaborati arrivati alla seconda fase di selezione troviamo archistar del calibro di Mario Botta e Michele Arnaboldi, tanto per restare in Ticino.
L’esposizione dei progetti, aperta dalle 10 alle 18, si concluderà venerdì 3 marzo.