Ecco la squadra del Centro per le Federali

(Aggiornato)
Da una parte l’obiettivo concreto, ma non scontato, di difendere i due seggi al Consiglio nazionale. Dall’altra l’ambizione e la «voglia di riscatto» per riprendersi il seggio alla Camera alta perso quattro anni fa. È con questo spirito, con realismo ma anche determinazione, che questa sera il Comitato cantonale del Centro, riunitosi a Sant’Antonino, ha presentato e ratificato i suoi candidati in corsa verso Berna. Per il Consiglio nazionale ci saranno, oltre ovviamente all’uscente Fabio Regazzi (61, Gordola), Giorgio Fonio (39, Chiasso), Sabrina Gendotti (40, Massagno), Giovanni Berardi (55, Malcantone), Lorenzo Pianezzi (42, Lugano), Michele Roncoroni (29 anni, Mezzovico-Vira), Giuseppe Cotti (41, Locarnese) e Margot Broggini (59, Bellinzona). Fabio Regazzi è stato confermato anche per la corsa al tanto ambito (quanto conteso) posto alla Camera alta.
Alla ricerca dell’exploit
Raggiungere l’obiettivo del partito, ha spiegato il presidente cantonale Fiorenzo Dadò, lanciando nel frattempo anche un paio di frecciatine agli avversari, sarà un’impresa non da poco: «Sebbene partiamo con il vento a favore (ndr. con il risultato alle recenti elezioni cantonali) è bene ricordare che in politica non c’è tregua e le prossime elezioni federali, alla luce delle varie alleanze a sinistra e a destra, saranno un’impresa titanica». Un’impresa per la quale, ha aggiunto, «abbiamo tutte le carte in regola», ma che «sarà certamente tra le più impegnative». «È oramai chiaro - ha poi rimarcato Dadò - che il seggio lasciato libero da Marco Romano è nelle mire espansionistiche dell’UDC, il quale non si accontenta più di attaccare e cercare di portare all’estinzione nel minor tempo possibile la Lega di Gobbi, Zali, Quadri e Bignasca, ma vorrebbe colonizzare anche il centro politico, iniziando proprio da noi». Ed è per questo motivo, ha evidenziato il presidente, «che dovremo mettere in campo tutta la nostra capacità, valutando ogni possibile strategia, per raggiungere l’obiettivo del mantenimento delle posizioni e i due seggi in consiglio nazionale». Detto diversamente: «Se riusciremo a raggiungere l’obiettivo di confermare i due seggi al Nazionale sarà un vero exploit». Dadò non ha però mancato di lanciare un messaggio anche per la corsa alla Camera alta: «Negli ultimi anni, dopo che sono entrati gli estremi (ndr. PS e UDC), abbiamo assistito troppo spesso all’annullamento sistematico delle posizioni alla Camera alta tra i nostri due rappresentanti e una mancanza di unità d’intenti nella deputazione dovuta alle posizioni contrastanti tra i partiti nazionali, impedendone la compattezza. Questo non ha certo giovato al Ticino». Per questo motivo «ora a Berna abbiamo bisogno di politici che sanno lavorare con tutti e nell’interesse del Cantone». E il Centro, ha chiosato, «ha dimostrato di saperlo fare, sia al Consiglio Nazionale che agli Stati».
La motivazione del candidato
«Ho riflettuto a lungo sulla possibilità di candidarmi agli Stati», ha spiegato il diretto interessato, Fabio Regazzi. «Alcuni fattori hanno contribuito alla mia scelta». In primis, «la rinuncia all’elezione suppletiva, che avrebbe creato una situazione grottesca». In secondo luogo, «il risultato del partito alle Cantonali», che mi ha dato «l’entusiasmo e lo slancio di cui avevo bisogno». E oltre a ciò, ha poi rimarcato Regazzi, «c’è stata la sconfitta di quattro anni fa, che non riesco ancora a digerire: continuo a vivere quel risultato come una profonda ingiustizia. Filippo Lombardi ha pagato per colpe non sue e ha dovuto abbandonare una carica che lo vedeva ai massimi vertici della politica federale. È stato un peccato, non solo per il nostro partito, ma per questo cantone». E quindi, ha chiarito il consigliere nazionale, «non ho sete vendetta, ma una grande voglia di riscatto». Detto ciò, ha pure precisato: «Non intendo attaccare il seggio di qualcuno (ndr. ossia quello del presidente dell’UDC Marco Chiesa). Ma cercherò di conquistare un seggio per il nostro partito. Ed è una bella differenza». Allo stesso tempo, Regazzi non intende stringere «nessun tipo di alleanza o ticket» con altri partiti. «Farò la mia corsa portando avanti le mie idee e miei valori». Poi la stoccata per PS e UDC: «Dovremo evitare la situazione creatasi in questi ultimi quattro anni, con i due esponenti ticinesi agli Stati che nel 60% delle votazioni si sono annullati». Così facendo, «il Ticino ha contato zero. E questo non è il modo di fare politica agli Stati». Ecco perché, ha chiosato, «vogliamo riconquistare il seggio agli Stati e difendere i due al Nazionale. Questo deve essere il nostro obiettivo: mi considero un outsider, ma sono convinto di avere delle chance e intendo giocarmele fino in fondo».