«Ecco perché corriamo con Lugano per candidarci come capitale della cultura»

Una corsa a tappe in cui tutti i corridori della squadra fanno la loro parte e collaborano per il successo finale. Si potrebbe usare anche una metafora sportiva per descrivere la candidatura di Lugano per diventare nel 2030 la capitale svizzera della cultura. Perché se è vero che prima di arrivare al traguardo (e sperare in un responso positivo atteso nel giugno 2026) serve completare tutta una serie di scadenze - tra cui quella di consegnare il dossier di candidatura entro la fine dell’anno - è anche vero che Lugano non corre da sola ma insieme a Mendrisio e a Locarno. Una candidatura a tre, dunque. Per sperare di convincere la giuria e avere la meglio sugli altri concorrenti in lizza, tra cui c’è anche Bellinzona. «Crediamo molto nella nostra candidatura a tre - sottolinea Nancy Lunghi, municipale di Locarno e responsabile del dossier - Locarno, Lugano e Mendrisio hanno molte carte da giocare e una proposta regionale come la nostra ha molti lati positivi». A essere entusiasta dell’iniziativa tripartita è anche Paolo Danielli, municipale di Mendrisio e anche lui responsabile della parte momò del progetto. «Lugano è un polo urbano con importanti caratteristiche tecnologiche, infrastrutturali e logistiche - spiega - e può sfruttare i punti di forza di Mendrisio per ampliare e sfruttare il concetto di capitale svizzera della cultura»
Non è così scontato che tre città ticinesi si uniscano per raggiungere insieme un risultato prestigioso, come può essere, appunto, quello di diventare per un anno il centro della cultura svizzera. Non è così scontato eppure è successo. Al di là dei campanilismi collaborare per raggiungere traguardi prestigiosi insomma si può. Basta volerlo. «Tutto è nato a inizio anno - riprende Danielli - quando il Cantone ha presentato l’iniziativa davanti ai Comuni, ventilando le varie possibilità in gioco. Da lì sono nati i primi contatti con Lugano e poi con Locarno. In seguito, abbiamo trovato i temi che ci accomunano e nello stesso tempo i via libera dei rispettivi Municipi. A Mendrisio c’è un entusiasmo palpabile».
Anche a Locarno l’idea di una candidatura a tre ha incontrato riscontri positivi. «Crediamo molto in questa proposta regionale - afferma dal canto suo Lunghi - Lugano è sicuramente la città polo del progetto, questo per questioni di budget e infrastrutture, ma anche Locarno ha da dire la sua nell’ambito, ad esempio, dell’audiovisivo. Non bisogna inoltre dimenticare che oggi, rispetto al passato, il nostro Cantone è molto ben collegato a livello di trasporti e spostamenti e questo non può che facilitare una candidatura regionale come quella che intendiamo presentare».
Tre città per una candidatura, quindi. Ma anche tre città che hanno dalla loro tutta una serie di punti di forza non trascurabili, che potrebbero - questa è la speranza dei promotori - rivelarsi decisivi. Non soltanto a livello di prestigio. Ma anche e forse soprattutto come volano per l’intero territorio e la sua economia. «A Mendrisio abbiamo la Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI), l’Accademia di architettura dell’Università della Svizzera italiana (USI), ma anche due patrimoni dell’UNESCO come il Monte San Giorgio e le Processioni storiche - sottolinea Danielli - oltre a ciò possiamo contare su una bella vivacità associativa e culturale e sulla Filanda».
Tutti ingredienti che ci si augura possano ingolosire la giuria. Assieme a tutti i progetti con le realtà locali che si è voluto coinvolgere per creare quelle premesse indispensabili per raggiungere l’obiettivo. Come Mendrisio anche Locarno si è mossa sul territorio, così da individuare e conquistare le realtà locali che potrebbero fungere allo scopo. Uniti per vincere, insomma. Usando la cultura regionale come collante e ingrediente principale.

