Lugano

Eccola, la Carta della Gerra

Un anno dopo l’esperienza della Straordinaria/Tour Vagabonde, l’Associazione Idra ha consegnato alle istituzioni il documento che vuole porre le basi per il riconoscimento e lo sviluppo della cultura indipendente – Segnali di apertura da parte di Città e Cantone
© CdT/Chiara Zocchetti
Nico Nonella
05.02.2024 18:28

«Una pietra miliare». «Una giornata storica». «Un avvenimento simbolico». Al di là delle dichiarazioni che solitamente accompagnano le conferenze stampa istituzionali si può affermare senza timore di essere smentiti che sì, quella di oggi è stata una giornata carica di significato per la cultura indipendente luganese. Già, perché il momento simbolico – in questo caso la consegna della Carta della Gerra ai rappresentanti delle istituzioni – ha rivelato qualcosa di più degli applausi e delle strette di mano. E non si tratta di un aspetto di secondo piano: l’esistenza di un dialogo tra i rappresentanti della cultura indipendente e le autorità cantonali e comunali. Tre parti, tre attori che si siedono – metaforicamente – allo stesso tavolo e si parlano, si confrontano e, soprattutto, si riconoscono. E da parte delle autorità, come dichiarato dalla direttrice del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (DECS), Marina Carobbio, e dal vicesindaco di Lugano e capodicastero Cultura, sport ed eventi, Roberto Badaracco, c’è la disponibilità ad ascoltare le richieste «dal basso».

Tutti allo stesso tavolo

Queste richieste sono state riassunte nella Carta della Gerra, il documento elaborato dopo l’esperienza de La Straordinaria attraverso una fase partecipativa che ha coinvolto molte delle realtà indipendenti che operano nella Svizzera italiana. Sottoscritta da 707 tra associazioni, gruppi, collettivi e singoli, la Carta è stata consegnata lunedì dall’Associazione Idra e dai rappresentanti di alcune delle associazioni che hanno contribuito alla sua stesura ai rappresentanti della Città e del Cantone durante una conferenza stampa organizzata allo spazio L’OVE di Viganello, uno dei luoghi simbolo della cultura indipendente luganese. Sì, anche questo è simbolico. Il comune denominatore, ha spiegato il regista e operatore culturale Olmo Cerri, è porre le basi per il riconoscimento, lo sviluppo e la professionalizzazione della cultura indipendente (da non confondere, ma ci torneremo in seguito, con l’autogestione, ndr). «L’esperienza de La Straordinaria/Tour Vagabonde ha dimostrato che anche su uno spazio ostile semidesertico come lo sterrato della Gerra possono nascere esperienze… straordinarie», ha chiosato Cerri. La cultura indipendente «non vuole sostituirsi a quanto c’è già in città», ma vuole essere qualcosa di complementare. Come d’altronde avviene nel resto della Svizzera, dove sì, l’ente pubblico «fa un passo indietro e mette a disposizione risorse e spazi, per esempio con bandi a termine». Proprio la necessità di spazi in cui ritrovarsi, discutere e condividere è stata ribadita anche negli interventi dei rappresentanti che hanno contribuito alla stesura della Carta della Gerra: lo scrittore Vanni Bianconi, il co-responsabile del Gruppo regionale Professioni dello spettacolo Marco Cupellari, il musicista Zeno Gabaglio, la regista Alessandra Gavin Müller e il presidente di Visarte Riccardo Lisi. Creare le condizioni quadro, tuttavia, non si limita alla sola ricerca di luoghi fisici; significa anche mettere mano a leggi e regolamenti (per esempio per quanto riguarda la mescita di bevande oppure l’utilizzo temporaneo degli spazi).

Se son rose...

Ed è qui che entrano in gioco la politica e le istituzioni. Con il dialogo tra tutte le parti che si sono simbolicamente sedute attorno allo stesso tavolo, che sembra partito con il piede giusto: «Personalmente ritengo sia necessaria una cultura indipendente e sono convinta si possa collaborare. A breve – ha assicurato Carobbio – il DECS presenterà delle linee guida per la legislatura sulla politica culturale».

«La Straordinaria ha dimostrato che c’è una scena culturale indipendente molto viva che vuole dimostrate quanto vale. Senza il contributo di Cantone e Città, con il Municipio coeso, ciò non sarebbe stato possibile», ha ricordato Badaracco. Insomma, collaborare si può. E la Carta della Gerra «ci farà lavorare per raggiungere qualcosa di concreto». Per alcuni punti ci vorrà più tempo, ma il Municipio «vuole rispondere ai quesiti sul tavolo». Soprattutto quello degli spazi per la cultura indipendente.

Insomma, contrariamente al dialogo iniziato e poi interrotto con l’autogestione (una realtà antagonista che non ha mai riconosciuto l’ente pubblico e che ha sempre rivendicato uno spazio definitivo con diverse occupazioni illegali), questa volta sembra che le premesse per una discussione aperta e duratura ci siano. Ora non resta che vedere sa dallo sterrato della Gerra fiorirà qualcosa.

Nella Carta della Gerra sono contenute cinque richieste programmatiche: 1. Nuovi spazi dove gli attori di questa scena possano operare in forma stabile professionale, permettendone l’utilizzo partecipativo; 2. Ridefinizione delle modalità di assegnazione degli spazi, attuando di processi trasparenti, aperti e inclusivi grazie ai quali anche le organizzazioni indipendenti possano trovare sede (per esempio con dei mandati a termine); 3. Finanziamenti per progetti indipendenti, riconoscendo loro un sostegno finanziario corretto e distribuendo le risorse in forma equa per garantire la sostenibilità; 4. Un quadro legislativo da aggiornare, che tenga conto delle specificità della cultura indipendente e riconosca che le possibilità economiche e gli obiettivi perseguiti sono differenti; 5. Il riconoscimento della cultura indipendente come un elemento cardine per lo sviluppo di un ecosistema socioculturale diversificato.

I numeri di un'esperienza... Straordinaria

Come detto, la stesura della Carta della Gerra nasce dall’esperienza della Straordinaria/Tour Vagabonde. Il riassunto in cifre dell’esperienza culturale andata in scena (sullo sterrato della Gerra, appunto) tra fine dicembre 2022 e marzo 2023 – ha chiosato il presidente dell’Associazione Idra, Noah Sartori, parla di un pubblico di 30 mila persone in 67 giorni di apertura, 135 progetti socio-culturali, 51 concerti, 15 performance e 23 proiezioni. L’agenda culturale ha coinvolto oltre 270 artisti, il 36% provenienti dalla Svizzera italiana e il 34% dalla Svizzera. Il programma è stato realizzato grazie all’apporto di 45 associazioni ed enti culturali. Il progetto ha raggiunto un grado di autofinanziamento di oltre il 67% ed è riuscito a chiudere i conti in pareggio. Tra remunerazioni (sono state impiegate 20 persone), contributi sociali, collaborazioni con lavoratori indipendenti, acquisti di beni e servizi e imposta sul valore aggiunto, la Straordinaria ha generato un indotto economico di oltre 590 mila franchi.

© CdT/Chiara Zocchetti
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