Ticino

FFS Cargo: Ducrot scrive al Comitato e promette: «Nessun licenziamento in Ticino»

L'amministratore delegato delle Ferrovie federali svizzere ha proposto un incontro con la controparte dopo la seconda metà di novembre
©Chiara Zocchetti
Red. Online
07.10.2025 10:39

Vincent Ducrot, amministratore delegato delle Ferrovie federali svizzere, ha risposto al Comitato «No allo smantellamento di FFS Cargo». Proponendo, come si legge in una nota diffusa ai media, un incontro nella seconda metà di novembre. «Entro tale data avremo informazioni più concrete» ha spiegato lo stesso Ducrot. Quindi, la conferma. Per iscritto: «Nessun licenziamento in Ticino».

Si prospetta, dunque, un incontro fra il massimo dirigente dell'ex regia federale e il Comitato contro lo smantellamento, sceso in piazza ieri a Bellinzona. Durante il colloquio, leggiamo, la direzione chiarirà l'attuale situazione e, soprattutto, informerà sui prossimi passi. Il Comitato, preoccupato, ha chiesto dal canto suo di poter anticipare l'incontro, forte delle preoccupazioni legate al futuro professionale dei dipendenti e alle conseguenze della chiusura dei terminal di Cadenazzo e Lugano-Vedeggio.

Rispondendo alle richieste del Comitato, Ducrot ha ribadito che «Roberta Cattaneo, direttrice regione sud di FFS, si metterà in contatto per fissare un appuntamento dopo la seconda metà di novembre, poiché entro tale data disporremo di informazioni più concrete e aggiornate, al fine di avere un incontro il più chiaro e completo possibile». Di nuovo, la conferma: in ogni caso, «in Ticino non ci saranno licenziamenti».

Il Comitato, rispondendo alla lettera, si dice «soddisfatto della conferma che non ci saranno licenziamenti in Ticino», ma ritiene che «la situazione che si sta sviluppando necessiti di un incontro in tempi più rapidi rispetto a quelli proposti». Questo perché, «oltre all'aspetto umano della vicenda, vanno chiariti alcuni aspetti riguardanti il settore del personale attivo nel traffico viaggiatori e altri ambientali». La decisione si smantellare FFS Cargo, infatti, «avrà come conseguenza logica e nel breve termine, il riversamento di mezzi pesanti sulle strade ticinesi, con le immaginabili conseguenze negative sulla salute e sulla qualità della vita delle regioni più esposte, in particolare il Mendrisiotto e la Leventina».