Gaetano Riccioli si prepara allo sgombero forzato

Gaetano Riccioli non ha problemi ad ammettere di essere un accumulatore seriale. Ricorda ancora la prima ruota - quella di una bicicletta - che recuperò da una discarica a Cadenazzo nel lontano 1962. Aveva 11 anni e marinò la scuola per andare a prenderla.
«A un certo punto, mentre la afferravo, sono scivolato e mi sono trovato sommerso dai rifiuti - ricorda -. Credo sia stato una specie di trauma».
Vendette la ruota al padre di un amico (per 4 franchi) e da allora non si è più fermato. In oltre quarant’anni di attività da «rutamatt» Riccioli - che ora di anni ne ha 74 - ha accumulato ogni genere di cose nella sua officina-deposito a Castione: soprattutto cose con le ruote.

Tricicli, biciclette, tosaerba, motorini, escavatrici, carretti e anche semplici ruote, accatastate qua e là un po' ovunque. Ma l'accumulo per cui è diventato più famoso è quello di automobili: ne possiede a decine e il mese scorso dopo una lunga trafila il Comune ha decretato lo sgombero coatto.
Una giungla di «rottami»
L'operazione è prevista per settimana prossima - inizierà lunedì e finirà venerdì - ed è l'epilogo di una controversia iniziata 15 anni fa, con il primo parziale sgombero, e finita a più riprese sui giornali. Al nocciolo, la divergenza ruota attorno al concetto stesso di rifiuti. Per il Municipio quella del 74.enne è in pratica a una discarica abusiva. Lui è di tutt'altro avviso.

«Il problema è che la gente qui vede solo dei rottami, e non la storia che c'è dietro» racconta Riccioli aggirandosi nel suo posteggio che la vegetazione, negli anni, ha parzialmente ricoperto. L'effetto, in questa stagione, ricorda delle rovine inghiottite dalla giungla. Sotto i rampicanti spuntano i cofani di antiche Cadillac, un Maggiolino, c'è persino un carro funebre. «Madre natura si è ripresa tutto» dice scherzando il 74.enne.

I rifiuti di cui la proprietà di Riccioli è disseminata - e in cui lui tra l'altro vive, in una casa letteralmente circondata dalle auto - sono rifiuti in diversi sensi: sono stati abbandonati (rifiutati) dai proprietari precedenti. Non sono però stati rifiutati da Riccioli, che anzi li ha accolti come «doni preziosi» e in molti casi afferma di averli acquistati per denaro («a volte mi regalano le cose, altre no»). Vale per le auto, ma non solo.


La cosa certa è che la maggior parte della gente non accetterebbe (rifiuterebbe) di vivere in una simile situazione. Di sicuro non la accetta il Comune, che invoca il rispetto del «decoro pubblico» in un'area centrale, proprio davanti alla stazione FFS, oggetto di recente di una revisione pianificatoria. La proprietà di Riccioli è stata valutata 1,3 milioni di franchi - «e secondo me è ancora poco» - ma lui non ha intenzione di vendere. «Qui c'è tutta la mia vita - ripete -. Nessuno può dirmi cosa devo fare in casa mia».
«Qui c'è tutta la mia vita»
In realtà le cose non stanno proprio così. Tutti i ricorsi presentati da Riccioli contro il Comune negli anni sono stati respinti, dal Consiglio di Stato al Tram, per finire al Tribunale Federale. L'ordine di sgombero risale a un anno fa, a febbraio il 74.enne ha ricevuto un'ultima intimazione e il 30 di giugno gli è stato notificato l'intervento sostitutivo di sgombero da parte del Comune. Quest'ultimo, a un'ulteriore richiesta di rinvio presentata da Riccioli, risponde che è troppo tardi.
«Ha avuto tutto il tempo per intervenire, se voleva» precisa il sindaco di Arbedo Castione Luigi Decarli, ricordando come i primi problemi documentati, relativi alla proprietà di Riccioli, risalgono addirittura al 1995. «Alcuni veicoli sono lì da trent'anni e dal punto di vista legale sono inservibili, quindi vanno rimossi. Ci sono delle regole e il Comune è tenuto a farle rispettare».

Gaetano Riccioli aspetta le ruspe del Comune con un misto di rabbia, ironia e rassegnazione. «Per me anche il Comune è inservibile. Non possono fare una cosa del genere».
L'intervento inizierà lunedì 7 luglio, con la rimozione della vegetazione accumulatasi negli anni. «Solo per quello abbiamo previsto una giornata di lavoro» sottolinea Decarli. I lavori proseguiranno poi per alcuni giorni, presumibilmente fino a venerdì.